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Vicini al dolore silenzioso, perché “sopravvivere si può”: il lavoro dell’associazione che sostiene i malati oncologici ‘La Rete Onlus’

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Licia Visaggio all’ingresso della nuova sede dell’associazione che sarà presto inaugurata

FABIANA ABBAZIA

Essere vicino a quel dolore silenzioso vissuto da chi a un tratto si trova ad affrontare il calvario della malattia, ma anche essere al fianco delle famiglie di coloro che devono fare i conti con un “mostro” da sconfiggere,  le quali non sempre riescono ad avere la forza per sostenere i malati oncologici. È con questo obiettivo che il 21 aprile del 2015, dall’iniziativa di 10 soci, a Campobasso è nata ‘La Rete Onlus’ associazione molisana di sostegno ai malati oncologici.

A parlare di questa realtà così vicina a chi soffre è la presidente Licia Visaggio. È lei a condurci in un vero e proprio percorso tra le molteplici iniziative dell’associazione che oggi vanta ben 32 soci e che, grazie all’imprenditore Renato Eliseo, ha anche una nuova sede in via S.S. Cosmo e Damiano numero 7, spazio che sarà presto inaugurato.

Non è difficile immaginare come una simile iniziativa possa essere nata da un’esperienza e un dolore personale. Quando lo dice, Licia non si sente a disagio, perché è consapevole di quanto sia importante parlare di simili tematiche.

“Sono una sopravvissuta”, racconta con un sospiro che cela la voglia di vivere di chi ha sconfitto la malattia e di chi, in fondo, crede che sia giusto poter ringraziare attraverso gesti quotidiani per ciò che non le è stato tolto. “Altre persone come me in associazione hanno dovuto fare i conti con una realtà che all’improvviso può sconvolgerti l’esistenza e siamo tutti convinti di quanto sia necessario sensibilizzare la popolazione su simili questioni. Al momento – evidenziail miglior modo per sconfiggere la malattia è la prevenzione. Quando parliamo di tale ambito non ci riferiamo solo al fatto di sottoporsi periodicamente ad appositi controlli, ma anche e soprattutto poter avere un corretto stile di vita a partire dalla più tenera età. Ecco perché l’informazione è essenziale”.

Ed è proprio sull’informazione, la comunicazione e la divulgazione del sapere scientifico che l’associazione punta molto attraverso una serie di incontri aperti a tutti, durante i quali gli esperti mettono a disposizione di ognuno il proprio sapere scientifico. “Abbiamo inaugurato – prosegue infatti Licia – un ciclo di eventi denominato i ‘Mercoledì della Prevenzione’. Si tratta di seminari sullo stile di vita, sull’alimentazione, sull’ambiente e sui rimedi naturali”.

Ma l’associazione è impegnata anche in un’altra serie di iniziative. Dall’assistenza psicologica dei malati ai gruppi di sostegno per i familiari, alle giornate di socializzazione, fino ai progetti nelle scuole, dove personale specializzato incontra gli studenti per parlare dei cosiddetti comportamenti a rischio. “Psicologi, medici e soci dell’associazione incontrano i ragazzi per compiere insieme a loro un percorso sulla prevenzione. Si parte – dice –  da questionari che certificano le loro conoscenze di base, ovvero quello che i giovani sanno già e, alla fine di questo ‘viaggio’ intrapreso con gli esperti, viene misurato, sempre attraverso un questionario, come sia cambiato il loro approccio sul tema della prevenzione e delle malattie”.

“Ci sono poi – dice ancora Licia – i progetti realizzati direttamente in ospedale, con i quali l’arte riesce a entrare nei luoghi della sofferenza”. Ed è attraverso quest’ultima serie di iniziative che ‘La Rete’, insieme ai musicisti del Conservatorio ‘Perosi’ di Campobasso promuove concerti all’interno dei reparti. Ma all’orizzonte c’è anche un altro importante traguardo che la presidente vuole raggiungere: organizzare laboratori artistici all’interno del nosocomio del capoluogo. Quando Licia parla di quest’altro progetto in cantiere le si illuminano gli occhi, perché in fondo se lei ora può raccontare di essere “una sopravvissuta” forse lo deve anche all’arte. In modo particolare alla scrittura e al teatro. Oltre alle terapie, è così che Licia si è salvata.

“Durante quel periodo difficile ho iniziato a scrivere racconti e commedie. Mi immergevo in uno spazio parallelo dove la malattia non c’era ed ero io a decidere l’evoluzione della storia e della vita dei personaggi. Basti pensare – sorride – alla commedia che ho scritto quando ho dovuto affrontare la chemioterapia: era intitolata È tutta un’altra storia”. E  proprio quella storia messa nera su bianco, quando Licia è stata meglio, è approdata anche sul palcoscenico grazie alla compagnia teatrale ‘Non Soloparole’ di cui Licia fa parte. Compagnia che ha tra l’altro messo in scena al Teatro Savoia ‘Giallo Paglierino’, altra esilarante commedia in due atti, scritta sempre dalla presidente de ‘La Rete’.

Un potere catartico quello della scrittura e dell’amore verso il teatro che ha aiutato Licia a uscire dalla malattia e che potrebbe offrire aiuto e sostegno anche a chi oggi sta combattendo con questo male.

“Fare ciò che piace può aiutare i malati che devono trovare la forza e il coraggio per parlare della propria malattia. Magari non con i parenti o con gli amici. Spesso le persone a loro vicine, indirettamente, si trovano ad affrontare un dolore a cui non sanno far fronte e, a volte, possono rivelarsi non adatte ad aiutare chi ha scoperto di avere un tumore, ecco perché – conclude – ci sono realtà come la nostra, alla quale tutti possono rivolgersi”.

 

 

Redazione

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