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Fondi agli asili nido: il contenzioso al TAR Lazio impone al Governo la retromarcia. L’avvocato Salvatore Di Pardo: “I criteri erano illegittimi, a danno dei bambini fino a due anni”

Una prima, significativa vittoria. Il governo, attraverso il sottosegretario Laura Castelli, ha stabilito sugli asili nido un livello minimo e uno massimo di servizio che viene riconosciuto a tutti i Comuni, redistribuendo il Fondo di solidarietà comunale. Si è dato dunque seguito alle istanze di Salvatore e Giuliano Di Pardo, gli avvocati che stanno portando avanti il contenzioso di oltre 70 comuni davanti al Tar del Lazio sul problema del mancato finanziamento degli asili nido al sud. 

“Finalmente – commenta Salvatore Di Pardoil governo prende atto delle illegittimità dei criteri finora seguiti per ripartire le risorse del fondo perequativo di solidarietà comunale. Criteri che penalizzavano gravemente i piccoli comuni, in particolare del centro sud, non riconoscendo a questi alcuna risorsa per garantire ai bambini e alle loro famiglie il servizio di asilo nido. Zero erano infatti le risorse assegnate a fronte di migliaia di bambini fino a due anni a cui i comuni dovevano garantire il servizio”.

Nelle more del federalismo fiscale il governo aveva bloccato la progressione, prevista dalla legge, dal criterio della spesa storica verso il sistema perequativo, congelando anche per il 2019 la quota al 45% e producendo un danno per chi storicamente ha avuto meno risorse e ha comunque un fabbisogno da fronteggiare non garantito da copertura finanziaria. Il ministero dell’Interno, inoltre, aveva confermato per tutti i Comuni gli identici importi assegnati al 2018, malgrado i fabbisogni del 2019 fossero diversi. In questo modo un Comune che nel 2018 aveva 100 bambini ai quali assicurare l’asilo nido e nel 2019 ha solo 50 bambini avrebbe ottenuto dal fondo la medesima cifra, fruendo di risorse sovrabbondanti, mentre un Comune che nel 2018 aveva 100 bambini a cui assicurare l’asilo nido e nel 2019 ne ha 200 avrebbe continuato a prendere la medesima cifra ma, non avendo risorse sufficienti, 100 bambini non avrebbero potuto andare all’asilo.

Adesso, il cambio di rotta. La battaglia continua, però. “Si tratta – secondo Giuliano Di Pardodi un primo risultato di una lunga battaglia partita dal libro inchiesta di Marco Esposito che ha determinato una vera e propria rivolta dei comuni che hanno agito davanti al Tar del Lazio. Determinante è stata poi l’ordinanza del giudice amministrativo che ha imposto al governo di giustificare i criteri seguiti nel riparto delle risorse, alla luce del fatto che i comuni ricorrenti non ricevevano neppure un euro per garantire l’assistenza ai tantissimi bambini residenti. Tuttavia c’è grande soddisfazione perché il governo ha finalmente sanato una situazione oggettivamente illegittima e molto penalizzante per i comuni del sud”.

Redazione

CBlive

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