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Faraaz Hussein è il nuovo ‘Giusto’ del giardino del Liceo Scientifico ‘Romita’. Fraracci: “Era uno studente modello. Poteva salvarsi, ha deciso di non lasciare sole le amiche”

La professoressa Adele Fraracci
La professoressa Adele Fraracci

GIUSEPPE FORMATO

Il ‘Giardino dei Giusti’ del Liceo Scientifico ‘Alberto Romita’ di Campobasso si arricchisce di una nuova pianta, una camelia messa a disposizione dall’Istituto Professionale dell’Agricoltura e l’Ambiente, dedicata quest’anno a Faraaz Hussein, studente ucciso in un attentato a Dacca il 1° luglio 2016.

Faraaz Hussein è il Giusto scelto dall’istituto campobassano per arricchire il giardino, dove l’anno scorso furono piantumati due alberi in onore di Emilio Barbarani, che per l’occasione venne a Campobasso, e in memoria di Tomaso de Vergottini, entrambi diplomatici, i quali a Santiago del Cile, negli anni ‘70, nascosero tantissimi innocenti dallo sguardo della DINA, la polizia segreta cilena. (LINK INTERVISTA A EMILIO BARBARANI).

Appartengono alla galleria dei Giusti coloro che hanno saputo proteggere il valore e la dignità dell’uomo nei periodi bui della storia, dando lustro alla loro Nazione.

La Giornata Europea dei Giusti, approvata dal Parlamento Europeo, parte dal grande significato morale del Giardino dei Giusti di Gerusalemme, istituito da Moshe Bejski per rendere omaggio a coloro che hanno aiutato gli ebrei durante l’Olocausto.

I ‘Giardini dei Giusti’ sono spazi pubblici, luoghi di memoria, di incontro e di dialogo dove vengono organizzate iniziative per mantenere vivi gli esempi di chi ha rischiato la propria vita per salvare quella degli altri.

È stata la docente di storia e filosofia, Adele Fraracci, dopo i saluti iniziali della Dirigente Scolastica, Anna Gloria Carlini, a raccontare, senza un pizzico di emozione, la storia del nuovo ‘Giusto’ del giardino del ‘Romita’, che idealmente, d’ora i avanti, guiderà il cammino degli studenti del Liceo Scientifico. A rendere particolare l’atmosfera le musiche del ‘Romita Ensemble’.

“Il percorso del ‘Giardino dei Giusti’ – ha spiegato la professoressa Adele Fraracciè iniziato due anni fa con la visita, all’ex Gil, dell’ambasciatore Emilio Barbarani, che presentò il suo libro ‘Chi ha ucciso Lumi Videla’, e in onore del quale inaugurammo l’anno scorso il nostro giardino, insieme all’albero in memoria di de Vergottini”.

“Quest’anno – ha proseguito la Fraracci alla platea di studenti – abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione e dedicare la pianta, messa a disposizione dagli studenti dell’Agrario, a un giovane studente, il ventenne Faraaz Hussein, ucciso nel 2016 nel corso di un attentato a Dacca, insieme ad altre ventitré persone, nove delle quali italiane”.

“Faraaz si trovava in un ristorante con due amiche vestite all’occidentale – ha sottolineato la docente di storiae poteva salvarsi. Aveva recitato a memoria i passi del Corano e gli attentatori gli avevano dato il benestare per lasciare il locale. Faraaz, invece, con un gesto di grande altruismo, decise di restare con le due sue amiche. Le forze dell’ordine, dopo l’attentato, ritrovarono i tre amici abbracciati, con le due ragazze che furono torturate”.

“Faraaz è un giusto – ha commentato la professoressa Fraracciperché, pur avendo avuto l’opportunità di salvare la propria vita, l’ha sacrificata nel rispetto della dignità delle due compagne”.

L’ambasciatore Barbarani, nei mesi scorsi, si è recato a Dacca, a far visita alla famiglia di Faraaz Hussein, raccogliendo un messaggio della madre, letto dalla docente campobassana agli studenti: “Ho sempre detto a mio figlio una cosa: rispetta sempre le donne, specialmente la loro dignità – il messaggio della donna – Poteva uscire vivo da quel locale, ma ha ricordato questi insegnamenti e non ha lasciato sole le sue due amiche. Ha mantenuto vivi i valori in cui credeva a costo della sua vita”.

L’attuale ambasciatore italiano a Dacca consegnerà le fotografie della giornata del Liceo Scientifico alla famiglia di Faraaz, in un ponte che collegherà il capoluogo molisano con la capitale del Bangladesh.

“Mi auguro – ha esortato la Fraracci rivolgendosi agli studentiche questo giorno possa essere d’insegnamento per voi, per il senso di responsabilità che ci ha trasmesso Faraaz. Ognuno di noi, nella vita, è chiamato a scegliere. La storia è da tenere sotto osservazione, perché entra nelle nostre vite e la nostra vita si svolge nella storia. Faraaz Hussein, studente modello, ha scelto e, quando meno se lo aspettava, ha visto la storia entrare nella sua vita, spegnendola”.

“Il ‘Giusto’ – ha commentato la docente campobassanaè nato in relazione ai crimini della Shoah, andando poi oltre, definendosi come tale chi salva vite umane senza chiedere nulla in cambio. Perché? Difficile dare una risposta – ha concluso Adele Fraracci – ma possiamo immaginare che ognuno di noi, nei momenti bui della storia, è chiamato a prendere una posizione e per costoro la scelta, con grande altruismo e coraggio, ricade dalla parte del bene. A rischio della propria vita”.

Redazione

CBlive

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