Violenza di genere, la consigliera di parità della Regione, Giuditta Lembo, relaziona a Vienna

Giuditta Lembo, consigliera di parità della Regione Molise
Giuditta Lembo, consigliera di parità della Regione Molise

Si  sono conclusi venerdi a Vienna, con l’accordo di predisporre la stesura della Carta europea contro la violenza di genere nel prossimo incontro in autunno che  si terrà a Barcellona, i lavori  del seminario europeo organizzato da Efus dal titolo “Preventing and Countering Discriminatory Violence at the Locale” che hanno visto relazionare in rappresentanza della Regione Molise la consigliera di Parità Giuditta Lembo.  I rappresentanti delle Istituzioni locali, le istituzioni europee, le organizzazioni della società civile e altri esperti hanno discusso sulle strategie e le progettualità per contrastare la violenza di genere e hanno promosso lo scambio di buone pratiche.

Il seminario ha previsto relazioni da parte di ogni esperto sul tema discriminazioni e  violenza di genere, tavole rotonde con i rappresentanti delle istituzioni regionali, nazionali  ed europee, workshop sulle migliori pratiche per gli operatori locali, e visite sul campo di alcuni dei progetti di prima linea in corso a Vienna per prevenire la discriminazione. La Lembo plaude alla iniziativa dell’EFUS ed aggiunge: “Sono soddisfatta nel vedere che  progetti da me realizzati, nel corso di oltre tredici anni di lavoro, hanno visto riconosciuta la loro valenza anche fuori dall’Italia e alcuni di essi siano stati individuati come buone prassi e replicabili in altri paesi europei, è questa  una  ricompensa ineguagliabile. Era il lontano 2004 quando da pioniera mi accingevo a realizzare la Rete antiviolenza regionale e il Comitato interistituzionale, sono passati molti anni da allora e oggi tante persone  nella mia regione sono impegnate a contrastare fenomeni discriminatori come quello della violenza di genere, fare fronte comune tra le Istituzioni, il mondo dell’associazionismo impegnato sempre in prima fila, i sindacati, il mondo della scuola, l’Università, le Forze dell’ordine, le Istituzioni ecclesiastiche, è la strategia vincente. La violenza contro le donne – prosegue la consigliera – è un problema strutturale della società e la sua radice risiede anche nelle discriminazioni di genere presenti in diversi ambiti della vita quotidiana di moltissime donne e  anche in ambito lavorativo. In questi anni , ho ascoltato tante donne vittime di discriminazione e violenze a seguito di problematiche legate alla maternità o per molestie sessuali o per mancato avanzamento di carriera o per lavoro nero, supportandole anche nelle azioni in giudizio, ma nello stesso tempo ho  avviato azioni positive importanti nell’ambito della conciliazione vita-lavoro, dell’imprenditoria femminile, della rimotivazione al lavoro dopo i percorsi di violenza, di formazione sui temi delle molestie sessuali e violenza sui luoghi di lavoro.

Certo c’è ancora moltissimo da fare perché l’Italia è fanalino di coda sia per l’occupazione femminile, soprattutto al Sud, sia per la natalità. Ritengo, pertanto, che la Risoluzione Europea sulla “Creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all’equilibrio tra vita privata e vita professionale”, approvata il 13 settembre scorso e di cui si sono occupate in un confronto nazionale in quanto oggetto di un approfondimento e riflessione fra tutte le consigliere di parità, nonché la ratifica della Convenzione di Istanbul, siano per tutte, ma soprattutto per il Governo, una linea da seguire per migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle donne e degli uomini. Pur prendendo atto di alcune importanti innovazioni contenute nelle ultime leggi di stabilità del 2016 e del 2017 in riferimento a detassazione della produttività per misure di welfare aziendale e conciliazione via lavoro, dei giorni di congedo per le donne vittime di violenza, dei  voucher asili nido, dei  voucher baby-sitter, del  bonus Mamma domani e altro, ritengo che c’è ancora moltissimo da fare perché l’Italia è ancora fanalino di coda sia per l’occupazione femminile, soprattutto al Sud, sia per la natalità.  E che per questo sia necessaria una politica meno frammentata che abbia come obiettivo il perseguimento della realizzazione dei contenuti della Risoluzione europea: intensificare l’impegno in materia di work-life balance per incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro; modernizzare il mercato del lavoro, in particolare “concentrarsi sulle forme innovative di organizzazione nel luogo di lavoro e bilanciare le esigenze di donne e uomini di trovare un equilibrio tra vita privata e vita professionale con gli obiettivi di produttività/redditività delle imprese, tenendo sempre salde le tutele; spingere verso una maggior condivisione dei compiti familiari e di cura che variano nel corso della vita, anche aumentando il congedo di paternità obbligatorio;  investire in servizi idonei e norme specifiche (nidi e professionisti di qualità sono fondamentali) che portino vantaggi e ricadute positive anche sui bambini e sulla qualità del loro percorso di crescita, maturazione e sviluppo cognitivo; rimuovere le discriminazioni di genere nel mondo del lavoro, anche attraverso una maggiore valorizzazione delle Consigliere di Parità al fine di rafforzarne il ruolo e l’indipendenza (Dir. 54/2006 e Risoluzione Europea artt. 15 e 18); diffondere la cultura delle pari opportunità nel mondo studentesco per meglio contrastare gli stereotipi di comportamento”.

“Siamo alla vigilia dell’8 marzo – conclude la Lembo –  e per questa data, la Conferenza delle Consigliere di Parità, ha aderito ai contenuti dell’appello del movimento NI UNA MENOS (NON UNA DI MENO) che, nato in Argentina, ha contaminato 22 paesi e tante associazioni e movimenti per dire NO ALLA VIOLENZA MASCHILE sulle donne. Auspico personalmente , un 8 marzo ricco di contenuti volti  alle azioni  , alla concretezza e alla presa di coscienza di un’attenzione  ancora insufficiente e poco costante verso tali fenomeni”.

Redazione

CBlive

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