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Egam in aula il 7 marzo. Un emendamento di Ciocca, sottoscritto da dieci consiglieri, chiarisce: “Acqua pubblica e coinvolgimento diretto di Molise Acque”

Il Consiglio regionale del Molise
Il Consiglio regionale del Molise

La proposta di legge 136 sull’istituzione dell’Egam, il nuovo ente di gestione idrico, torna in Consiglio regionale martedì 7 marzo 2017. L’assise di Palazzo D’Aimmo, riunita questa mattina, venerdì 3 marzo, infatti, ha aggiornato la seduta, dopo aver approvato una pregiudiziale, per la mancanza di due pareri sul testo denominato “Disposizioni in materia di Servizio Idrico Integrato”.

L’iscrizione della proposta di legge all’ordine del giorno del Consiglio regionale, voluta dal governatore Frattura, suscitò un vespaio di polemiche tra le fila della minoranza e anche di qualche esponente della maggioranza.

Non si è riusciti, infatti, a portare a termine la discussione e la relativa approvazione del disegno di legge nelle commissioni Prima e Terza, riunite congiuntamente, per il venir meno del numero legale. Ad abbandonare la seduta della commissione, infatti, i consiglieri dell’opposizione, grillini e di centrodestra, e gli esponenti di maggioranza Niro e Petraroia.

“Manca la relazione tecnico-finanziaria – ha sottolineato Vincenzo Niro durante l’assise regionale – e un parere che ho richiesto di essere esaminato dalla Commissione, la cui richiesta però, è stata bocciata dal presidente della stessa. Si tratta di un parere indispensabile per permettere a tutti i consiglieri regionali di esaminare nel merito la questione e fugare tutti i dubbi”.

Ad assistere alla seduta del Consiglio regionale diversi sindaci dei Comuni molisani e gli esponenti di alcune associazioni, come Libera, che hanno richiesto a gran voce il coinvolgimento di Molise Acque e degli stessi enti comunali nella gestione idrica molisana.

A fugare ogni dubbio sulla questione, oltre al governatore Frattura, anche il consigliere regionale Salvatore Ciocca, protagonista negli ultimi giorni di una campagna sull’acqua pubblica, il quale ha presentato un emendamento alla proposta di legge, sottoscritto anche dai colleghi dell’intergruppo gruppo Sinistra Consiliare, Monaco e Ioffredi, e da Di Pietro, Lattanzio, Totaro, Di Nunzio, Parpiglia, Scarabeo e Niro.

L’emendamento, che sarà discusso martedì 7, prevede il coinvolgimento diretto dell’azienda speciale ‘Molise Acque’ alla gestione del servizio idrico integrato, attuato “attraverso la modifica della legge regionale numero 37 del 1999, per modificarne assetto strutturale e finalità istituzionali”. Un’operazione da effettuarsi entro 90 giorni dalla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Molise della legge che dovrà essere discussa e approvata martedì 7.

“Si tratta di un emendamento – ha spiegato il consigliere regionale Salvatore Ciocca durante l’assise –, in perfetta linea col pensiero del presidente Frattura, che chiarisce una posizione importante, evitando incomprensioni sul ruolo che dovrà avere Molise Acque nella gestione pubblica dell’acqua, ma anche per sgombrare ogni dubbio a chi continua a temere la privatizzazione del bene più prezioso. Un passo in avanti nel percorso della chiarezza, soprattutto per evitare polemiche inutili, quanto pretestuose. In tale ottica, la modifica dello statuto dell’azienda speciale è indispensabile per allargarne e rideterminarne le competenze, dalla captazione alla depurazione”.

Per gli esponenti del Movimento 5 Stelle, Antonio Federico e Patrizia Manzo, in attesa dell’assise di martedì 7, “restano intatti i nostri dubbi sulla sostenibilità economica di Egam e sugli obblighi previsti per i Comuni. Affermare che l’acqua è pubblica significa anche mettere in condizione i Comuni di essere protagonisti di questo momento, sia in termini culturali che formali, e non soggetti deboli che subiscono riforme calate dall’alto. Occorre ancora far rispettare i principi del referendum del 2011 sull’acqua pubblica, una battaglia che deve andare oltre lo slogan e deve coinvolgere una forza politica e sociale che, con passione e determinazione, garantisca la gestione pubblica di un bene che rappresenta un diritto inalienabile. L’acqua non può essere proprietà di nessuno, ma deve essere un bene condiviso equamente da tutti e che solo il pubblico può garantire”.

Redazione

CBlive

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