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Architettura, arte e tecnologia si fondono nel progetto di rigenerazione urbana. In via Mazzini spunta l’opera unica al mondo

Cristalli e sfumature di luci per l’edificio che porta la firma dell’artista Elio Cavone

Da qualche giorno attraversare via Mazzini senza alzare lo sguardo è praticamente impossibile. A non passare inosservata è, infatti, la nuova veste del palazzo che, al piano terra, ospita la filiale Unicredit. Teli e impalcature non sono ancora scomparse del tutto che l’opera ha già fatto parlare di sé. Sì, perché di questo si tratta, dato che i lavori, che hanno interessato l’edificio a due passi da Piazza Cesare Battisti, nulla hanno a che vedere con una semplice ristrutturazione.

L’immobile, risalente agli anni ’60, è infatti diventato una vera e propria opera d’arte che porta la firma dell’artista Elio Cavone. Il tutto è stato possibile grazie all’investimento di rigenerazione urbana dell’imprenditore Vittorio Morelli, che ha deciso di unire arte e architettura per un progetto unico al mondo.

Foto Katerina Barone

Così nella via dello shopping, dove si alternano costruzioni riqualificate ad altre che vivono uno stato di totale degrado, è stata messa in atto un’operazione del tutto innovativa: per la prima volta in assoluto un’opera d’arte ha trovato posto all’interno di una facciata continua di cristallo.

“Ad oggi – ha spiegato Morelli – esistono sì facciate continue di cristallo colorate, che magari vengono fatte e montate facendo dei puzzle di colori o dei collage, ma non esiste un’opera d’arte vera e propria riprodotta al suo interno”.

“In questo caso – ha difatti precisato l’imprenditore subito dopo –  abbiamo voluto creare qualcosa di unico nel suo genere. Un’opera che è stata prima prodotta in scala e poi riprodotta, attraverso una particolare e complessa tecnologia, all’interno dei cristalli”.

Insomma, un progetto de tutto fuori dagli schemi, che ha condensato in sé “un investimento immobiliare con un investimento artistico”.

Così, se il profitto dell’imprenditore deriverà dalla vendita di quegli immobili residenziali, che un tempo ospitavano gli uffici della banca, è pur vero che l’esterno della facciata andrà a valorizzare la zona e a conferire un primato positivo a una città, troppo spesso dimenticata come Campobasso. Un valore aggiunto per tutti e non solo per chi andrà ad abitare in quegli appartamenti ultramoderni, di un edificio sicuro anche dal punto di vista sismico.

Un surplus per la città e per i futuri acquirenti che, nel momento dell’atto notarile, diverranno proprietari anche dell’unicità dell’opera che lo stesso immobile rappresenta e, per il quale, è stato anche necessario un lungo lavoro di ricerca.

“Lo studio ha detto il progettista , l’architetto Jacopo Di Cristofaro – è durato quasi un anno. È stato necessario capire come riprodurre l’opera, con un formato originale 90×70, su una facciata di 18×15 metri. Abbiamo dovuto riprodurre i colori, concentrarci sullo spessore, compiere una serie di prove, utilizzando apparecchiature e scansioni ultramoderne”.

Un’idea senz’altro ambiziosa che proprio Morelli ha voluto tutelare fino all’ultimo, tanto da decidere di presentarla nel 2016, al convegno Forum del Sud di scenari immobiliari, quasi per timore che “qualcuno potesse copiare il progetto”.

Ma l’opera realizzata nel capoluogo molisano ha avuto anche il merito di annullare “quella competizione decennale che c’è tra l’architettura e l’arte contemporanea”, così come ha raccontato l’artista, per il quale “nessuna delle due parti ha mai preteso di prevalere sull’altra”.

Alcun confine creativo poi è stato posto allo stesso Cavone, che si è detto sicuro di come la produzione dell’opera in questione, abbia creato a Campobasso un punto di riferimento per l’arte contemporanea indirizzata alle nuove generazioni. “Si tratta – ha spiegato– di un linguaggio un pò ostico, al quale tuttavia, ci si può ora avvicinare con occhi diversi, partendo proprio da questo stimolo”. Forse quasi un impulso che fa pensare alla prova tangibile di un Molise che, seppur di rado, esiste.

fabyabb

Redazione

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