Cultura

Lo sviluppo del turismo molisano: opera ancora incompiuta

MINO REGANATO

L’Italia è una destinazione che attrae flussi turistici per motivi risaputi. Un museo a cielo aperto dove l’arte e le vestigia storiche incontrano gastronomia e made in Italy offrendo un contenitore di opportunità vacanziere, unico nel suo genere.

L’elemento attrattore dunque è costituito dall’enorme Heritage (storico, culturale, monumentale, enogastronomico) di cui il nostro Paese gode oltre a un’invidiabile posizione geografica al centro del Mediterraneo che crea una condizione meteo unica.

In questo contesto, IL Molise potrebbe a ragion veduta, inserirsi quale destinazione d’appeal nei confronti di stakeholders nazionali ed internazionali. Un forziere con all’interno bellezze naturali, enogastronomia, paesaggi e borghi unici ma ancora semisconosciuto nei circuiti delle destinazioni che contano.

Un piccolo territorio, dove ancora si assapora la vera tradizione dei piccoli siti dell’Italia centro-meridionale, lontano dagli echi delle grandi città, con spazi verdi collinari e una naturalità imperante.

Qualcuno parafrasando la nomea della “Regione che non esiste” ha ipotizzato invece la presenza di “un’Isola che non c’è” che come nel racconto dei bambini sperduti di Peter Pan, si rivela un luogo fantastico e fiabesco. Il Molise ha dalla sua, la bontà di un contesto “unico” con i suoi paesaggi, la tradizione, il cibo. Qui, ogni piccolo villaggio ha una sua unicità, un suo “prodotto” da poter offrire e assumere una condizione di “attrattore” per tantissimi turisti alla ricerca di destinazioni simili, grazie anche all’attuale trend della domanda turistica, indirizzato verso un’offerta vacanziera basata sulla natura e sulla scoperta di nuovi siti.

A fronte di tutto ciò, manca purtroppo la cognizione dell’enorme possibilità di sviluppo territoriale che apporterebbe auspicati benefici a tutta la collettività locale favorendo la nascita di opportunità lavorative per i tanti, i troppi giovani che lasciano il Molise verso destinazioni che offrono condizioni migliori mentre potrebbero essere impiegati nel settore o nel vasto indotto che il Turismo favorisce. Basti pensare come il Turismo ricopra quale elemento di valorizzazione socio-culturale e soprattutto economico del Paese Italia, il 13% del PIL nazionale al quale bisognerebbe aggiungere un +8% di indotto rappresentato dalle miriadi di aziende fornitrici di prodotti e servizi che orbitano nel comparto.

Vi è comunque la voglia ed il riscatto di alcuni attori molisani che con competenze proprie e per necessità di “fare business” mettono in campo l’eccellenza di questa semisconosciuta regione. Tale condizione seppur encomiabile, dà sfogo ad interventi individualistici che tendono perlopiù a seguire strade diverse, con uno spreco di energie e di economie abbastanza rilevante, senza produrre quell’ipotetico “contenitore territoriale” di servizi e prodotti che dà vita all’offerta turistica.

A latere vi è altresì, la mancanza di una vera e propria programmazione. Tutti sappiamo quanto potrebbe costare caro al “Brand Destination”, un’azione “raffazzonata” nella fase promo-commerciale, soprattutto per un comparto intangibile quale il turismo è, complicato e bisognoso di operazioni corali per un adeguato ritorno in termini di flussi turistici. Avrebbe un effetto devastante, facendo perdere la credibilità nei confronti dell’attento Turista di oggi che boccerebbe immediatamente la destinazione.

Aiuti a “pioggia” non aiutano, di certo, il comparto, come quello di qualche anno fa di diversi milioni di euro per gli alberghi diffusi e la micro ricettività senza adottare un Piano di Azione, quale strumento programmatico e di indirizzo. È noto, tra l’altro che, gli attori del comparto extralberghiero necessiterebbero di una formazione relativa all’accoglienza e alla gestione dell’attività oltre all’applicazioni di norme e obblighi che attualmente sono unicamente presenti nelle strutture alberghiere, creando un forte squilibrio in fatto di sicurezza e tutela del turista soggiornante.

Occorre fare rete, assieme agli attori del “contenitore territoriale”, al fine di creare un prodotto tematico unico e non replicabile, proprio per il suo contenuto esclusivo di territorialità, di servizi e di “emozioni”.

Un prodotto “da consumare” unicamente nel luogo di produzione e non replicabile, costruito da professionisti, i quali ognuno per la propria competenza, apporterebbero senza dubbio, un valore aggiunto alle azioni di divulgazione del Molise sui mercati turistici di riferimento.

Ecco l’importanza di avere un Piano di Azione che deve necessariamente coinvolgere tutti gli attori del comparto attraverso l’obbligo di formazione e l’osservanza di norme e leggi che tutelino il turista ed il suo soggiorno sul territorio molisano con una regia composta da professionisti per modellare il prodotto, la promozione e l’organizzazione. Diamo a loro i mezzi per farlo, senza ingerenze di parte che ostacolino l’operato con azioni maldestre e forse riusciremo a far risalire la china di questa stupenda regione nel panorama delle destinazioni turistiche che contano.

Redazione

CBlive

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