Nagni: “Federazione di centro, in Molise opportunità a due cifre”

L'assessore regionale Pierpaolo Nagni
L’assessore regionale Pierpaolo Nagni

“L’attuale scenario offerto dal dibattito in corso a livello nazionale sulla riforma della legge elettorale e le ipotetiche elezioni che ne potrebbero seguire, impone qualche riflessione”. A scriverlo, in una nota stampa, l’assessore regionale Pierpaolo Nagni.

“Innanzitutto, rispetto a quanto in discussione, non credo sia il caso demonizzare questo processo, naturale e non più derogabile, di una revisione del sistema elettorale italiano – scrive Nagni – che impone un’attualizzazione dei criteri di rappresentatività.

Immagino, per prima cosa, che sia necessario ripartire dall’ ultima esperienze di Governo e da quanto di buono sia stato fatto, nonostante le difficoltà che lo scenario politico italiano e internazionale abbia scandito e imposto.

Tanto chiarito, entrando in una dimensione più politica, dopo annunci mai seguiti da interventi e azioni concrete, si potrebbe creare quella condizione perfetta per realizzare un contenitore moderato, stabile, attuale, ben perimetrato e che veda al proprio interno le migliori esperienze centriste italiane.

Un progetto che con una sola voce, concordata e condivisa, possa assumersi la responsabilità di una essenziale riconfigurazione politica dei partiti e movimenti interessati, ridando forza alle tematiche e agli interessi di migliaia di persone. Provando a fare una digressione, l’esempio offerto dalle ultime consultazioni francesi ci palesa quanto in fasi particolari come quella attuale, il desiderio di serenità e stabilità sociale, renda comunque l’area popolare e moderata quella più garantista rispetto all’equilibrio e alla pace sociale, a discapito di movimenti estremisti, che ormai alzano l’asticella del volume del confronto, tralasciando i veri temi che toccano la società, favorendo aggressività, supponenza, prepotenza.

E questo esempio ha forte valenza in un Paese, la Francia, che più volte è stato anche duro nei confronti della sua classe dirigente.

Ovviamente, tornando alle questioni “nostre”, tutto ciò comporterebbe un grande lavoro di mediazione e sintesi rispetto alle tante (oggi 16) sigle che, attualmente, circuitano all’interno di questa “nuvola moderata”predeterminata, ma mai formalizzata con criterio.

Naturalmente, chi oggi potrebbe essere l’artefice di un lavoro d’aggregazione, è il Partito più caratterizzato del centro, meglio strutturato e supportato dalle varie rappresentanze istituzionali presenti sui vari territori.

Partito che naturalmente sarebbe chiamato a lavorare sui due binari del nostro sistema elettorale.

Sul primo, il maggioritario, che caratterizza le competizioni regionali, si andrebbe ad aderire – prosegue Nagni in anticipo alle coalizioni, partecipando alle stesure dei programmi, alla composizione della coalizione stessa, al confronto con gli alleati; sul secondo, nel proporzionale in chiave nazionale, invece, la sfida sarebbe quella di lavorare a un proprio percorso, sulla base di un autonomo progetto politico, puntando a superare lo sbarramento che sarà previsto.

Sicuramente un lavoro arduo, quest’ultimo, a giudicare da quanto oggi si sente rispetto ai numeri e alle ipotesi, ma che tuttavia deve esser visto positivamente, come sfida e trampolino di crescita in termini aggregativi e del consenso.  

Rispetto al quadro politico molisano, invece, ci troviamo dinanzi a un grande potenziale su cui lavorare, non ancora del tutto espresso e sintetizzato, in cui creare una condizione di convivenza programmatica, oltre che culturale, che segni da un lato il distacco dalle ali più estreme della politica e dall’altro guardi a un progetto di lungo respiro.

Nel Molise, un progetto di questo tipo troverebbe terreno fertile, ma c’è bisogno di coraggio per renderlo interessante e attrattivo, immaginandolo come soggetto carismatico, di forte rappresentanza e di partecipazione. Per raggiungere questi ambiziosi ma tangibili obiettivi, sarà necessario aprire un dibattito su tale modello che accantoni definitivamente l’autoreferenzialità e i personalismi che, seppur sconfitti, provano ad anteporre obiettivi individuali a quelli di gruppo.

Penso che in Italia, ma specialmente in Molise, oggi sussistano condizioni e presupposti per lavorare a un’idea che metta in relazione donne e uomini, accomunati da valori ed esperienze simili, e che darebbe vita a quella “casa comune” che nessuno è mai riuscito a costruire in maniera stabile.

Progetto che, senza alimentare facili entusiasmi, dalle nostre parti potrebbe assestarsi su percentuali a doppia cifra, cosa che significherebbe un posizionamento di rilievo nel quadro politico regionale. Insomma, provando a dirla con un po’ d’enfasi: non è il momento di riunire centrodestra o centrosinistra: serve riunire i moderati”.

Redazione

CBlive

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