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Il valore dell’informazione locale. Morgante dalla scuola Ucsi di Assisi: “I giornalisti del territorio non si sentano di serie B”

Anche il Molise presente alla scuola di formazione ‘Zizola’ dell’Ucsi

‘Raccontare la città’. Questo il tema a cui è stata dedicata l’edizione 2018 della scuola di formazione intitolata a Giancarlo Zizola dell’Ucsi – Unione Cattolica della Stampa Italiana – a cui ha partecipato anche il Molise.

La tre giorni tenutasi ad Assisi ha preso il via dalla Cittadella dove, a confrontarsi insieme alla presidente Ucsi, Vania De Luca, sono stati il giornalista e scrittore Mario Marazziti, il consulente ecclesiastico dell’Ucsi Francesco Occhetta, il direttore di Tv2000 e InBlu Radio Vincenzo Morgante e il sindaco di Assisi Stefania Proietti.

Un confronto e un dibattito propositivo ha tenuto banco nel primo giorno della scuola, durante il quale è stato fatto il punto sull’importanza della professione giornalistica nel dar voce a ciò che accade in città.

Così se per Mario Marazzini, giornalista e scrittore, è quanto mai urgente “ricreare un’empatia e una simpatia all’interno delle comunità”, a partire da un uso corretto del linguaggio per rigettare le estreme semplificazioni incapaci di decodificare la complessità di oggi, è stato Padre Occhetta che ha inteso riavvicinare l’idea del giornalista a quella dell’artigiano.

Proprio il consulente ecclesiastico Ucsi ha, infatti, definito il mestiere di giornalista innanzitutto come vocazione, passando subito dopo a declinare una serie di parole e concetti chiave per poter raccontare la città. Tra questi quello di saper “connettere le solitudini” della città, ovvero mettere insieme le ricchezze di ognuno e costruire comunità.

A concentrarsi sul valore dei giornalisti che raccontano il territorio è stato poi Vincenzo Morgante. “I dati di ascolto e le percentuali di vendita – ha detto il direttore di Tv2000 – confermano che l’informazione locale non solo tiene, ma in zone del Paese riesce anche ad incrementare. Questa è la conferma che c’è un’esigenza da parte dei cittadini, per un motivo culturale e identitario, di avere una buona informazione sulla vita delle loro comunità”.

Per Morgante dunque “i giornalisti del territorio non devono sentirsi giornalisti di serie B, ma devono devono ricordarsi che un’informazione di prossimità quando fatta con competenza e con serietà riscuote successo. Un giornalista del territorio racconta la vita di una comunità, racconta la vita della gente che conosce, significa che tu giornalista vivi in quella comunità e questo è un valore importantissimo perché incarna quella prossimità della conoscenza diretta di fatti e di persone”.

Morgante si è poi soffermato anche sugli ultimi episodi e sulle recenti “minacce” al mondo dell’informazione.

“Non possiamo – ha detto – mettere in discussione la libertà di stampa e l’articolo 21 della Costituzione. Certi attacchi sono, dunque, da condannare e da respingere. Tuttavia, noi della categoria dobbiamo interrogarci se siamo sempre stati all’altezza della responsabilità che questo mestiere comporta e magari chiederci se talvolta o, in alcune circostanze, qualcuno di noi non si è meritato qualche critica, magari contribuendo a dare un’immagine della categoria non sempre delle migliori”.

La scuola Ucsi è poi proseguita con i laboratori e terminata con la santa messa celebrata da Padre Francesco Occhetta nella basilica inferiore di San Francesco ad Assisi.

Subito dopo a compiere un bilancio della tre giorni ad Assisi la presidente Ucsi, Vania De Luca che, soffermandosi sul significato del tema ha voluto ribadire come ascoltare le voci di una città significhi guardare i segni di speranza”. Segni questi, di cui si ha necessariamente bisogno “in un simile momento di disgregazione, dove si gioca a distruggere a ad aggredire chi si ritiene lontano o chi si ritiene nemico”.

Nelle parole della presidente Ucsi anche la ricorrenza dei sessant’anni dalla nascita dell’associazione che sarà celebrata nel 2019. “L’Ucsi – le parole della De Luca – ha una storia significativa alle spalle, però se questa associazione vuole guardare avanti deve accogliere i giovani, saper dare loro degli spazi. Deve rivolgersi a loro parlando da una generazione all’altra, non da una prospettiva dall’alto in basso, ma facendo cammini di condivisione”.

In fondo solo ponendosi sullo stesso piano è possibile, tutti insieme, volgere lo sguardo verso il domani, proprio come di ritorno da Assisi in Molise hanno voluto ribadire la presidente Ucsi Molise, Rita D’Addona, la consigliera nazionale Ucsi, Enrica Cefaratti, e il consulente ecclesiastico don Paolo Scarabeo.

Redazione

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