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Cronache marziane / La bandiera blu a ‘singhiozzo’: Termoli nord e Campomarino lido promosse, cartellino rosso per Termoli sud e Petacciato

La costa termolese
La costa termolese

CRISTINA SALVATORE

Scorrendo velocemente le pagine di un noto quotidiano nazionale, come spesso accade nel periodo che precede l’arrivo della stagione estiva, l’occhio mi è caduto sulla notizia incoraggiante riguardo l’aumento del numero di lidi che quest’anno hanno ottenuto l’assegnazione dell’ambita Bandiera Blu: riconoscimento che ogni regione bagnata dal mare sogna di guadagnarsi con merito e vanto. Ebbene, 342 lidi hanno ottenuto la certificazione della FEE nel nostro Paese, che significa ben 49 in più rispetto allo scorso anno. Da molisana abituata da sempre agli splendidi risultati del “mio” mare, ho pensato che stavolta pure le pozzanghere sulla Provinciale 168 sarebbero state adatte a praticare lo snorkeling. E, invece, scorrendo la lista delle spiagge bocciate ho sgranato gli occhi come faceva mio nonno quando veniva svegliato all’improvviso perché in procinto di cadere dalla sedia: Termoli nord e Campomarino lido promosse, mentre per Termoli sud e Petacciato “fuffa”.

Ora, la domanda che m’è venuta spontanea è esattamente questa: cosa diamine sarà accaduto nella spiaggia a sud in questo lunghissimo anno? Per caso pescano le cozze a Sant’Antonio e le vanno a sbarbare a Rio Vivo? Nuotano nelle acque fresche del nord e scappano a liberare la vescica a sud?

A questo punto mi sono documentata, ho voluto capire di più e sono andata a leggere i criteri di assegnazione scoprendo che non vengono valutati solo i litorali ma anche la qualità dei servizi, l’ecologia e la capacità di valorizzare la natura circostante.

I criteri guida per ottenere la Bandiera Blu sono ben 32 tra cui primeggiano “l’assoluta validità delle acque di balneazione; l’efficienza della depurazione; la raccolta differenziata; le aree pedonali; le piste ciclabili; gli spazi verdi; i servizi degli stabilimenti balneari”.

Inoltre, la spiaggia deve essere accessibile per un’ispezione non annunciata da parte della FEE, e questo mi pare ovvio anche perché rassettare il fondale marino, risucchiare e filtrare tonnellate di Escherichia coli in fretta e furia, seppur precedentemente avvisati, è una fatica pure per chi come noi ha un buco di costa stretto e corto.

A questo punto la differenza tra il litorale nord e quello sud di Termoli non può che risiedere nel divario insanabile tra i servizi offerti dai diversi stabilimenti.

A nord abbiamo una cura maniacale per il benessere del turista, tanto che i gestori dei lidi accompagnano i bagnanti in mare (che entrano a turni alterni e per non più di 20 minuti ciascuno) formando veri e propri scudi umani in grado di proteggere gli ospiti dagli schizzi d’acqua sfuggiti a qualche bambino vivace in corsa verso l’infinito.

A sud, invece, se ti viene voglia di fare un bagno per rinfrescarti, devi:

1)      attraversare la fila di amiche della comitiva della sera, stese sulla riva l’una accanto all’altra tanto da formare una catena umana visibile dalla Grande Muraglia;

2)      sorpassare il campo da biglie in sabbia che è lungo quanto il Mission Hills Golf in Cina;

3)      deviare i due che si ostinano a giocare a racchettoni anche se il record massimo di palleggi è quello con la signora sulla sdraio a riva.

4)      Evitare l’effetto Tsunami provocato dai ragazzini tarantolati che galoppano in acqua sfuggiti al controllo del sistema nervoso centrale.

In più, quando si è colti da un leggero languorino, il bagnino suggerisce di arrangiarsi con due telline rastrellate alla cieca con le mani perché “il ristorante è pieno e dopo le 14,00 la cucina chiude”.

Nella spiaggia a sud, poi, i bambini che non hanno trovato nemmeno uno stralcio di ombrellone libero vengono ricoperti da uno strato di crema spesso come la tuta della Cristoforetti e più unto di un Crispy McBacon e poi liberati in acqua, dove rilasciano scie chimiche di colore bianco-opaco in grado di uccidere persino il delfino gonfiabile su cui si aggrappano.

E allora, quest’estate, in attesa che il prossimo anno possa restituirci ciò che ci è stato tolto, convinti di poter fare sempre meglio grazie alle infinite bellezze di cui la natura c’ha gentilmente omaggiato, si potrebbe pensare di chiedere l’assegnazione di una simbolica “Bandiera Gialla”: che da noi ci si diverte e si balla, almeno, non è un dato confutabile.

Redazione

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