Cronaca

Per la morte di Lucio Niro ancora nessun colpevole. I familiari tornano a chiedere giustizia dai microfoni di ‘Chi l’ha Visto?’

tribunaleTornano a parlare, ma soprattutto a chiedere giustizia attraverso i microfoni di ‘Chi l’ha visto’, la nota trasmissione di Rai 3 andata in onda ieri sera mercoledì 2 marzo, i familiari di Lucio Niro, il cui omicidio è ancora oggi, a distanza di otto anni dalla sua morte, un caso irrisolto.

L’unico indiziato per la morte del trentenne è, infatti, stato assolto dalla giustizia di primo grado, mentre si aspetta, da quasi 4 anni, che sia fissata la data per l’udienza in Corte d’Appello.

Era l’11 febbraio 2008 quando il giovane Lucio, dopo aver passato la serata a casa della sua fidanzata, Rosanna Parlapiano, a Santa Croce del Sannio si mette in macchina, nella sua Fiat Bravo per far ritorno a Baranello. Secondo la ricostruzione dei fatti, Lucio muore attorno alla mezzanotte. Il suo corpo viene però ritrovato solo all’alba, quando il fratello, insieme ai genitori, si mettono alla ricerca del 30enne ritrovando la sua auto in una stradina, non lontano da casa della Parlapiano.

L’auto aveva terminato la sua corsa contro un albero. Tutto sembrava far pensare a un incidente stradale. Una brutta fatalità che avrebbe chiuso il caso, se non fosse stato il dottor Angelo Colaneri, medico della famiglia Niro, a cambiare le carte in tavola: l’apparente incidente era in realtà omicidio.

Il corpo di Lucio presentava un foro alla testa compatibile con un colpo di fucile. Il giovane era stato sparato da qualcuno che si era appostato, aspettando il suo passaggio, e, dopo essere stato colpito, aveva perso il controllo della vettura.

Come raccontato anche nel corso della puntata di ‘Chi l’ha Visto?’, non solo alcuni metri prima dell’impatto contro l’albero sono stati rinvenuti i vetri della vettura, ma lo stesso airbag non riportava alcuna macchia di sangue, che aveva invece cosparso il cruscotto laterale.

L’unico indiziato fu da subito Domenico Felice, vicino di caso di Rosanna Parlapiano, da sempre innamorato della fidanzata di Lucio e definito dalla Procura, che fece così spazio a un movembte passioale, come “ossessionato dalla Parlapiano”.

Sarebbe stato il giovane Felice a minacciare più volte Lucio, a intimare alla Parlapiano di abortire perché incinta di Lucio e sempre lui avrebbe minacciato di impedire il matrimonio. L’imputato Felice, il 3 marzo del 2011, è però stato assolto al processo in Corte d’Assise.

Un giudizio che ha portato la famiglia di Lucio e il suo legale, Angelo Piunno, a ‘ricominciare’ tutto d’accapo e chiedere il ricorso in Appello. Eppure a distanza di 5 anni da quella richiesta, oggi non è stato neanche fissata una data per l’udienza.

Sono passati otto lunghi anni da quel lontano 11 febbraio 2008 ed ancora non ha un nome l’assassino del trentenne Lucio Niro, morto un mese prima del suo matrimonio e seppellito con lo l’abito che aveva comprato per quello che doveva essere il giorno più bello della sua vita.

Redazione

CBlive

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