Il consigliere regionale Micone sulla Fisiomedica Loretana di Toro: “La politica dei tagli non può colpire il diritto alla salute”
Il consigliere regionale, Salvatore Micone, interviene sull’annosa questione che ha investito un particolare ambito della sanità molisana: la situazione in cui versano alcuni pazienti presenti presso la struttura sanitaria Fisiomedica Loretana di Toro, “che presentano gravi handicap psicofisici e che, grazie alle continue cure ricevute in regime di degenza presso la struttura, hanno avuto un netto miglioramento delle proprie condizioni di salute”, sostiene l’ex sindaco di San Massimo.
“Tutto questo – continua Micone – stava per essere cancellato con un colpo di spugna dall’Asrem che a metà dicembre con una fredda nota comunicava che tali pazienti non potevano più ricevere assistenza presso la struttura di Toro. Comincia un’odissea per loro e per le loro famiglie che si chiedono come e dove possono trovare assistenza; quale sarà il futuro dei propri cari che hanno avuto la sfortuna di non avere un bene primario quale la salute; quali ulteriori colpe devono espiare persone già duramente colpite dalla vita? Aggiunge Micone. E così su ricorso di alcune famiglie, la questione viene portata in Tribunale che in via d’urgenza sospende il provvedimento dell’ASREM. Quello che mi ha portato a presentare una dura e sentita interrogazione in Consiglio Regionale – sottolinea Micone – non è legato ad una arida questione basata sulla ripartizione delle competenze in materia, su chi abbia l’onere di gestire tali pazienti; ma vuole essere un input all’Istituzione regionale a trovare una soluzione a questi concittadini che vada aldilà di sterili impasse burocratiche. Il diritto alla salute è un diritto costituzionalmente riconosciuto e garantito e i cittadini, soprattutto quelli che vivono situazioni maggiormente disagiate non ne possono essere privati, perdipiù senza un’attività di preventiva programmazione ed organizzazione da parte degli organi competenti. Nel settore sanitario – conclude Micone -, più che in ogni altro, non si può lasciare spazio ad improvvisazioni; bisogna invece seguire una politica di programmazione mirata che tenga conto delle criticità e delle priorità che emergono dal tessuto sociale”.