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Via Leopardi, oltre un milione di euro per i lavori ma la scuola non è sicura. I genitori chiedono i moduli prefabbricati e scendono in piazza

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Un momento della conferenza stampadi questa mattina

ANDREA VERTOLO

Continua a tenere banco la questione della sicurezza degli edifici scolastici a Campobasso. Una situazione degna di attenzione riguarda la scuola elementare di via Leopardi per la quale, questa mattina, lunedì 17 ottobre 2016, si è espressa l’associazione dei genitori dell’Istituto Comprensivo ‘Petrone’.

Nella conferenza stampa, tenutasi nella sede della TREe CVS Molise, proprio di fianco alla scuola in questione, i rappresentanti hanno denunciato la situazione di stallo che sta coinvolgendo la messa a norma dell’edificio. “L’intento di tutti noi – ha esordito Nicola Simonetti, presidente del consiglio d’Istituto – è unicamente concentrata sulla tutela dei bambini”.

Il rappresentante ha poi spiegato come “in seguito agli eventi sismici avvenuti all’inizio del 2016, l’associazione, in data 25 gennaio, inoltrava al Comune una richiesta di accesso agli atti. Non ottenendo risposta – ha proseguito Simonetti – abbiamo inviato diverse diffide ad adempiere, correlate ad oltre 600 firme di genitori. Gli atti, riguardanti lo stato strutturale della scuola, ci sono pervenuti solo nove mesi dopo ed abbiamo riscontrato una reale pericolosità dell’edificio”.

A spiegare punto per punto la situazione in cui versa la scuola, l’avvocato Brienza, il quale ha sottolineato che “questa associazione non ha alcuna intenzione di fare politica, ma rappresenta i genitori preoccupati per la sicurezza dei propri figli. Dall’accesso agli atti – le parole dell’avvocato – siamo rimasti sorpresi, perché dalla relazione stilata dall’ingegnere Corsi emerge che i lavori, effettuati dal 2013 al 2104, pur conseguendo un miglioramento del comportamento globale della struttura, non sono sufficienti a raggiungere un livello di sicurezza accettabile dell’edificio. Restano, infatti, situazioni di pericolo e di alta vulnerabilità anche a bassi livelli di azione sismica”.

“Per la messa in sicurezza della scuola – ha proseguito Brienza – sono stati stanziati fondi pari ad un milione e 360mila euro, ma i lavori coinvolsero solo un terzo dell’edificio. Ci chiediamo dove sia finita la restante parte del finanziamento. Ci aspettiamo che l’amministrazione comunale prenda coscienza della situazione e faccia realmente qualcosa”.

L’associazione, nella richiesta di un confronto con gli amministratori di Palazzo San Giorgio, propongono anche una soluzione. “Noi proponiamo l’utilizzo di moduli prefabbricati – hanno spiegato – sulla ricerca dei fondi, però, non sta a noi studiare come recuperarli”.

“Abbiamo l’esigenza di insegnare ai nostri bambini il rispetto delle regole – ha proseguito il geometra Bartolomeo – ed è sotto gli occhi di tutti che qui le regole non si stanno rispettando. E’ importante quanto la sicurezza dare un esempio di buona condotta amministrativa. Se affido mio figlio a una scuola pubblica, ho il diritto di consegnarlo in un edificio sicuro. Noi non ci affidiamo alla fortuna, ma alle regole”.

La possibile soluzione del doppio turno, realizzato già per diverse strutture scolastiche, non trova inoltre d’accordo i rappresenti dei genitori. “Il doppio turno – ha sottolineato la dottoressa Di Cesare – incide negativamente sui ritmi quotidiani dei bambini e sulla loro attenzione. Abbiamo il dovere di tutelare la loro integrità psicofisica, i bambini devono vivere la scuola serenamente”.

L’associazione, quindi, andrà avanti per la sua strada, intraprendendo tutte le possibili azioni per risolvere la delicata questione. “Sabato 22 ottobre – hanno annunciato – organizzeremo una manifestazione davanti alle porte di Palazzo San Giorgio. Invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare. Inoltre, – concludono- sarà posizionato un gazebo permanente fino a quando non riceveremo delle risposte e delle soluzioni adeguate”.

Redazione

CBlive

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