Campobasso dimentica i suoi gioielli, i cittadini denunciano: “Chiese storiche chiuse e abbandonate nel silenzio generale”
Una lettera pervenuta alla nostra redazione da parte di quattro cittadini campobassani — Graziella De Marco, Esther De Ritis, Ettore Mengozzi e Remo Ceccarelli — denuncia lo stato di degrado e abbandono in cui versano alcuni dei simboli storici e religiosi più importanti della città.
“Nel clima di festa che si respira in questi giorni a Campobasso, ci è toccato dover far vedere questo spettacolo a parenti e conoscenti venuti da fuori,” scrivono gli autori, che esprimono grande amarezza per la condizione attuale di luoghi cari a tutta la comunità.
La lettera ricorda come, durante le festività natalizie di qualche anno fa, le chiese di San Bartolomeo, San Giorgio e il castello Monforte furono prese di mira dai vandali, con luminarie tranciate e scritte blasfeme che restano ancora visibili, specialmente sulla facciata di San Giorgio.
“Ricorderà sicuramente che le chiese di San Bartolomeo, San Giorgio e il castello Monforte furono prese di mira dai vandali nel periodo natalizio e videro le luminarie barbaramente tranciate. Sono trascorsi molti anni, eppure i segni di quell’atto sono ancora lì, così come è ancora presente l’ultima parte di una frase blasfema sulla facciata di San Giorgio.”
A destare particolare preoccupazione è la situazione di San Bartolomeo, splendida chiesa romanica chiusa ormai da mesi e con un tetto visibilmente malandato.
“L’aggravante è stata aver trovato San Bartolomeo chiusa, cosa che sta avvenendo da parecchi mesi a questa parte. La splendida chiesa romanica, inoltre, non se la passa bene da un punto di vista strutturale perché ha un tetto molto malandato, come può vedere. Se poi pensiamo che l’edificio, così come quello di San Giorgio, non è adibito al culto quanto meno nei giorni festivi, abbiamo completato un quadro desolante.”
Gli autori si interrogano sui motivi che impediscono la realizzazione di interventi di recupero e di un rilancio delle attività religiose e culturali.
“Non riusciamo proprio a capire che cosa impedisca la realizzazione di programmi di ripristino del decoro e delle attività religiose degli edifici dedicati ai nostri santi patroni. Negli anni si è assistito a un progressivo sfaldamento della bellezza dell’intera area per via del disinteresse che non è solo istituzionale, ma anche presbiterale e cittadino.”
Il sito, con la sua suggestiva bellezza, rappresenta un simbolo di identità e storia per Campobasso.
“Eppure è uno dei siti più suggestivi del capoluogo, un simbolo di identità che ha plasmato la città nel corso dei secoli.”
La lettera conclude con un appello accorato affinché la questione riceva l’attenzione che merita, auspicando un cambio di rotta da parte di tutti.
“Nello spirito tipico di quest’epoca, si decide di rimanere in silenzio dinanzi alle rimostranze con il fine di scoraggiarle. Auspichiamo che se questa missiva avrà spazio mediatico, tutti si mettano una mano sulla coscienza per cambiare volto e funzionalità a edifici che lo meritano in pieno.”
Resta un invito alla cittadinanza e alle istituzioni a prendersi cura di un patrimonio inestimabile, prima che anche la memoria di questi luoghi si perda definitivamente.