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Oratino, le celebrazioni dei cento anni dall’arrivo dei profughi di Montebelluna

Esattamente cento anni, il 31 marzo del 1918, giorno di Pasqua, Oratino ed i suoi 2300 abitanti, come ogni anno, si risvegliarono convinti di andare a celebrare la Resurrezione di Nostro Signore. Uscirono di casa e nel tragitto verso la Chiesa Madre si imbatterono in una situazione che li colse letteralmente di sorpresa.

In Largo Palazzo, la grande piazza allora sterrata, oggi dedicata al duca mecenate Gennaro Girolamo Giordano, trovarono alcune centinaia di persone che, sbigottite e confuse, erano appena arrivate in paese. Tra l’altrettanto stupore generale, i presenti cercarono di comprendere i motivi alla base di quella pacifica invasione. In poco tempo la notizia fu di dominio pubblico. E, come spesso accade nei piccoli centri, in un attimo, la voce popolare fece circolare le dovute spiegazioni. Quella folla, si seppe poi composta da 500 persone, in maggior parte vecchi, donne e bambini, proveniva da Montebelluna. Erano italiani, come loro, insomma. Anche se quel nome, Montebelluna, significava poco nella Oratino del 1918.

All’epoca, al massimo, si conoscevano luoghi vicini, evocanti fiere o legati alla comunanza territoriale. Questo, però, non li condizionò più di tanto. Senza entrare nel merito di quella pacata ed involontaria occupazione, gli abitanti del borgo, seppure fiaccati e logorati dalla miseria e dagli stenti, nonché privati dei giovani, impegnati sul fronte della Grande Guerra, mostrarono il loro vero volto: quello caritatevole che dona solidarietà ed offre ospitalità al prossimo. Raccontano alcune cronache dell’epoca che – addirittura – si fece a gara per accogliere in casa questi fratelli meno fortunati. Da quel momento, per oltre un anno, si intrecceranno storie e vicende che legarono a filo doppio queste due comunità.

Ma per saperne di più, per avere ulteriori informazioni e scoprire altre curiosità, sarà necessario venire ad Oratino il prossimo 31 marzo. A cento anni esatti da quel giorno del 1918, infatti, l’Amministrazione Comunale (in collaborazione con l’Associazione “dalla parte degli ultimi” e l’Associazione Culturale “Arturo Giovannitti”) ne celebrerà la memoria. Prima alle 10, nell’Auditorium Comunale “Libero Altobello”, dove in presenza dei sindaci e Gonfaloni degli altri Comuni molisani interessati dal fenomeno, del Prof. Marzio Favero (primo cittadino di Montebelluna) e di Giusi Nicolini (ex sindaco di Lampedusa), ci sarà un incontro di studi sul tema argomentato dalle relazioni del Prof. Ernesto Di Renzo (Antropologo dell’Università di Tor Vergata) e dal Dott. Antonio Salvatore (Storico). Quindi, a seguire, alla presenza di autorità civili, militari e religiose, la deposizione di una corona, offerta dalla rinata Sezione Alpini locale, e poi la scopritura di una targa ricordo in Piazza Giordano, con il saluto di Luca Fatica, sindaco di Oratino, e la benedizione di Mons. GianCarlo Maria Bregantini, Arcivescovo di Campobasso-Bojano.

Sarà dunque l’occasione per accendere i riflettori su una pagina di storia dimenticata ed analizzare, alla luce degli eventi attuali, il fenomeno dell’accoglienza di ieri rapportata a quella di oggi.

Redazione

CBlive

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