Cronaca

‘I treni del gol’, patron Pulvirenti ammette davanti al Gip di aver comprato cinque gare per salvare il Catania. Cresce l’attesa a Larino per l’interrogatorio del termolese Fernando Arbotti

L'avvocato e procuratore sportivo, Fernando Arbotti
L’avvocato e procuratore sportivo, Fernando Arbotti

Proseguono gli interrogatori dell’inchiesta ‘I treni del gol’ davanti al Giudice per le Indagini Preliminari, Fabio Di Giacomo. A Catania alcuni indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, ma a parlare sono stati gli ormai ex presidente del team etneo, Antonino Pulvirenti, e l’amministratore delegato Pablo Cosentino, con quest’ultimo, secondo quanto affermato dal suo legale Carmelo Peluso, che si sarebbe dichiarato “estraneo ai fatti e, se quanto si profila nell’ordinanza risultasse la verità, Pulvirenti sarebbe un folle”.

In particolare, a destare stupore le dichiarazioni del patron Pulvirenti, rese pubbliche dal Procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi, attraverso una conferenza stampa.

“Antonino Pulvirenti ha ammesso di aver comprato cinque partite di calcio dalla gara Varese-Catania e di averlo fatto per centomila euro”: questo quanto affermato dal magistrato, il quale ha aggiunto: “Lo ha fatto per salvare il Catania, escludendo che sulle partite in questione ci siano stati giri di scommesse”.

Le partite combinate sarebbero quelle che il Catania ha giocato contro il Trapani (successo catanese per 4-1) al ‘Massimino’ e, in trasferta, a Varese (0-3), Latina (1-2), Terni (0-2) e Livorno (1-1): quattro vittorie e un pareggio, dunque, il bottino degli etnei.

Pulvirenti ha dichiarato, comunque, che i contatti avuti per “condizionare il risultato di alcuni incontri per salvare il Catania dalla retrocessione, non abbiano avuto alcuna reale incidenza sull’esito dei risultati”: lo si evince da una nota stampa pubblicata sul sito ufficiale del Catania Calcio, a firma del professore Giovanni Grasso e dell’avvocato Fabio Lattanzi.

L’inchiesta siciliana tocca anche il Molise, perché a Termoli è stato posto ai domiciliari l’avvocato e procuratore sportivo, Fernando Arbotti, anch’egli intercettato e che mercoledì 1° luglio 2015 sarà ascoltato in Procura a Larino. L’agente Fifa molisano sarà difeso dal sindaco di Termoli, Angelo Sbrocca, e c’è attesa di verificare se anche Arbotti si avvarrà della facoltà di non rispondere o, come il patron del Catania, Pulvirenti, deciderà di spiegare quanto ascoltato in questi giorni nelle varie intercettazioni telefoniche. In tal caso, in Molise, ma soprattutto nel centro termolese, c’è curiosità di conoscere la strategia difensiva.

IL VIDEO DI UNA INTERCETTAZIONE DI FERNANDO ARBOTTI

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