All’ex Gil l’inaugurazione degli ‘Incontri internazionali di poesia’: il via con Mahmoudan Hawad

Domenica 15 Ottobre alle ore 18,30 nell’Auditorium “Arturo Giovannitti” del Palazzo Gil a Campobasso, avrà inizio la prima edizione degli Incontri Internazionali di Poesia, organizzata dall’associazione culturale Tékne, con la direzione artistica di Valentino Campo ed il coordinamento nazionale di Loretto Rafanelli.
Dal 15 al 19 ottobre nel capoluogo regionale si raccoglieranno le più interessanti voci poetiche del panorama mondiale contemporaneo. Voci assolute di chiara riconoscibilità internazionale la cui poetica attinge a tematiche di stretta attualità, quali la guerra, la pace, la migrazione di popoli, il mondo islamico, la figura della donna, l’ambiente e le risorse. Ciascuno di essi lo farà dal proprio punto di vista, da una specifica prospettiva geografica e sociale.
Ad inaugurare gli Incontri Internazionali di Poesia il poeta e pittore tuareg MAHMOUDAN HAWAD, meglio noto come HAWAD, che interagirà sul palco con la scrittrice e docente Simonetta Tassinari e le letture di Valentino Campo.
Scrittore, poeta e pittore tuareg, Hawad è nato nel 1950 in una famiglia nomade a nord di Agadez in Niger, in un accampamento della tribù Ikaskazen. Hawad vive in Francia dal 1982. Giovanissimo ha vissuto nei monasteri Sufi in Egitto e in Libia e negli accampamenti nomadi intorno alla città di Baghdad. La sua attività letteraria e grafica si ispira alla “furigrafia” (per giocare sulla parola calligrafia), un metodo che mira a scomporre le visioni, le forme e le percezioni e liberarle da ogni stereotipo. I temi comuni del suo lavoro includono sete, movimento, vagabondaggio, anarchia e temi politici legati alla questione Tuareg nella regione. È sposato con Hélène Claudot-Hawad, studiosa del popolo tuareg e traduttrice della poesia di Hawad in francese. Allevato dalla sua famiglia secondo la tradizione tuareg nutrirà un odio profondo per tutta la sua infanzia per l’educazione islamica.
Hawad è autore di numerose opere, alcune pubblicate in versione bilingue e tradotte in varie lingue (francese, olandese, spagnolo, italiano, catalano, arabo). In Italia ha pubblicato “Carovana della sete” (Gallino 2001); “Dentro la nassa” (Edizioni Via Montereale 2016).
Il pensiero nomade
Hawad definisce in questo modo la cultura nomade di cui è erede: “Per il nomade, il pensiero esiste solo quando è in marcia o quando canta; tutto ciò che nomade deve essere cantato o in cammino per essere veramente tale”. Questo pensiero si fonda dunque su supporti mobili – lo spazio, il corpo, l’architettura – e si oppone ai pensieri rigidi in quanto necessita del movimento per definirsi. Così, come si vedrà in seguito, è proprio attraverso il nomadismo che si esprime il vero pensiero tuareg. Negli accampamenti, durante le veglie, la notte si passa a descrivere degli oggetti o degli animali; ad esempio una gazzella o un cammello. Ciascuno si lancia in una descrizione, così che alla fine si ha l’impressione che le parole siano state esaurite.
Bibliografia
- Caravane de la soif et de l’égarement (1987)
- Chants de la soif et de l’égarement (1987)
- Testament nomade (1987)- tradotto dall’arabo in siriano da Adonis
- L’Anneau-Sentier (1989)
- Froissevent (1991)
- Yasida (1991)
- La danse funèbre du soleil (1992)
- Buveurs de braises (1992)
- Sept fièvres et une lune (1995)
- Le coude griçant de l’anarchie (1998)
- Les haleurs d’horizon (1998)
- Notre horizon de gamelles pour une gamelle d’horizons (2001)
- Détournement d’horizon (2002)
- Sahara. Visions atomiques (2003)
- Le goût du sel gemme (2006)
- Poésies, 1985-2015 (2017)