Il contrasto alla violenza in Molise, i dati e le azioni sul territorio nell’incontro promosso a Palazzo San Giorgio

WhatsApp Image 2017-11-11 at 18.59.15Un’occasione per far conoscere le azioni poste in essere sul territorio per arginare il fenomeno della violenza sulle donne. È stato questo l’obiettivo dell’incontro tenutosi a Palazzo San Giorgio e promosso dal Comune di Campobasso, assessorato alle Pari Opportunità e Osservatorio Pari Opportunità e Politiche di Genere Auser Molise.

Un modo – le parole della de Capoa – non solo per andare incontro al 25 novembre, ma anche per continuare il percorso di sensibilizzazione, intrapreso da tempo, che è stato incisivo soprattutto nei contesti scolastici. Si tratta di incontri mirati rinsaldare la rete sul territorio per combattere la violenza sulle donne, ma in generale ogni tipo di discriminazione”.

Attenzione la de Capoa l’ha poi posta sia sulla Consulta Femminile delle Pari Opportunità del Comune di Campobasso di cui è la promotrice, sia sull’importanza dei CAM, i centri per il recupero degli uomini maltrattanti, che presto saranno al centro di alcuni incontri. Anche per la coordinatrice Regionale dell’Osservatorio Pari Opportunità e Politiche di genere dell’Auser, Aida Trentalance, simili iniziative hanno l’obiettivo di evitare che la sensibilizzazione contro la violenza sulle donne si esaurisca in date prestabilite, ma possa essere, invece, un impegno costante e continuo.

Numerosi i relatori dell’incontro che hanno contribuito a fare il punto sulla dimensione locale. L’impegno dell’Università, ma anche quello di sindacati e di figure istituzionali è stato sviscerato nel dettaglio, dopo che il convegno  è stato aperto da Loriana Lucciarini, poetessa e coautrice del libro ‘4 petali rossi  – Frammenti di storie spezzate’. Testo che ha finanziato la Casa delle Donne di Marsica e nel cui volume è inserito il racconto, con cui l’autrice di Viterbo ha narrato come lo stupro etnico nell’ex Jugoslavia, durante la guerra nei Balcani, abbia segnato per sempre la vita di molte donne. Ma anche come, grazie alla testimonianza di molte di loro, nel 2001, il Tribunale internazionale dell’Aja abbia condannato lo stupro di massa come crimine contro l’umanità.

Ad elencare, invece, i numeri di un fenomeno che si delinea preoccupante anche sul territorio sono state le rappresentanti dei due centroantivolenza: Befree e Liberaluna Onlus.

Per il primo è intervenuta l’assessore comunale alle Politiche Sociali, Alessandra Salvatore, che ha riportato, per conto delle operatrici, i dati del lavoro svolto sul territorio da Befree. La cooperativa sociale romana, nella quale sono state assunte le operatici dell’associazione ‘Viva Onlus’, che attualmente gestisce il Centro Antiviolenza e Casa Rifugio di Campobasso, dopo che, insieme all’Ambito Territoriale di Campobasso, ha vinto il bando regionale indetto il 24 giugno 2016 con il progetto “Centro Antiviolenza BeFree Molise”.

Per il secondo è intervenuta la presidente di Liberaluna Onlus, Maria Grazia La Selva, unitamente ad alcune operatrici del Cav. La Onlus dal 2014  gestisce il ‘Centro antiviolenza (Cav) – Liberaluna’ e da circa un anno, unitamente ai comuni di Baranello e San Giuliano del Sannio, partner e capofila, ha visto riconosciuto a livello nazionale il progetto ‘In rete contro la violenza sulle donne’ finanziato dal Dipartimento delle Pari Opportunità, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

I dati emersi hanno messo in luce un incremento del fenomeno, ma anche la ‘sensazione’ che, soprattutto nei piccoli centri, ci sia ancora molto sommerso. Prima di raccontare le violenze le donne possono subire anche per diversi anni e il tutto peggiora se sono disoccupate.  30 – 40 anni la fascia di età più colpita, anche se diversi casi hanno riguardato donne al di sopra dei 60 anni. La violenza fisica è maggiore di quella psicologica che pure, nei dati, non è esente. In entrambi i casi a perpetrarla sono i propri coniugi o i propri compagni.

Numeri, ma soprattutto storie che parlano di un Molise che conosce diverse forme di violenza, soprattutto quella che il più delle volte, silenziosamente, si consuma fra le mura domestiche.

Insomma, una dimensione delicata sulla quale agire e che può essere arginata con l’informazione, l’educazione e la formazione. Tutti insieme, al di là di singoli personalismi.

Redazione

CBlive

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