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Diede un’identità culturale al territorio, ora una strada porta il suo nome. Al maestro Tabasso il riconoscimento della città di Campobasso

Al compositore potrebbe essere, inoltre, concessa la cittadinanza benemerita

“Ha dato identità a un territorio”. È questo il più grande merito riconosciuto al musicista e autore Lino Tabasso a cui lo scorso 30 marzo è stata intitolata una strada del capoluogo. La cerimonia, nei pressi di via Insorti d’Ungheria, in contrada Sant’Antonio dei Lazzari, è avvenuta a margine del convegno tenutosi nel vicino Hotel San Giorgio.

L’incontro promosso dal Comune di Campobasso e dal Centro Studi e Ricerca della Tradizione e della Canzone Popolare ‘Lino Tabasso’ ha voluto ricordare “un personaggio così importante per la storia del Molise e per la città di Campobasso”, così come ha evidenziato Rosa Socci, presidente della Polifonica Monforte.

A lui si deve l’intuizione di cambiare la tonalità del ‘Teco Vorrei’ di De Negris che ancora oggi accompagna la suggestiva processione del venerdì santo tra le vie del capoluogo.

Nato nel 1896 in un paese della provincia di Benevento, sin dal suo arrivo in Molise, avvenuto negli anni ’20, Tabasso non solo raccontò questo territorio nei suoi versi e nelle sue canzoni, ma rese celebri artisti i cui versi sarebbero stati altrimenti dimenticati.

“Campobassano non per nascita, ma per scelta”, diceva spesso Tabasso a cui la città di Campobasso, nel 1975, aveva riconosciuto la cittadinanza onoraria “per aver fatto cantare, suonare, ballare, divertire e commuovere alcune generazioni di molisani”.

Alla giornata dedicata a Tabasso presente il figlio Giuseppe, che si è detto onorato per il riconoscimento attribuito al padre. Un tributo nato dalla proposta avanzata, circa un anno fa, dai rappresentanti del Movimento Cinque Stelle.

Al compositore, il Comune capoluogo potrebbe, inoltre, decidere, così come annunciato dalla presidente della commissione Cultura, Giovanna Viola, di conferire la cittadinanza benemerita. Più volte sollecitata dagli stessi pentastellati di Palazzo San Giorgio.

Redazione

CBlive

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