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Biomasse, è polemica tra gli ambientalisti. Accuse e recriminazioni tra chi ha sposato o meno la causa. Dal presidio di Campochiaro: “Nessuna strumentalizzazione”

biomasse_campochiaroSi infiamma la polemica tra gli esponenti del comitato ‘No Biomasse’, costituitosi per contrastare la realizzazione delle due centrali a biomasse nei territori di Campochiaro e San Polo Matese, e Legambiente. In una lettera il comitato prende, infatti, le distanze dalle accuse di essere un movimento ambientalista dell’ultima’ora “politicizzato e strumentale” che sarebbero state mosse proprio dal presidente di Legambiente, Mariassunta Libertucci.

Per i matesini che, nei mesi scorsi, per giorni hanno manifestato dinanzi al cantiere della Di Zio costruzioni si tratta di accuse sterili alle quali fanno da contrappeso i fatti, ovvero l’annullamento, da parte della Regione Molise, delle due autorizzazioni, relative alla realizzazione di un impianto di energia elettrica da biomassa-pollina della potenza di 5 megawatt nel comune di San Polo Matese rilasciata alla ditta Di Zio costruzioni meccaniche spa e alla realizzazione e all’esercizio di un impianto di energia elettrica da biomassa vegetale legnosa della potenza di 0.999 megawatt nel comune di Campochiaro rilasciata alla ditta Civitas srl.

“Legambiente Molise e tutti quelli che hanno tacciato il presidio di essere politicizzato, partitico, strumentale, composto da chi non aveva nulla di meglio da fare a casa – tuonano dal comitato ‘No biomasse’ – dovrebbe chiedere scusa a quegli uomini e a quelle donne che hanno piantonato il cantiere notte e giorno. Un’azione messa in atto per difendere il proprio territorio da politiche scellerate e autorizzazioni concesse in modo a dir poco superficiale. I rappresentanti del comitato – prosegue la nota – hanno sfidato il freddo e la notte, quando le temperature scendevano drasticamente, quelle donne e quegli uomini sono rimasti lì, anche e soprattutto senza la presenza delle telecamere”. 

Per i rappresentanti del presidio di Campochiaro la vicenda relativa alle centrali a biomasse è stata dunque per Legambiente “un’occasione mancata, in cui avrebbe potuto sensibilizzare e coinvolgere i cittadini sulle tematiche ambientali del territorio, come già si occupa di fare da anni”.

Intanto, mettendo da parte le polemiche degli ambientalisti e di chi sia o meno il merito di una battaglia, che in un certo qual modo avrebbe dovuto riguardare tutti i molisani, resta sempre in primo piano l’iter della vicenda che sarà segnata dalla giustizia amministrativa. Ora si dovrà, infatti, attendere il mese di luglio per conoscere la decisione del Tar Molise in merito ai ricorsi presentati dalle aziende Civitas e Di Zio che hanno impugnato la sospensione della Giunta regionale delle autorizzazioni delle centrali.

fab.ab

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