Cronaca

Restrizioni Covid, non tutti i ristoratori molisani aderiranno alla protesta. Bianchini: “Sfidare il Governo è un errore”

Il presidente di M.I.O. Italia: "Con una forzatura sulle aperture continueremo a essere considerati gli untori"

LUCIANA IAMARTINO

Paolo Bianchini, presidente di M.I.O. ITALIA, che ha come scopo principale la crescita economica, sociale e culturale del Paese, attraverso la tutela dell’enogastronomia “made in Italy”, non è d’accordo con i “ristoratori ribelli” che aderiranno alla protesta contro le decisioni del Governo che prevedono ulteriori restrizioni per i ristoratori e gestori di locali pubblici.

Il presidente Bianchini afferma come “tutti gli associati, che sono oltre mille, non aderiranno alla protesta prevista per il 15 gennaio: dobbiamo evitare autogol, ulteriori provvedimenti sanzionatori che inciderebbero gravemente sul fatturato della nostra categoria. Il Governo ha promesso uno scostamento di bilancio per risarcire in maniera perequativa sulle perdite dei fatturati. Non bisogna scoraggiarsi dando l’ultima chance a chi ci governa”.

Il 25 gennaio – prosegue Bianchini – è stata indetta da MIO Italia, una manifestazione a Roma per discutere dei vari disagi legati alla ristorazione e per aiutare i fornitori, distributori e l’intera filiera ai quali, ad oggi, non è arrivato nessun ristoro. Rimaniamo vigili e continueremo nella nostra battaglia a tutela del comparto”.

Il movimento di protesta dei ristoratori denominatosi “disobbedienza civile”, è partito dalla Sardegna e sta facendo il giro dell’intera penisola. I membri di questo movimento si ritengono stremati dalle restrizioni imposte dai DPCM e dalle ordinanze anti-covid. Nato da un appello lanciato su Facebook da un titolare di un pub di Cagliari, e che ha chiesto l’adesione dei gestori di altri locali italiani, sta creando un grosso movimento. La protesta è iniziata perché molti di loro si lamentano per i ristori irrisori che sono stati erogati dal Governo e che non coprono le spese effettive delle attività.

Anche a Parma i ristoratori si sono organizzati per tenere aperti i locali fino alle ore 21,30: lamentano anche loro la carenza di guadagno. Si atterranno alle regole fino ad ora messe in pratica: distanziamento sociale, rilevazione della temperatura corporea e detergente antisettico per le mani. La mascherina dovrà essere indossata ogni qualvolta ci si alzi da tavola. Sono consapevoli che le forze dell’ordine si recheranno nei locali per esercitare la loro autorità e con molta probabilità, saranno anche multati. Sono consapevoli dei pericoli a cui andranno incontro, ma non demordono.

Molti ristoratori molisani hanno ottenuto in due trance i così detti “ristori”: hanno presentato la richiesta all’Agenzia delle Entrate entro la data di scadenza e i contributi sono arrivati regolarmente. Sono riusciti a sostenere le spese vive, a pagare i fornitori e i dipendenti.

Non ha alcun senso, in questo momento, creare ulteriori disordini e preoccupazioni. Usiamo la testa e non la pancia, anche se è vuota come la mia”, conclude Bianchini.

Redazione

CBlive

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