La mostra Cibart, collettiva di artisti molisani, sarà inaugurata mercoledì 1° luglio all’ex Gil

MANIFESTO CIBARTSarà inaugurata mercoledì 1 luglio 2015 alle ore 17, presso il Palazzo Gil in Via Milano a Campobasso, la mostra CIBART, collettiva di artisti molisani curata da Nino Barone, in occasione dell’Expo 2015 di Milano.

Alla cerimonia d’inaugurazione saranno presenti gli artisti e lo stesso curatore che accompagneranno giornalisti e visitatori lungo la superficie espositiva. La mostra resterà aperta dal 1° al 23 luglio, dal lunedì al venerdì rispettando i seguenti orari: 9/13 – 16/19.

La nota critica

In occasione del grande evento internazionale dell’EXPO 2015 di Milano, anche la nostra regione darà il suo fattivo contributo al dibattito internazionale sulla nutrizione del pianeta, partecipando con un suo stand che aprirà i battenti nel mese di luglio.

La mostra degli artisti contemporanei molisani vuole essere un rafforzativo estetico all’iniziativa, che darà modo al mondo di conoscere la nostra regione attraverso i suoi prodotti eno-gastronomici, la qualità dell’ambiente naturale e lo stile di vita della sua popolazione.

Le ricerche specialistiche più avanzate hanno confermato l’esistenza di un antico e forte legame fra il cibo e le arti figurative, che hanno consentito alla cultura artistica di tramandare e far sopravvivere nel tempo i colori e le forme delle tradizioni eno-gastronomiche.

E’ attraverso le opere degli artisti che possiamo comprendere come sia cambiato il modo di guardare e pensare gli alimenti nel corso dei secoli.

Nei dipinti che ornano le tombe dell’antico Egitto, la raffigurazione di cibi e bevande o le scene di raccolto avevano una funzione magica e propiziatoria. Nella Grecia antica emerge l’importanza della convivialità e dei rituali legati al bere (il simposio). In età romana la rappresentazione del banchetto diventa ostentazione di fasto. Nel Medioevo la raffigurazione del cibo inizia ad avere un valore più propriamente allegorico e di status symbol: chi mangia detiene il potere. Nel Cinquecento il banchetto racconta di nuovo sia la l’iconografia religiosa dell’Ultima Cena (Leonardo da Vinci) che la convivialità sociale (Pieter Bruegel).

Nel Seicento il cibo diventa figura centrale nelle rappresentazioni di vita quotidiana e di genere dovuta anche all’iconoclastia protestante: dalle tele di Caravaggio alle nature morte dei pittori fiamminghi.

Nei secoli successivi la rappresentazione del cibo si fa sempre più partecipe del mondo reale per arrivare al Novecento dove il cibo in arte è sempre più evidente, fino a diventare arte che “si mangia”. Negli anni 60 Daniel Spoerri, appartenente alla corrente dell’Eat Art, mette in mostra collezioni di pasti.

Mentre La Pop Art di Andy Warhol e Roy-Lichtenstein, ha realmente portato in primo piano gli oggetti di largo consumo e gli articoli serializzati della società di massa con finalità estetiche nel mondo contemporaneo.

Riflettere, quindi, sul rapporto tra cibo e arte significa entrare nel vivo della storia dell’uomo e della società, rilevando la trasformazione e la moltiplicazione in diversi ambiti disciplinari del fare artistico, dai designer pubblicitari fino ad arrivare ai food designer contemporanei.

In questa mostra gli artisti SalvatoreAmedei Nino Barone, Elio Cavone, Michele Carafa, Maria Grazia Colasanto,  Cleofino Casolino, Sara Iafigliola, Renato Marini, Vincenzo Mascia, Fabiola Mignogna, Antonio Marcovicchio, Alessandra Peri, Michele Peri, Sara Pellegrini, Luigi Petrosino, Mariangela Regoglioso, Ernesto Saquella, Mario Serra, Nazzareno Serricchio e Antonio Tramontano presentano opere che, a loro volta, hanno sviluppato e approfondito il legame esistente tra la storia dei linguaggi della rappresentazione e le peculiarità culinarie dei prodotti eno-gastronomici locali, sperimentando metodologie operative che vanno dalla rivisitazione di antichi stilemi alle possibilità combinatorie del gioco creativo.

La diversità delle tecniche espressive utilizzate, che vanno dalla pittura acrilica su diversi supporti alla pitto-scultura, dalla scultura alla fotografia e all’istallazione, creano un insieme di esperienze, affascinante e coinvolgente, che consentirà ai visitatori di partecipare al gioco sociale collettivo della domanda e risposta visiva, generando la possibilità di riflettere sul vero tema della mostra proposto dell’Expò 2015: “riuscirà l’uomo a garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri?”

Nel nostro specifico ambito, da questa domanda ne sorgono spontaneamente altre due:” quale arte per la cucina e gli artisti come e con quali strumenti interverranno nel nuovo  processo di produzione dei beni materiali e di conservazione dei beni naturali?”

Probabilmente le risposte saranno molteplici e diversificate, che troveranno stimoli e motivazioni profonde nel rapporto del pensiero filosofico tra etica ed estetica, anche sperimentando la recente teoria “Somaestetica e l’arte di vivere” di Richard Shusterman.

E’ asintomatico pensare che Il prossimo futuro del pianeta dipenderà inevitabilmente dalla scelta umana “da che parte vogliamo stare”, e anche gli artisti non potranno sfuggire a questa scelta.

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