Salute Molise

Quattro mosse per mangiare in sicurezza

I rischi del cibo

Esistono numerosi rischi associati al cibo e, purtroppo, molti di essi non siamo sempre in grado di prevederli. Con la stagione calda, per esempio, anche gli alimenti più sani possono facilmente deteriorarsi: bastano temperature medie per avviare certi processi di alterazione dannosi – e in qualche caso letali – per l’uomo. E allora come comportarsi per porre rimedio? Bastano quattro accortezze per mangiare in sicurezza, vediamo quali.

Pulire

Il Centre For Disease Control e l‘Istituto Superiore di Sanità offrono chiare e perentorie indicazioni in merito: pulire, separare, cuocere, conservare bene i cibi. Queste le quattro parole d’ordine. Pulire le superfici e lavare bene le mani è il primo passo per evitare che i batteri che causano intossicazioni alimentari proliferino: essi sopravvivono molto facilmente in ambienti non igienizzati, pertanto è necessario che si prendano questi piccoli accorgimenti. Non solo mani e superfici: è fondamentale lavare molto bene anche frutta e verdura e assolutamente sotto l’acqua corrente.

Separare

Un altro comportamento virtuoso sarebbe separare alcuni cibi da altri. Carni crude, frutti di mare e pollame – potenzialmente molto pericolosi per l’uomo – andrebbero, infatti, tenuti lontani da altri cibi, proprio perché i batteri di cui sopra si moltiplicano con estrema facilità. Per le stesse ragioni, si richiede grande cautela anche con taglieri e piatti, che andrebbero cambiati in base ai cibi che usiamo.

Cuocere

Per eliminare questi batteri, inutile dirlo, non basta cuocere i cibi. Fondamentale è che la cottura arrivi a determinate temperature. Sarebbe indispensabile dotarsi, per esempio, di un termometro da cibo. Non basta controllare la cottura dal colore del cibo o dalla sua consistenza. Per esempio, stando alle indicazioni del Centre For Disease Control, circa 60 gradi sarebbe la temperatura giusta per tagli interi di manzo, maiale, vitello, agnello, prosciutto e pesci con le pinne; circa 70 per carne macinata; circa 75, infine, per il pollame, gli sformati, gli stufati o per scaldare gli avanzi.

Conservare

Ultimo passo: il frigo. L’ideale sarebbe tenere il frigo ad una temperatura di 4 gradi o inferiore e non farla mai salire. Non solo: il cibo in frigo non può restarci in eterno! Esistono delle tabelle che indicano, per ogni cibo, i tempi massimi di conservazione e sarebbe bene consultarle attentamente. Un discorso non tanto diverso va applicato anche alla conservazione in freezer: solo per fare un esempio, per zuppe e stufati si consiglia un periodo non superiore a 3 mesi; alcuni cibi come creme o mousse, invece, si consiglia addirittura di non congelarli affatto. Come il congelamento, anche lo scongelamento è un momento delicato: il cibo andrebbe, infatti, scongelato in frigo, in acqua o al più nel forno a microonde, ma mai sul banco cucina. Lì i batteri si moltiplicherebbero molto rapidamente non appena raggiunta la temperatura ambiente. Per le stesse ragioni si consiglia di non lasciare il cibo fuori dal frigo per più di 2 ore (o per più di 1 se la temperatura è più calda di 30 gradi).

Mangiare in sicurezza. Chi è più a rischio?

Posto che questi rischi sono significativi per tutti noi, alcune persone più facilmente possono imbattersi in intossicazioni pericolose: devono prestare particolare attenzione donne in gravidanza, bambini di età inferiore a 5 anni, adulti di età superiore ai 65 e ancora tutti coloro che hanno un sistema immunitario particolarmente debole. Per queste persone mangiare in sicurezza è ancora più importante.
Il cibo è vita, si sa. Ma questa equazione non è sempre vera. ll cibo deteriorato o eccessivamente elaborato può fare davvero male. Esercitiamo il diritto ad essere informati su quello che consumiamo: il cibo sano può fare la differenza.

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