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Cancelli chiusi al parco di via XXIV Maggio, il gestore si difende. “Nessuno sgravio per la sostituzione dei giochi, amministrazione poco collaborativa. Il Comune poteva trovare una soluzione da marzo”

L’ex gestore di via XXIV Maggio respinge le accuse al mittente. Michele Giglio non ci sta alle dichiarazioni del primo cittadino Antonio Battista, soprattutto al suo mancato preavviso per la riconsegna delle chiavi del parco.

“Di fatto – dice l’ex gestore – sono stato accusato di non aver dato modo e tempo all’amministrazione di trovare una soluzione senza che il servizio venisse interrotto, ma al Comune hanno avuto ben quattro mesi per attivarsi”. In effetti, la stessa determina di risoluzione apparsa sull’albo pretorio online del Comune di Campobasso riporta la data dello scorso 26 marzo 2018. Dal giorno della notifica della stessa, infatti, l’ex titolare della concessione aveva tre mesi di tempo per la riconsegna delle chiavi, che poteva avvenire entro il 20 luglio 2018.

“Il Comune – specifica Giglio – ha avuto circa quattro mesi per attivarsi e trovare la soluzione più idonea dal momento del mio rilascio. Riconsegnando le chiavi del parco dallo scorso 13 luglio il mancato servizio alla città è indice di scarsa organizzazione comunale e non inadempimento del sottoscritto”.

Ma l’ex gestore vuole fare chiarezza anche sulla questione costi, ripercorrendo le diverse situazioni che lo hanno portato a una simile decisione. “In sede di stipula del contratto, – racconta Giglio – oltre a versare anticipatamente l’importo del canone annuo, 6550 euro, come richiesto dal bando di gara, ho presentato, relativa polizza fideiussoria a copertura dei restanti canoni annui di gestione, garantendo così al Comune di Campobasso la riscossione in ogni caso”.

“Dopo circa due anni di gestione e pagamenti regolari, – prosegue feci però notare al sindaco e all’ufficio competente lo stato gravoso di alcuni giochi presenti all’interno del parco, sui quali non era più possibile fare manutenzione (mio onere) chiedendone la rimozione e la nuova installazione che faceva parte invece degli aggravi comunali. La mia richiesta non fu esaudita e fui invitato a richiedere la possibilità di occuparmi della rimozione e successiva installazione di nuovi giochi, facendomi carico delle spese e richiedendo di scomputarle dal canone di gestione. Su questo, però, – si sofferma Giglio – non ho mai ricevuto risposte esaurienti, fino a quando durante l’estate 2017 ho iniziato i lavori, dato che altalene e i giochini vari erano devenuti inutilizzabili. Di tutto ciò, di fatto, non mi è stato mai riconosciuto nulla e da quel momento in poi fermai i lavori, cercando allo stesso tempo, di far valere le mie ragioni, sospesi anche i pagamenti a loro carico. Fino a quando, con determina dirigenziale numero 828 del 26 marzo scorso fui invitato dall’ufficio comunale competente a lasciare libera l’area, riscontrando il termine di scadenza entro il 20 luglio”.

Insomma, per l’ex gestore dell’area uno dei quartieri più popolosi del capoluogo sarebbe rimasto senza il suo parco per un’amministrazione di fatto “poco collaborativa” con chi pur nei margini di un interesse privato operava per il bene della città.

Redazione

CBlive

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