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Corso Bucci dice ‘addio’ al caramellaio: sgombero esecutivo per il gazebo di Amilcare Iorio. Il commerciante potrà spostare l’attività in uno dei tre punti indicati dal Comune

La bancarella di Amilcare Iorio durante lo sfratto
La bancarella di Amilcare Iorio durante lo sfratto

Dopo anni di proteste e prese di posizione Amilcare Iorio, titolare del gazebo ‘Dolci e Balocchi’ deve lasciare Corso Bucci. L’ordinanza di sgombero, oggi 9 aprile 2015, è diventata esecutiva e i Vigili Urbani del capoluogo si sono presentati da lui per controllare che il venditore rispettasse le regole. LA PRECISAZIONE DELL’ASSESSORE SALVATORE COLAGIOVANNI

La storia del gazebo è alquanto datata e negli ultimi anni è andata avanti a suon ‘di carte bollate’.

Amilcare che prima del terremoto del 2002 faceva il rappresentante proprio nell’area del cratere, qualche anno dopo ottenne l’autorizzazione dal Comune per potersi insediare in quel punto strategico della città. Un’autorizzazione limitata nel tempo e  mai rinnovata, che condusse qualche tempo più tardi alla prima ordinanza di sgombero.

Per quest’ultima Amilcare si appellerà così alla giustizia amministrativa che evidenzierà in seguito come da Palazzo San Giorgio non si sia tenuto conto degli interessi economici del commerciante. A seguito di ciò, dal Comune arrivano per il commerciante tre possibili soluzioni che, proprio tenendo conto di quanto stabilito dai giudici di via San Giovanni, invitano Amilcare a spostare il suo gazebo in uno dei tre luoghi paventati: Piazza della Repubblica, viale Manzoni o via Trivisonno. Soluzioni che il caramellaio non prende proprio in considerazione, cercando di rilanciare con una posizione ben più centrale.

Arriva in seguito un’altra ordinanza di sgombero alla quale il commerciante risponderà con un nuovo ricorso al Tar. Nel frattempo però i giudici con due sentenze, stabiliscono che il primo ricorso era infondato e che lo sgombero da parte del Comune era, invece, legittimo. Provvedimenti divenuti esecutivi proprio oggi, 9 aprile 2015.

Ad Amilcare non resta, dunque, che trasferire il proprio gazebo in uno dei tre luoghi indicati a suo tempo da Palazzo San Giorgio, per buona pace dei numerosi commercianti della zona in regola con i pagamenti, dato che lo stesso deve al Comune una serie di arretrati per l’occupazione del suolo pubblico.

Il caramellaio del capoluogo non resterà quindi senza un’occupazione e se nel corso di questi anni ha saputo costruire un legame solido con i clienti, proprio quest’ultimi certamente non si faranno spaventare dallo spostarsi in un nuovo punto di ritrovo.

fab.abb

 

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