Vitalizi ai consiglieri regionali, i grillini Federico e Manzo: “Una ingiustizia nei confronti dei cittadini”

Gli esponenti del Movimento 5 Stelle in conferenza stampa allo stadio 'Vecchio Romagnoli'
Gli esponenti del Movimento 5 Stelle

Il vitalizio era una oscenità che la Regione Molise ha abrogato nel 2012 ma che ci costa ancora 4 milioni di euro all’anno:  ecco perché oltre un anno fa abbiamo presentato una proposta di legge, per abrogarlo anche in maniera retroattiva, che la Casta si guarda bene dal calendarizzare e discutere. A scriverlo, in una nota stampa, i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Antonio Federico e Patrizia Manzo.

Il Governo Monti – proseguono i grillini – ha inserito per legge l’obbligo di versare contributi anche per Parlamentari e Consiglieri regionali. Ma naturalmente l’inganno c’è. Dopo cinque anni di versamenti si matura a 65 il diritto a una pensione aggiuntiva, che si somma ad altre già percepite.

Quindi bastano cinque anni per maturare una rendita a vita.

La Legge di stabilità regionale 2015 ha disciplinato il nuovo sistema contributivo. Sin dall’inizio il Movimento 5 Stelle ha puntato su una forte riduzione del peso di questa pensione sui cittadini. Perciò cercammo di arginare il fenomeno attraverso emendamenti per ridurre la quota a carico dei cittadini e, inoltre, per arginare il più possibile il privilegio in base al quale, dopo due mandati, la soglia dell’età pensionabile scende a 60 anni. Ma la stessa Legge di stabilità rimandava a un regolamento di attuazione che avrebbe dovuto fare in un secondo momento l’ufficio di presidenza. Come al solito la Casta non arretra di un passo, anzi. Nella stesura del decreto attuativo sono venuti fuori gli effetti reali di quella legge, alla quale comunque votammo contrariamente e che prima d’ora non erano quantificabili. La delibera di settembre ha messo sotto gli occhi di tutti i molisani il peso di questo sistema per le casse regionali e l’iniquità di diversi aspetti:

con soli cinque anni si matura una pensione; con il secondo mandato l’età “pensionabile” si abbassa a 60 anni; possibile riversarla su figli e coniugi; cumulo con altre pensioni; eccessivo peso sulle tasche dei contribuenti.

Quindi le evoluzioni contenute nel decreto sono realmente da brividi. Qualsiasi cittadino che nei fatti si auto attribuisce privilegi, non può ritenersi meritevole di rivestire una carica pubblica. Noi a questo non ci stiamo, anzi,il Movimento 5 Stelle presenterà una proposta di legge che renderà tale sistema rinunciabile, evitando l’ennesima iniquità e mettendo poi nella discrezionalità di ogni singolo consigliere la possibilità di scegliere autonomamente un sistema previdenziale come per ogni altro lavoratore.

Se è vero che un trattamento pensionistico è giusto, è altrettanto vero che non possiamo tollerare la creazione di un vero e proprio privilegio che troppo ricorda l’antico vitalizio. Un cittadino lavora mediamente 40 anni per percepire una pensione troppo spesso non degna di tale nome. Non è affatto giusto che i consiglieri regionali in 5 anni maturino lo stesso privilegio mascherato da diritto.

Redazione

CBlive

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