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Salute ambientale del Molise, Vincenzo Pietrantonio durante l’incontro sui cambiamenti climatici: “Il territorio non è inquinato come altre regioni, ma nelle aree di Termoli e Venafro le malattie aumentano”

Vincenzo Pietrantonio
Vincenzo Pietrantonio

ANDREA VERTOLO

“Gli uomini discutono, la natura agisce” affermava Voltaire, a suo tempo. Tutt’oggi, sul clima e sull’ambiente, si riuniscono i capi di Stato per ragionare e imporsi limiti allo sfruttamento delle risorse naturali. Proprio ieri, lunedì 30 novembre 2015, i leader politici si sono incontrati a Parigi dando il via ai negoziati per il prossimo accordo sul clima.

Ad anticipare l’incontro sono state le centinaia di manifestazioni organizzate nelle piazze di tutto il mondo, per ottenere l’impegno al raggiungimento dell’utilizzo totale di energie pulite.

In questo contesto anche il Molise non ha fatto mancare la propria voce.

Nella giornata di domenica 29 novembre, infatti, il “Comitato di difesa della salute e ambiente”, con il patrocinio di diversi comuni del basso Molise, ha dato vita alla manifestazione “Marciamo insieme per il clima”. Dopo il corteo, che ha animato le strade del centro storico di Larino, si è avuta la possibilità di ascoltare i pareri di medici ed esperti, in un convegno tenutosi nella splendida cornice di Palazzo Ducale.

Quali sono gli obiettivi da raggiungere da qui in avanti per tutelare il clima a livello globale e qual è lo stato di salute del nostro Molise sono le domande che abbiamo rivolto al dottor Vincenzo Pietrantonio, presidente del Comitato promotore, nonché medico ISDE, società internazionale dei medici per l’ambiente.

“Il problema dell’incontro di Parigi – ha affermato il dott. Pietrantonioè la presenza delle lobby industriali e delle multinazionali del petrolio che condizioneranno i negoziati. Di contro, ci sono le relazioni di scienziati che hanno fatto una previsione sul riscaldamento globale, affermando un continuo aumento della temperatura terrestre. Il gruppo intergovernativo dell’Onu, inoltre, ha redatto un rapporto con il quale si afferma il limite massimo che può raggiungere la temperatura terrestre, fissando tale limite a 2 gradi centigradi. Il rischio, altrimenti, sarebbe quello di diffuse e continue catastrofi ambientali”.

La manifestazione sul clima di Larino
La manifestazione sul clima di Larino

Tra gli obiettivi della manifestazione, tenutasi a Larino, anche quello di sensibilizzare la popolazione molisana sullo stato di salute ambientale del nostro territorio, a riguardo Vincenzo Pietrantonio ha sottolineato: “Sicuramente il nostro Molise non è inquinato come altre regioni, ma ci sono dei punti critici, rappresentati dal territorio di Venafro e Pozzilli e dal Cosib, nucleo industriale di Termoli. Su Venafro – ha spiegato Pietrantoniograzie all’associazione ‘Mamme per la salute e l’ambiente’ si è avuta conoscenza della massiccia presenza di diossina. Su Termoli, invece, grazie alla Fondazione Don Milani si è riusciti a realizzare uno studio sulla prevalenza di alcune patologie, sia neoplastiche che croniche. Da tale studio si è evidenziato che, nei paesi vicini al nucleo industriale di Termoli, c’erano delle eccedenze di tali patologie. Parliamo, in sostanza, di malattie cardiorespiratorie, cardiovascolari e cardio-cerebrali. Da queste analisi sono passati diversi anni, senza che nessuno abbia mai approfondito la questione”.

Pochi giorni fa, però, l’Arpa Molise, con la presentazione dell’annuario 2012-2015, non ha mostrato situazioni critiche nell’analisi dell’aria che si respira in quelle zone, a riguardo Pietrantonio ha tenuto a precisare: “L’Arpa per me è un mistero. Ci sono dati di alcune centraline che a me preoccupano particolarmente, come ad esempio la centralina sita nel territorio di Campomarino e quella di Portocannone, le quali segnalano una preoccupante presenza di polveri sottili (Pm10). Il limite giornaliero di Pm10 è di 50 microgrammi per metro cubo e questo limiti e viene sforato spesso in quelle zone. Questo, per la salute dell’uomo, significa un rischio di attacchi acuti di insufficienza respiratoria ,ma soprattutto nell’arco degli anni si possono verificare aumenti delle patologie neoplastiche polmonari”.

Concludendo, il dottor Pietrantonio fa un appello all’Arpa, chiedendo: “Analisi concrete dei dati in possesso. Ad esempio sull’incendio, avvenuto pochi mesi fa nella zona industriale di Pozzilli, non sappiamo, tutt’ora, cosa sia stato incendiato e cosa sia caduto sul terreno. Ricordiamo che quella è una zona agricola. Inoltre su Campomarino si sono avuti 43 sforamenti di Pm10 su 35 consentiti e non mi risulta che ci sia sta una comunicazione adeguata nei confronti della popolazione. Per ultima cosa mi chiedo da dove arrivino queste polveri sottoli,considerando che il traffico veicolare, dato dalla presenza dell’autostrada, non dovrebbe incidere cosi pesantemente su tali sforamenti. Sarà, invece, la Turbogas? O gli inceneritori che bruciano i rifiuti liquidi della fabbrica chimica ‘Momentivel’? Inoltre, c’è una centrale a biomasse la quale ,cosa bruci di preciso, ancora non so”.

 

Redazione

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