CB e dintorni

Biodiversità, dallo studio alla resa economica. Le potenzialità dell’agricoltura molisana nell’incontro dell’Arsarp

facciolla_iacobucci
Un momento del confronto di oggi

Sala gremita per l’incontro organizzato a Campobasso dall’Arsap denominato ‘La Biodiversità agraria: quale futuro per il Molise?’. Un momento di confronto che ha voluto fare il punto su una serie di questioni fondamentali come la qualità dei prodotti regionali, una programmazione più partecipata e la creazione di reddito in agricoltura, passando dalla tutela e valorizzazione delle aree pascolive.

A moderare il convegno il Commissario Arsarp, dottor Antonio Iacobucci; mentre le conclusioni sono state affidate all’assessore regionale alle Politiche Agricole, Vittorino Facciolla.

Nel corso della mattinata a descrivere i risultati della linea 2 e della linea 3 l’agronoma Michelina Colonna dell’Arsarp. Si tratta di un’iniziativa finanziata dal vecchio Piano di sviluppo rurale e che ha avuto come obiettivo la conoscenza dettagliata della biodiversità del territorio regionale sia sul patrimonio zootecnico autoctono regionale, sia sulle aree agricole abbandonate. Un progetto grazie al quale è stato possibile analizzare nel dettaglio anche l’impatto che il dissesto idrogeologico ha sulla biodiversità, nonché il ruolo nella salvaguardia di quest’ultima.  L’agronoma nel corso del proprio intervento ha evidenziato come tutti i risultati acquisiti durante lo studio non sono certo rimasti chiusi nel cassetto. “In tutto questo periodo – ha detto la dottoressa Colonna – siamo andati dagli allevatori, dagli agricoltori, dagli amministratori dei diversi paesi per poter dialogare con loro, affinché il sapere acquisito non restasse fine a se stesso. Gli stessi risultati – ha poi precisato – sono stati raccolti in una banca dati elettronica e gli aspetti più salienti dello studio pubblicati sul sito internet dell’Arsap”.

20150723_105826
Durante il convegno la sala gremita

A illustrare l’indagine territoriale per la valutazione della biodiversità dei terreni a pascolo, incolti e abbandonati è stato poi il dottor Dante Rosati. Rosati ha spiegato come il sistema tecnologico di mappatura dei terreni impiegato, non solo sia all’avanguardia, ma il Molise stesso sia stato tra le prime regioni del Belpaese ad utilizzarlo. Una tecnologia grazie alla quale sono emerse peculiarità di alcune zone in cui sono numerosi i terreni non dichiarati. Un esempio è quello del territorio di Capracotta. “La presenza di tali realtà, dove sussistono in larga parte anche seminativi non dichiarati, – ha detto Rosati – significa la dispersione di un’importante opportunità”. Lo studio, che su 733 punti da visionare, ne ha analizzati ben 711, perché alcuni non erano praticabili, ha riportato poi in una complessa tabella tutti gli elementi rilevati. Tra questi anche quello dei terreni incolti del vicinissimo comune di Ripalimosani, dove il numero è rimasto invariato dal 1981 fino ai giorni nostri e, dove sulla carta, i terreni da incolti sono diventati pascolivi.

A Valeria Negri, docente dell’Università degli Studi di Perugia, è stato poi affidato il contributo sull’importanza economica della biodiversità di interesse agrario. La Negri non solo ha evidenziato come le varietà devono necessariamente essere conservate in quanto diverse le une dalle altre e a forte rischio di estinzione, ma ha evidenziato come la conservazione delle stesse oltre a essere tutelata dalla legge, rappresenta in definitiva un’importante opportunità economica in grado di offrire un valore diretto agli agricoltori.

A chiudere i lavori della lunga e interessante giornata sono stati, infine, gli interventi di Renzo Torricelli, docente dell’Università degli Studi di Perugia che ha argomentato sulla caratterizzazione molecolare e morfofisiologica delle risorse genetiche; e la dottoressa Valentina Formaggi del Sistema Informativo Nazionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura (Sin) che ha parlato del software ‘GeoDataWareHause’ di Agea per la mappatura del territorio regionale.

Come la conservazione delle risorse genetiche in agricoltura rivesta un ruolo importante per lo sviluppo sostenibile delle aree rurali è stato poi l’aspetto messo in evidenza dall’assessore regionale alle Politiche Agricole, Vittorino Facciolla. “Il Molise deve rilanciare un tema fondamentale per la sua agricoltura: la qualità vera dei suoi prodotti. E’ – ha detto l’esponente dell’esecutivo regionale – pertanto fondamentale, puntare sul trinomio prodotto/territorio/produttore e, allo stesso tempo, non soffermarci sulla prima fase di ricerca e recupero della biodiversità, bensì lavorare affinché tale realtà possa rendere in termini economici”.

“Grazie all’utilizzo delle risorse comunitarie nell’ambito dell’azione 7 della Misura 1.2.4. ‘Progetti integrati e sistema regionale della biodiversità’ del vecchio PSR – ha spiegato l’assessore – sono stati raggiunti risultati interessanti che rappresentano una base conoscitiva importante per future attività di tutela e valorizzazione della biodiversità del patrimonio regionale”.

Un accenno, infine, all’esperienza in Expo, dato che il 10 maggio scorso, i risultati del progetto sono stati portati nell’esposizione universale. “Mai come ora, in questa area di fantastica globalizzazione, si ha una visibilità quasi orizzontale. Ad Expo si va alla ricerca della specialità e si intuisce quanto ritardo abbiamo come Regione in alcuni settori, ma anche l’appeal che nessun altro ha come noi, in altri campi. E proprio da questo bisogna ripartire”, ha concluso Facciolla.

 

 

 

 

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button