Politica

Gli azzurri molisani alla corte del Cav. Toma dal palco rivendica il peso di Forza Italia in Giunta. Sullo sfondo del congresso gli equilibri con la Lega

Ci sono praticamente tutti. Gli azzurri provenienti dalla ventesima regione non hanno voluto mancare all’appuntamento di oggi. A Roma al congresso di Forza Italia, in prima fila, al fianco dell’ex ministro all’Istruzione Gelmini, spunta l’europarlamentare Aldo Patriciello. Ma sul palco, dove per ultimo parlerà Silvio Berlusconi per annunciare la sua candidatura alle Europee, sale anche il governatore del Molise, Donato Toma.

Tra le fila degli azzurri non può mancare nemmeno la parlamentare molisana e coordinatrice regionale del partito, Annaelsa Tartaglione. Così come scelgono di essere presenti gli assessori Nicola Cavaliere e Roberto Di Baggio, insieme al consigliere Nico Eugenio Romagnuolo

“Noi indispensabili come 25 anni fa”: con questa frase Berlusconi congeda i suoi al congresso.

25 anni. Tanto è passato dalla vittoria alle politiche del ’94. Più di 5 sono, invece, gli anni trascorsi dalla decadenza da senatore: quella che permise a Ulisse Di Giacomo di sedere nel posto di Palazzo Madama lasciato libero dal Cav, il quale oggi rientra formalmente e attivamente nel panorama politico. Decisamente più complesso e articolato di prima, anche perché, ora, lo scoglio più difficile da superare sono i rapporti con la Lega.

E quella di Berlusconi nella Capitale ha decisamente il sapore di una sfida lanciata proprio al partito del Carroccio. Velata, soprattutto nelle parole più morbide di Tajani che quasi stridono con i riferimenti espliciti della Carfagna.

“Non possiamo lasciare il Governo in mano a questi signori”, dice il Cav riferendosi ai Cinque Stelle che fanno solo “finta di essere sottomessi a Salvini, ma in realtà si prendono tutta la scena”.

La strada per le Europee è però per Berlusconi al fianco dei sovranisti, così cari proprio al leader della Lega. Per cambiare l’Europa il Ppe deve abbandonare l’alleanza storica con i socialisti e aprirsi ai conservatori e a quei sovranisti che bisogna educare e convincere”.

Ma il nodo con la Lega c’è e rimane in casa Forza Italia, con un Governo al momento intenzionato a proseguire nell’alleanza con i Cinque Stelle. Tra le stesse fila degli azzurri i pareri sono contrastanti nei confronti della compagine verde attualmente al Governo.

Umori differenti al congresso che arriva nello stesso giorno di quello delle famiglie a Verona, dove, manco a farlo apposta, prenderà parte Salvini, così come la Meloni, sempre più vicina a Toti, assente tra gli azzurri e al quale lo stesso Berlusconi lancia precise stoccate dal palco.

È in questo clima che il governatore del Molise, Donato Toma, prende la parola per un saluto.

“Grazie a tutta la mia famiglia. Io sono il governatore dell’Ohio d’Italia”, scherza il presidente della ventesima regioneribattezza alla tornata elettorale del 2018 come lo Stato americano dove chi vince arriva alla Casa Bianca.

“Dal Molise – dice ancora Toma –  abbiamo iniziato la riscossa di Forza Italia. La mia è una giunta a trazione Forza Italia”, scandisce con orgoglio il governatore, prima di sciorinare gli obiettivi raggiunti di quello che definisce senza esitazioni “il miracolo molisano”.

Proprio la rivendicazione del peso di Forza Italia all’interno della Giunta regionale che avviene per bocca di Toma, sembra quasi voler rendere esplicita la decisione dei vertici dei partiti, avvenuta solo poche ore prima per le amministrative di Campobasso e Termoli. Un accordo posto in essere proprio per controbilanciare, a livello comunale, le forze politiche che amministrano a Palazzo D’Aimmo.


Redazione

CBlive

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button