All’Unimol “Idroscalo 75”, personale di Claudio Bissattini a cura di Lorenzo Canova e di Piernicola Maria Di Iorio, omaggio a Pasolini

La locandina dell'evento
La locandina dell’evento

L’Aratro rende omaggio a Pier Paolo Pasolini a quarant’anni dalla sua scomparsa con la mostra Idroscalo 75, personale di Claudio Bissattini, artista romano che da anni lavora sul tema pasoliniano del degrado urbano, della poesia dei rottami, delle immondizie e dei luoghi periferici.

Claudio Bissattini ha conosciuto bene Pasolini in vita ed è stato anche giocatore della sua famosa squadra di calcio, partecipando nel 1975 anche al celebre incontro Centoventi contro Novecento in cui si sono sfidati i set di Pasolini e Bernardo Bertolucci, registi di Salò e Novecento.

Il percorso espositivo parte idealmente dall’opera che dà il titolo all’intera mostra, il quadro Idroscalo 75 dedicato allo scenario che ha contornato la tragica fine di Pasolini e che nella sua cruda secchezza di luogo in rovina ricorda in modo aspro e lirico la tragica morte del poeta.

Bissattini ci parla, dunque, dei detriti di un presente ormai decrepito e in disuso, di rottami abbandonati nelle discariche per comporre le fioriture artificiali di un’età industriale in disfacimento, creando immagini simili a quelli che Pasolini descriveva nei Versi del Testamento: «…coi pietroni tra l’immondizia umidi e fangosi; / […] per le strade abbandonate al vento, / tra le distese d’immondizia contro i palazzi lontani, / […] Non c’è cena o pranzo o soddisfazione del mondo, / che valga una camminata senza fine per le strade povere,/ dove bisogna essere disgraziati e forti, fratelli dei cani». Con uno sguardo che non dimentica la grande pittura dei secoli precedenti, Bissattini dipinge così i suoi paesaggi contemporanei raccontandoci la devastazione di un pianeta sempre più ricoperto da rifiuti e detriti, in una visione lirica e disillusa dove il pensiero si unisce alla nostalgia e alla denuncia. I motori e le latte, i cartelli, i copertoni e le carcasse di auto si uniscono quindi ai tubi e ai bidoni per rappresentare le rovine di un mondo in dissoluzione, resti estremi e scorie ultime di quel «materialismo consumista» che secondo Pasolini aveva disintegrato la purezza della cultura sottoproletaria.

 

Redazione

CBlive

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