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Il fascino del fuoco nella tradizione del ‘ciocco di Natale’. Quando le famiglie campobassane cercavano nelle fiamme auspici per il futuro

fuocoALDO ABBAZIA

Una tradizione molto semplice ma ricca di fascino, che nel passato abitava le case del capoluogo, così come in genere quelle del Molise, era quella del ‘ciocco di Natale’, ovvero un pezzo di tronco di albero che si accendeva nei camini delle abitazioni il 24 dicembre.

Un rito singolare, molto diffuso almeno fino a quando i termosifoni non hanno preso il posto dei camini, lasciandosi alle spalle la magia del fuoco.

Il ‘ceppo’ era il protagonista in quanto la famiglia, con in testa i nonni, era impegnata a sollevarlo e porlo nel camino. Una volta calato il tronco sulla brace accesa, il silenzio prendeva la casa. Si restava fermi a guardarlo, in attesa che prendesse fuoco, pronti con molle e soffietti per favorirne l’accensione. Era in quel momento che tutti cercavano delle risposte dalle fiamme, volendo captare auspici per il futuro dai guizzi bizzarri e dal propagarsi delle faville lungo la cappa.

Appena la fiamma era viva, l’attenzione si spostava alla tavola, che in precedenza era stata imbandita da ogni bene: spaghetti al pesce, finocchi, tacchino e altro ancora. Attorno al tavolo, però, l’ospite d’onore restava sempre il ceppo, a cui veniva offerto, prima che a tutti i partecipanti alla mensa, un assaggio di ogni pietanza, dagli spaghetti ai pepatelli, ai “cauciun” e baccalà.

Subito dopo ci si andava a sedere in cerchio attorno al focolare e lì, dove il ceppo continuava a crepitare, ci si sentiva improvvisamente lontani dalle beghe quotidiane, sentendo il bisogno di comunicare ai propri cari un ‘ti ricordi quando’. Era allora che trovavano spazio le memorie e i ricordi familiari e amicali.

Molto probabilmente, nella tradizione popolare il ciocco acceso voleva permettere ai morti di riscaldarsi, oppure aiutare lo stanco sole invernale a riaccendere la luce. La cenere del ciocco veniva conservata, forse per allontanare influenze malefiche, oppure sotterrata ai fini di scongiurare eventi negativi. Lo stesso fuoco che veniva anche cosparso di olio e vino sembrava essere un omaggio alla natura, cui restituire ciò che donava agli uomini attraverso il cibo e quello che serviva per vivere.

Il fuoco, presente nel giorno della Vigilia, accompagnava così le famiglie al Santo Natale, quando di buon mattino, il suono di una zampogna annunciava la nascita del Salvatore.

A tutti, gli auguri più sinceri.

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