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La ‘Petrone’ torna ad alzare la voce, la preside Battista: “Necessità di ritrovare i luoghi didattici”. Simonetti lascia il Consiglio d’Istituto e non esclude una candidatura politico-amministrativa

La conferenza stampa davanti all'Istituto Comprensivo 'Petrone'
La conferenza stampa davanti all’Istituto Comprensivo ‘Petrone’

Tornano a farsi sentire i vertici e i genitori degli alunni dell’Istituto Comprensivo ‘Petrone’ di Campobasso, che questa mattina, venerdì 3 novembre 2017, hanno incontrato la stampa davanti al plesso di Vazzieri, al fine di fare il punto della situazione rispetto alla presunta mancanza di sicurezza dell’edificio scolastico.

“Il problema di un segmento scolastico costretto a spostarsi in altre sedi, continua a rappresentare – ha affermato la Dirigente Scolastica, Maria Cristina Battistaun problema per l’intera istituzione, perché la restrizione degli spazi inizia a pesare ai nostri alunni. Ben vengano le ospitalità della nostra scuola primaria dell’Università e del ‘Manzù’, ma doveva essere una soluzione solo per superare la situazione di emergenza. I nostri ragazzi hanno necessità di spazi per la didattica e non vogliono spiegare cosa significhi didattica. Lo sappiamo noi che siamo operatori della scuola”.

“Non vogliamo perseguire scopi diversi – ha precisato la preside Battista – se non quelli di mantenere viva una problematica, che sta oltrepassando la sopportabilità dei ragazzi, che devono tornare necessariamente tornare in ambienti didattici. E non parlo dell’aula classica. Qualcuno fa finta di non conoscere le nuove necessità dei ragazzi, oppure certe dinamiche non le conosce, perché ancora legato ai vecchi metodi”.

Prima dell’intervento della Dirigente Scolastica ad aprire l’incontro, Nicola Simonetti, presidente del Consiglio d’Istituto, che ha annunciato di non ricandidarsi alle prossime elezioni per il rinnovo degli organi scolastici, spiegando “non per mollare la lotta di un diritto dovere, ma perché in questa città, in questa provincia, alcuni importanti amministratori non riescono, per un loro limite, a distinguere l’amicizia, la conoscenza, dai rapporti interpersonali, dalla responsabilità istituzionale, che ognuno di noi può rappresentare od avere. Considerare un reale problema oggettivo, una sorta di lotta tra parti opposte, tra contendenti o tra singoli individui, distoglie tutti dalle attenzioni che invece, un reale problema costituisce per la comunità intera. Non ci si può preoccupare di un gazebo di protesta in piazza, invece che analizzare quel problema e risolverlo definitivamente con intelligenza e lungimiranza”.

“Continuerò la lotta in altre vesti – ha sottolineato Simonettiscegliendo una vera candidatura, visto che molti di questa amministrazione comunale, e non solo, più volte me ne hanno chiesto conto. Certo, mi toccherà cercare una dimensione che mi rappresenti in pieno e che mi distanzi a dovere da chi oggi è amministratore…sarà arduo! Ma abbiamo tempo e i giusti spazi per valutare”.

“Una scuola adeguata al 72% o migliorata sismicamente dallo 0,54 allo 0,70 non è una scuola sicura – ha spiegato Simonettima è a rischio. Può una scuola restare aperta solo per un problema di rappresentanza, per un capriccio o per un ‘problema residuale’ o perché una dirigente non vuole che si chiuda per questioni di opportunità, o gli stessi genitori per timore dei doppi turni. Non si può e non lo si deve permettere. E la mia meraviglia più grande è vedere gli stessi genitori, che prima chiedono sicurezza (Mascione, ndr), poi tranquillamente li lasciano frequentare ambienti a rischio sismico, con l’unica vana speranza che nulla accada. La roulette russa non è né lecita né legale”.

“Tutta la situazione – ha proseguito Simonetti è stata gestita in maniera improvvida. Le continue risposte ascoltate in riunioni, consigli, commissioni, da tutti i componenti questa amministrazione, non hanno mai avuto un riscontro positivo, che uno. Dico ed affermo, che si smetta di dire che si pensa alle scuole, che le scuole sono il loro primo pensiero. Se l’associazione a misura di bambino, qui rappresentata dal presidente Bartolomeo, non avesse effettuato l’accesso agli atti, oggi questa amministrazione starebbe a fare altro. Ricordo ancora i proclami e le ultime manifestazioni su trasparenza e legalità, portata anche nelle scuole, vorrei ricordarvi che questa amministrazione ha concesso gli atti dopo nove mesi dalla richiesta”.

“Al tempo, qualcuno – ha evidenziato Nicola Simonettisi era veramente occupato di scuole, magari forzando e utilizzando quei fondi arrivati su troppe scuole, avrebbe fatto meglio nel individuarne una o due, iniziarle e finirle. Quello sarebbe stato un interesse vero”.

“Quest’anno – ha concluso Simonettiabbiamo dovuto inserire in questo edificio, stando alle richieste di iscrizioni di ottanta bambini, proprio in virtù di quelle certezze date dall’amministrazione, delle diciotto classi che avremmo avuto disponibili nel plesso della ‘don Milani’. Diciotto classi che spettano alla nostra scuola, nessun altro verrà ospitato nel nostro plesso, cinque giorni prima dell’apertura ufficiale, abbiamo dovuto chiedere il favore di accedere nel plesso chiuso per rimediare arredi, abbiamo fatto salti mortali per adeguare gli ambienti, siamo andati personalmente ad acquistare le sedioline per i bambini, pagati dalla scuola, e il noleggio del furgone per il ritiro a Vasto l’11 settembre, a carico della Dirigente Scolastica. Non vi suona un po’ strano tutto ciò? Non risultano presenti – si chiede Simonetti le mancanze di qualcuno o di qualche istituzione/amministrazione?”.

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Redazione

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