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Campobasso 2.0 / La città del futuro sempre meno accessibile ai disabili

L'ascensore del sottopassaggio ferroviario è funzionante solo in alcune fasce orarie
L’ascensore del sottopassaggio ferroviario è funzionante solo in alcune fasce orarie

MARIA CRISTINA GIOVANNITTI

Ritorniamo a parlare di Gabriella Palladino, https://www.cblive.it/9532-storie-di-giovani-gabriella-27-anni-e-una-vita-trascorsa-in-carrozzina-ci-descrive-campobasso-la-citta-anti-disabile la giovane ragazza con una disabilità motoria che la costringe a vivere per la maggior parte del suo tempo sulla sedia a rotelle. Dopo la denuncia che Gabriella fatto contro le barriere architettoniche e dell’inconcepibile l’ascensore a ore della stazione centrale a Campobasso https://www.cblive.it/4878-stazione-di-campobasso-disservizi-barriere-architettoniche-e-lo-strano-caso-dellascensore-ad-ore, tante promesse ma poca mobilitazione.

https://www.cblive.it/11134-dopo-cblive-la-trasmissione-nazionale-mi-manda-rai-tre-a-campobasso-per-intervistare-gabriella-palladino https://www.cblive.it/9784-la-storia-di-gabriella-sensibilizza-lamministrazione-comunale-lassessore-colagiovanni-lavoreremo-per-eliminare-a-campobasso-le-barriere-architettoniche

Questa volta Gabriella torna ad affrontare un nuovo viaggio e puntuale torna un nuovo disagio che, in una Campobasso 2.0, città del futuro, ci ricorda come di futuro e progresso c’è ben poco.

Il viaggio di Gabriella comincia alle ore 6 e 53 di sabato, 22 ottobre presso la stazione centrale del capoluogo. Per passare dal binario n.1 al n.2 e viceversa, sono sempre state presenti delle pedane di attraversamento per ‘facilitare e velocizzare’ lo spostamento. Gabriella arriva in stazione accompagnata da Giuseppe, il suo fidanzato, e deve raggiungere in binario n.2 dov’è stazionato il treno in partenza ma subito si rendono conto che mancano le pedane. Nessun avviso affisso per questo disagio.

Qui comincia la nuova odissea 2.0, così come ci racconta Giuseppe:

Per non perdere il treno ci siamo avventurati anche senza le pedane. Nell’attraversare i binari, con Gabriella che faceva fatica a camminare, tra rotaie e sassi presenti, io cercavo di aiutarla, sperando che non arrivasse altro treno che ci poteva investire. Intanto la sedia a rotelle e le valigie le ho dovute lasciare al primo binario. Alcune persone ci hanno visto in difficoltà e sono corse ad aiutarci. Intanto la ruota della carrozzina si è anche bucata a causa di una pietra presente sui binari.

Oltre a Gabriella, quella mattina c’era anche una donna affetta da sclerosi multipla che, per arrivare al treno, si è dovuta fare le scale con grande sacrificio.

Poi come di consueto Gabriella si e fatta la scalata dei gradini del treno perché manca il sollevatore mobile per l’ingresso e l’uscita dal treno. Abbiamo chiesto come risolvere questa mattinata di orrore e ci hanno risposto che avremmo dovuto far presente la disabilità di Gabriella al capostazione e lui, in quel caso, avrebbe spostato il treno al primo binario. Siamo stanchi davvero. Perché Gabriella deve stare a casa?”.

Iacopo Melio, studente fiorentino di Scienze Politiche, che ha voluto affrontare in maniera ironica il tema della disabilità e delle barriere architettoniche. In una sorta di appello alla politica, Iacopo ha ricordato quanto difficile sia la vita dei cittadini nel compiere anche i gesti più scontati, laddove ci siano dei problemi oggettivi di mobilità. Anche prendere un mezzo di trasporto pubblico diventa una vera impresa, se non addirittura un’utopia, dovendo affrontare ogni genere possibile di barriera: da quella architettonica a quella culturale e sociale.

“Sono single per forza, non piglio l’autobus!”, era il titolo del post. Sì, perché potersi spostare liberamente non significa solo poter andare a lavoro, a scuola o visitare le bellezze del nostro Paese. Viaggiare significa essere cittadini attivi e parte di una comunità, significa tessere delle relazioni sociali e quindi, sì, garantire anche il diritto di essere amati. Viene così rilanciato l’hashtag #vorreiprendereiltreno che oggi è diventata una onlus.

La battaglia di Iacopo, a livello locale, è la stessa battaglia che conduce Gabriella aspettando di poter avere una soluzione alle barriere che quotidianamente incontra.

Redazione

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