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Zona Franca Urbana, l’affondo di Alessandro Pascale: “Una eredità di Di Bartolomeo. Come la maggior parte di quanto fatto dall’amministrazione Battista”

L'ex assessore ai Lavori Pubblici, oggi consigliere comunale di opposizione: "Il settore che ho guidato è fermo al 2014"

Quasi sei milioni per la Zona Franca Urbana. Una misura che prevede agevolazioni fiscali e contributive per piccole e medie imprese, ma anche per i professionisti di Campobasso.

La Zona Franca Urbana di Campobasso comprende il centro storico del capoluogo, la Collina Monforte, il Quartiere Cep e l’area di Montegrappa. Le strade rientranti nella Zona Franca Urbana di Campobasso sono: via Monte San Michele, via Monte Santo, via Sturzo, via IV Novembre, via Tiberio, via Garibaldi, viale del Castello, via Orefici, via Marconi, via Sant’Antonio Abate, contrada Fontana Vecchia, tangenziale, strada perimetrale campo scuola Coni, contrada Calvario, strada vicinale Sant’Antonio, via San Lorenzo, via Sant’Antonio dei Lazzari, via XXIV Maggio, via Altobello, via de Gasperi, via Piave, Ferrovia Campobasso Termoli.

I vantaggi fiscali e contributivi della ZFU premiano la capacità dei piccoli imprenditori e dei professionisti, ma anche il ‘coraggio’ di investire e restare al lavorare nei territori svantaggiati dal punto di vista economico e produttivo.

“Una eredità della Giunta comunale targata Di Bartolomeo – sottolinea l’ex assessore comunale ai Lavori Pubblici, Alessandro Pascale, oggi consigliere comunale di opposizione – Le misure della Zona Franca Urbana sono state uno dei primi atti della precedente amministrazione comunale. Il protocollo d’intesa fu firmato nel 2009 da Di Bartolomeo e da Scajola, all’epoca ministro dello Sviluppo Economico”.

“A un anno dal ritorno alle urne – sottolinea l’esponente di Forza ItaliaBattista, approfittando dello sblocco delle misure da parte del governo, se ne è uscito con uno spot elettorale”.

Per Pascale il gruppo guidato da Di Bartolomeo è rimasto sempre unito in dieci anni, anche nei momenti più bui “sposando, tutti insieme, la causa che ha portato l’ex assessore comunale Toma al vertice della Regione Molise”.

“È arrivato il momento – ha evidenziato l’imprenditore del capoluogo di fare l’elenco di quanto fatto l’amministrazione Di Bartolomeo. Un lavoro che si è ritrovato Battista dopo il quinquennio del primo cittadino azzurro, come alcuni interventi sull’edilizia scolastica, il lavoro che ha portato in attivo il bilancio della municipalizzata Sea, la realizzazione delle abitazioni popolari di via Facchinetti”.

“Al settore Lavori Pubblici del Comune di Campobasso – ha proseguito Alessandro Pascalesono fermi al 2014, quando ho fatto io l’assessore. Le strade del capoluogo molisano sono un colabrodo, per le quali questa amministrazione ha chiesto due milioni di euro in prestito alla Cassa Depositi, che ovviamente pagheranno i cittadini. Sulle scuole questa amministrazione è stata un disastro. E le uniche opere portate avanti derivano dal lavoro fatto dalla Giunta Di Bartolomeo, che ha lasciato una importante eredità alla successiva amministrazione comunale, come le risorse derivanti dalla vendita della farmacia di via Calabria”.

“Sono certo che i campobassani – ha concluso l’esponente azzurrotorneranno a dare fiducia al centrodestra, chiudendo questa pagina”.

Redazione

CBlive

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