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Polizie locali del Molise, dopo ventisei anni una nuova legge: videosorveglianza, formazione per gli agenti, aumento dei vigili, disciplina per i volontari e stop ai dirigenti comunali comandanti pro-tempore

La conferenza stampa in Consiglio regionale
La conferenza stampa in Consiglio regionale

GIUSEPPE FORMATO

Una nuova legge per le Polizie Locali del Molise è stata presentata dal presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Cotugno, e pronta per arrivare sul tavolo della Prima commissione.

Il ‘Nuovo Ordinamento della Polizia Locale per il Molise’ arriva a distanza di 26 anni dall’ultima legge regionale, risalente al 1990.

“La sicurezza è un problema rispetto al quale non si può abbassare la guardia – le affermazioni di Cotugno durante la conferenza stampa a Palazzo Moffa – Il Molise aveva due esigenze: colmare il gap rispetto alle altre regioni e rispondere in maniera efficace alla domanda di una maggiore sicurezza che arriva dai territori. Con la nuova normativa abbiamo integrato le politiche di sicurezza con quelle sociali”.

Il nuovo corpo normativo, dunque, prevede una centralità della polizia locale e, per la prima volta, disciplina anche i compiti e le funzioni dei volontari, meglio conosciuti in ambito locale come ‘nonni vigili’ o ‘vigili volontari’.

“I volontari – ha sottolineato Cotugno – sono diventati negli ultimi anni, anche a causa della carenza di personale, un utile ausilio alle attività di sicurezza”.

Rafforzamento dell’attività di videosorveglianza, anche grazie al Patto per la Sicurezza, formazione degli agenti con l’istituzione di un albo dei formatori saranno i punti cardine della nuova normativa.

Insieme al presidente del Consiglio regionale, c’erano Agostino Iannelli, vice-comandante della Polizia Municipale di Isernia, il tenente Pietro Cappella, vice-presidente dell’Associazione Molisana Polizie Locali, e Raffaele Intrevado del Comune di Ururi.

I tre rappresentanti hanno portato l’esempio dai territori, con un coro unanime. Sono state sottolineate, infatti, le carenze di organico nei comuni molisani, portando alcuni esempi.

Il Comune di Campobasso ha visto diminuire il corpo degli agenti da 80 a 40, a Isernia sono appena 9 i vigili urbani, rispetto alla dotazione organica di 27, mentre il 78% dei Comuni molisani ha un numero di agenti che va da zero a uno.

Il rapporto ‘agente di Polizia Municipale – cittadini’, attualmente, è di uno ogni 1.200 abitanti circa, mentre la legge riduce questo dato, prevedendo un agente ogni 700 abitanti o multipli di 400, mentre per i capoluoghi di provincia e peri centri ad alta vocazione turistica la nuova legge prevede la presenza di un vigile ogni 500 abitanti.

Un altro problema sollevato è quello della mancanza di un comandante ai Comandi di Polizia Municipale a Campobasso e a Isernia, così come la legge vieterà la possibilità che, in mancanza della figura apicale, il comando venga assegnato a un dirigente amministrativo. “In Molise è la norma questo modo di operare” la denuncia emersa durante l’incontro con la stampa.

Redazione

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