Il consigliere regionale Micone: “Anche i laboratori di analisi colpiti dai tagli e dalle restrizioni dell’attuale governo regionale”

Il consigliere regionale Salvatore Micone
Il consigliere regionale Salvatore Micone

In tema di tagli e restrizioni e di colpi ai vari comparti, non ci si sarebbe aspettati che questa volta ad essere centrati fossero non lavoratori di aziende private celando le relative scelte politiche dietro a motivazioni legate alla crisi economica, ma i biologi, soggetti esercenti attività libero professionale.

“Anche nel Molise gran parte del servizio di diagnostica di laboratorio viene offerta tramite strutture private convenzionate ed accreditate”, spiega in una nota stampa il consigliere regionale Salvatore Micone.

“Negli ultimi anni anche per tale comparto si è sentita la necessità di una riorganizzazione del settore al fine di garantire un servizio di qualità, puntualizza Micone, e precisamente con la legge finanziaria per il 2007 il legislatore ha spinto le regioni a dettare nuovi criteri improntati alla realizzazione di un servizio più efficiente. I criteri cui le regioni debbono uniformarsi sono stati dettati dall’Accordo Stato Regioni del 23 marzo 2011 nell’ambito del quale tuttavia viene fatta salva l’autonomia delle singole realtà regionali nell’attuazione dei nuovi piani di riorganizzazione”.

Sul punto la Regione Molise, con il Decreto siglato lo scorso 8 luglio dal Presidente Frattura in qualità di commissario ad acta, ha deciso di attuare senza sconti e senza tener conto delle dimensioni ridotte della Regione Molise la soglia numerica delle 200.000 prestazioni annue da parte dei laboratori privati. Ciascun laboratorio, singolo o associato, per evitare il declassamento a Centro Prelievo, dovrà garantire 200.000 prestazioni annue.

“Ci si chiede, sostiene Micone, se nella stesura del decreto ci si sia resi conto dell’entità numerica. Sono numeri non assolutamente confacenti alla nostra realtà territoriale. Siamo appena 300.000 abitanti, come può pensare il Presidente Frattura di richiedere ad ogni struttura privata un numero tale di prestazioni? Ci si chiede se il disegno sia stato solo il risultato di un adempimento normativo attuato con negligenza e senza il confronto con le parti interessate, senza rendersi conto degli effetti dannosi in termini di servizi al cittadino. Si è creata a mio avviso una ingiusta compressione dell’attività libero professionale dei laboratori privati, sostiene ancora Micone, che a mio avviso andrebbe rivalutata  in ragione delle ridotte dimensioni della nostra regione. I criteri di efficienza non possono essere perseguiti unicamente secondo fredde logiche numeriche, dovendo invece essere basate sulla richiesta di specifici requisiti sostanziali di qualità. In più sottolinea Micone, il trasporto di campioni di analisi dai centri prelievo alle strutture di laboratorio potrebbe essere fortemente dannoso sull’esito del referto dal momento che è noto che, ai fini di una corretta analisi, alcuni tipi di campioni vadano trattati nell’immediatezza della raccolta”.

Ho pertanto presentato – conclude Micone – un atto al Presidente Frattura affinché, si impegni ad una rivisitazione dei parametri dettati dal decreto dell’8 luglio scorso provvedendo ad abbassare la soglia entro la quale i laboratori privati possano continuare ad effettuare il loro lavoro, salvaguardando al contempo i lavoratori del settore e la qualità dei servizi offerti al cittadino”.

 

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