Cronaca

Vaccini domiciliari: ancora disguidi e ritardi. Tra la prima e la seconda dose passano addirittura 55 giorni

Nonostante in Molise la campagna vaccinale sembra procedere spedita, c’è ancora qualche anziano che non ha ricevuto la seconda dose a domicilio.

Le difficoltà più grandi in regione hanno riguardato proprio questa fascia di persone che avevano richiesto di poter ricevere l’inoculazione nella propria abitazione.

Disagi e disguidi si sono registrati soprattutto a seguito delle nuove indicazioni da parte del Comitato Tecnico Scientifico che ha allungato da 21 a 42 giorni il tempo che intercorre tra prima e seconda dose.

In Molise, infatti, queste indicazioni che sarebbero dovute essere recepite per tutti coloro che avevano ricevuto la prima inoculazione dopo l’8 maggio scorso, in realtà hanno riguardato una buona fetta di persone che la prima dose l’avevano ricevuta antecedentemente a quella data.

Ma non è tutto, dato che in molti casi l’Asrem, per le domiciliari, non ha rispettato nemmeno il tempo indicato dei 42 giorni.

È questo ad esempio il caso di un’anziana in un paese alle porte di Campobasso che solo a 55 giorni dalla prima dose è riuscita a ottenere la seconda. Per un puro caso e solo recandosi, con l’aiuto di figli e nipoti, alla Cittadella dell’Economia, dove erano rimaste alcune dosi di Pfizer che qualche under 60 aveva rifiutato, avendo paura di sottoporsi a un mix di vaccini.

Dal 14 giugno scorso, infatti, anche il Molise ha provveduto a modificare il piano vaccinale seguendo le indicazioni del Governo, con la somministrazione dell’Astrazeneca solo agli over 60, provvedendo all’inoculazione del Pfizer per gli under 60 che avevano ricevuto la prima dose con Astrazeneca. Un mix di vaccini che ancora divide sia esperti che la stessa popolazione.

E i rifiuti non riguardano, ovviamente, solo il Molise.

Ad esempio nel vicino Lazio ben il 10% dice no al mix, tanto che l’assessore alla Sanità si è appellato al ministero per avere indicazioni più chiare, mentre la tipologia di vaccino per la seconda dose, nel Lazio, al momento ancora diventa scelta discrezionale del medico e del vaccinando .

Insomma, una campagna vaccinale con luci e ombre, in Molise così come nel resto del Paese, dove intanto cresce la preoccupazione per la variante inglese, già presente in 7 regioni italiane e che, secondo gli studiosi, potrebbe diventare il ceppo dominante.

In pratica un’emergenza che non sembra ancora essere finita, mentre però al vaglio del Governo ci sarebbe l’ipotesi di eliminare l’uso obbligatorio delle mascherine all’aperto a partire dal prossimo 15 luglio.

Redazione

CBlive

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