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“Cara Campobasso ci sono voluti 22 anni per ispirarmi”: la lettera di Manuel alla sua città. La pandemia per far pace con un luogo da cui troppo spesso si fugge

Ci voleva una pandemia affinché Manuel guardasse con occhi diversi la sua città? Sì, forse ci voleva una pandemia. Perché il rapporto con una città piccola come Campobasso troppo spesso è di odio e amore. E per riscoprirlo quell’amore sopito, forse bisogna davvero avere nuovi occhi.

È successo a Manuel Capparelli, in arte Doctorsway.

Manuel ha 22 anni, studia doppiaggio a Roma e con questa pandemia ha trovato l’ispirazione giusta per dedicare una lettera alla sua città. Quella che non ha mai saputo scrivere. Almeno fino ad oggi.

Recitata in un video postato sui social che, in poche ore, ha già ottenuto numerose visualizzazioni, la lettera è un modo per fare pace con la città in cui Manuel ha vissuto prima di prendere quell’areo che lo avrebbe portato per 8 mesi a vivere in Irlanda e per altri 2 mesi a Malta.

Esperienze significative e necessarie per comprendere cosa volesse fare da grande. Abbandonati gli studi Manuel ha così scoperto di voler intraprendere la carriera da doppiatore. Quella per cui sta studiando. E infatti il video oltre a rappresentare un omaggio a Campobasso è anche una sorta di esercitazione e un modo per farsi conoscere. Ma questo non toglie nulla al messaggio lanciato sui social e al modo in cui si sia voluto ricongiungere a una realtà che oggi, quasi inspiegabilmente viene vissuta in modo diverso.

E a ricordarlo a Manuel sono proprio gli amici che gli dicono: “Ma a te questa città non stava sul ca…o?”

Questo, infatti, non è il primo video che il giovane dedica a Campobasso.

Su Istagram, in passato, ne aveva postati altri, dove però a conquistare la scena erano più che altro gli spetti ‘negativi’ della provincia.

Sotto i riflettori era finita ad esempio la movida del capoluogo dominata esclusivamente dai liceali. Non erano mancati nemmeno i riferimenti ai “vippetti” a cui consigliava vivamente di “ridimensionarsi”.

 Tutti aspetti quasi dimenticati nella lettera che ora Manuel ha voluto dedicare al capoluogo.

“Adesso vivo qui e in attesa di poter tornare a frequentare le lezioni a Roma, ho scoperto una cosa che nemmeno mi sembrava possibile. Ho scoperto che questa città mi manca e mi manca esattamente come l’ho descritta nel video”, dice Manuel.

Un pensiero in cui oggi sembra facile identificarsi. Perché se sei giovane, se insegui un sogno, Campobasso può toglierti tanto.

Si guarda lontano, si parte, si fanno esperienze. E poi arriva un momento in cui si hanno nuovi occhi e un nuovo modo di sentire la vita.

Ci voleva la pandemia? Si, forse ci voleva la pandemia per fare pace con Campobasso.

Manuel ci è riuscito e speriamo che un giorno possano riuscirci anche tutti gli altri giovani che in questi anni hanno dovuto lasciare la città.

Perché alle volte si parte per tornare. Anche solo con il cuore.

fabyab

Redazione

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