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Vinchiaturo, sport e benessere: “Il diritto a stare bene” unisce giovani, tecnici e istituzioni

Costruire una comunità più unita, attenta ai bisogni dei giovani e delle famiglie, partendo dallo sport come linguaggio universale di benessere e legalità. Si è parlato di questo  nel secondo appuntamento del ciclo Pourparler promosso dall’associazione Radici, dal titolo “Diritto a stare bene”, che si è svolto sabato 1 novembre a Vinchiaturo.
Un evento partecipato, realizzato in collaborazione con il Coni Molise, Sport e Salute e l’Ordine degli psicologi del Molise, che ha messo al centro il legame fra sport, salute mentale e prevenzione del disagio giovanile.
«L’obiettivo – ha spiegato Fabiola D’Angona, moderatrice dell’iniziativa – è arrivare ai ragazzi, avvicinarli al mondo dello sport per aiutarli a capire che per diventare grandi serve una grande scelta di vita, e lo sport può essere la strada giusta».
Attorno a questo messaggio si sono confrontati amministratori, tecnici e operatori del settore, con una consapevolezza condivisa: i campi e le palestre dei piccoli centri sono veri presìdi educativi, luoghi dove si impara la disciplina, il rispetto delle regole e il valore della collaborazione.
Il presidente del Coni Molise, Benito Suliani, ha ricordato come «promuovere lo sport a 360 gradi significhi diffondere valori fondamentali per contrastare le devianze e offrire opportunità sane a ogni fascia d’età, dai bambini agli anziani, passando per gli adolescenti».
Un approccio che, come ha sottolineato anche il consigliere regionale delegato allo sport Armandino D’Egidio, trova riscontro nelle progettualità che si stanno portando avanti per potenziare gli impianti e favorire la pratica sportiva di base.
Su questo aspetto si è soffermato anche il consigliere regionale Angelo Primiani: «Nei piccoli centri del Molise sono sempre più diffusi episodi di disagio e violenza giovanile. Lo sport rappresenta quello strumento irrinunciabile per contrastarli, educando al rispetto, alla responsabilità e alla legalità. Le palestre dei nostri paesi – ha aggiunto – sono un presìdio sociale indispensabile, dove si formano esempi sani e concreti per le nuove generazioni».
A collegare sport e salute mentale – specialmente per i più giovani – ci ha pensato poi Fabrizio Mascioli, per l’Ordine degli psicologi: <<Lo sport può e deve supportare il sistema famiglia e allo stesso tempo il mondo della scuola nell’affrontare le difficoltà tipiche di questo momento storico. Ma resta fondamentale il dialogo tra giovani e adulti, il tempo lento da dedicare alle relazioni. È una responsabilità che spetta a noi adulti, applicando il cosiddetto modello delle due R: regole e relazione. Di questo abbiamo bisogno>>.
Carlo Marolla, coordinatore molisano della campagna nazionale “Diritto a stare bene”, ha parlato dell’iniziativa popolare che mira a istituire una rete pubblica di psicologia.
«Vogliamo portare in Parlamento una legge per garantire un servizio psicologico gratuito e diffuso, perché la salute mentale è un diritto, non un privilegio – ha spiegato -. In Molise quasi un ragazzo su tre tra i 15 e i 19 anni fa uso di droghe: è tempo di agire anche su questo piano».
Prezioso anche il contributo dell’ex calciatore di Serie A Dario Bellomo che ha sottolineato tramite l’esempio l’importanza della squadra e dell’impegno quotidiano: «Il talento ti fa entrare in campo, ma sono la disciplina e i compagni che ti tengono lontano dalle scorciatoie sbagliate» – ha dichiarato.
Con un videomessaggio, è arrivato forte e chiaro anche l’appello alla pratica sportiva da parte di Luigi Busà, campione olimpionico di Karate.
Le testimonianze dei giovani atleti di Vinchiaturo hanno restituito infine la dimensione più autentica dello sport come palestra di vita: «La prima vittoria è restare nel gruppo quando tutto sembra più difficile, è imparare ad aiutare e chiedere aiuto restando sempre fianco a fianco» – hanno raccontato, in sintesi, donando al pubblico la propria esperienza.
L’associazione Radici prosegue così nel percorso di comunità che intreccia dialogo, partecipazione e progetti concreti: più ore attive per i ragazzi, reti tra scuole e società sportive e una cultura condivisa del benessere. Perché – come hanno ricordato gli organizzatori – «il benessere non è un fatto individuale, ma un impegno collettivo che si costruisce ogni giorno».

Redazione

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