Il Teatro Savoia di Campobasso ha ospitato la celebrazione dei trent’anni di attività dell’Associazione Italiana Persone Down (AIPD), un’occasione per fare il punto su storia, risultati e prospettive future. All’iniziativa, dal titolo “Trent’anni di inclusione: storia, conquiste e nuove sfide”, è intervenuta la Ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, tornata in Molise a poche settimane di distanza dalla sua ultima visita.
Un bilancio ricco di tappe e di risultati è stato tracciato dalla presidente della sezione campobassana, Giovanna Grignoli, che ha ricordato come in questi decenni siano nati un Centro diurno, laboratori, percorsi di formazione e lavoro, fino all’apertura della “Casa del domani e del dopo di noi”, pensata per offrire serenità ai genitori e prospettive di autonomia ai figli.
“Abbiamo fatto molto – ha sottolineato Grignoli – ma resta ancora una sfida aperta: il lavoro. In Molise le imprese sono ancora timorose ad assumere persone con disabilità intellettiva, mentre altrove le convenzioni hanno portato buoni risultati. Per questo lanciamo un appello ad aziende e Comuni: l’inserimento lavorativo arricchisce le persone e rende i luoghi di lavoro più sereni”.
La Ministra Locatelli ha voluto rimarcare i progressi in atto: “In Italia è tempo di cambiamento: con la riforma della disabilità e i nuovi strumenti che stiamo mettendo in campo, come il bando da 380 milioni destinato al terzo settore, possiamo finalmente adottare una prospettiva che metta al centro la persona, valorizzandone i talenti e superando la logica dell’assistenzialismo”.
Al centro della riforma, ha aggiunto, vi è l’idea di un progetto di vita personalizzato, costruito sulle esigenze e sulle capacità di ciascun individuo. “Qui a Campobasso ho incontrato persone che da trent’anni dimostrano impegno, creatività e determinazione. A loro va il mio grazie per aver saputo costruire percorsi e offrire risposte concrete. Ma c’è ancora tanta strada da fare”.
Locatelli ha, infine, richiamato il lavoro congiunto con il titolare dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, per garantire maggiore continuità ai percorsi educativi e di presa in carico. “La scuola è il primo tassello – ha detto – ma occorre un approccio che accompagni la persona in tutti gli ambiti della vita quotidiana: dal lavoro allo sport, dal tempo libero alle relazioni sociali. Credo molto nella formazione, ed entro il prossimo anno contiamo di completare la sperimentazione avviata”.
L’evento si è chiuso con un messaggio condiviso da istituzioni, associazioni e famiglie: inclusione significa guardare oltre i limiti, per costruire comunità in cui ognuno possa esprimere le proprie potenzialità.















