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Riunione ad Agnone, Niro risponde a Greco: “Sono abituato a diffamazioni da parte di alcuni consiglieri regionali”

L’assessore regionale Vincenzo Niro risponde in aula alle accuse del consigliere regionale Greco sulla presunta riunione politica di Agnone.

“E’ orami da un anno e mezzo che alcuni Consiglieri Regionali si abbandonano a un vero e proprio dilagare parole offensive, di invettive, di attacchi personali… con  una verv offensiva e inutilmente polemica…. vere e proprie filippiche ma che offendono la memoria dei grandi oratori per il livello infimo e meschino che le caratterizza.

Sono stato apostrofato con aggettivi sempre più volenti che avevano l’unico obiettivo e l’ambizione di dipingermi come un fallito, un dillentante, ultimamente anche con un contravventore della legge..

Aggettivi pittoreschi, uniti a rappresentazioni di fatti e vicende artefatte, montate scenograficamente  per fare il giro dei social e creare un circolo vizioso di commenti  offensivi e diffamatori nei miei riguardi che non risulta  più tollerabile  per il livello bieco che ha raggiunto e che, per questo,  deve essere necessariamente perseguito nelle forme opportune.

Eppure,  i leoni da tastiera sono responsabili tanto quanto chi crea i messaggi diffamatori…!

Sono stato  pubblicamente definito in più occasioni, “fallito”,  dilettante,  per non essere riuscito a pubblicare alcun bando di gara per l’affidamento del servizio di TPL su gomma pur essendo scaduti tutti i termini entro i quali adempiere sia di legge sia i termini forniti dallo stesso.

C’è stata una Conferenza stampa di una parte politica, lo scorso 28 febbraio, per annunciare la mozione di sfiducia nei miei confronti, in cui mi sono state imputate colpe e responsabilità per la situazione del tpl e dei lavoratori impiegati nel settore.  

Peccato, però, che nelle loro stesse parole, tuttavia, tali criticità sono state descritte come ATAVICHE.

Anche articoli di stampa  raccontano che  Greco, Primiani e De Chirico,  in occasione della conferenza stampa in questione  hanno scandito che il tpl molisano è fermo al 2004.

Ma se è vero che siamo fermi al 2004 e che nel mentre si sono succeduti diversi governi, allora vorrei capire con quale autorità, mi è stato imputato da parte di qualche consigliere ( Iorio)  un buco di 30 milioni di euro: sono accuse gravissime, che sono state buttate in pasto alla stampa senza un minimo di fatti a corredo ma solo per alimentare un contesto di vessazione politica e mediatica per svilire e gettare infondati sospetti sul mio operato.

E’ facile gettare discredito sull’assessore Niro, indicendo Conferenze Stampa nelle quali lo si accusa di non aver voluto modificare i vigenti contratti del tpl, ma omettere di dire che lo stesso Movimento 5 stelle ha iniziato azioni infruttuose presso la Commissione Europea sul punto.

In data 25 ottobre 2018, (dunque  ben prima di formulare l’impegno al governo regionale)  il rappresentante all’Europarlamento dei 5 stelle  aveva presentato una interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione Europea.

L’oggetto della richiesta era la verifica della legittimità dei  contratti delle società ATM e SATI,  alla luce del regolamento comunitario e le misure che la Commissione intendesse adottare nei confronti degli stessi.

La Commissione Europea,  dopo aver rilevato – recito testualmente – “ sulla base delle informazioni sintetiche fornite nell’ambito dell’interrogazione non è possibile effettuare una valutazione della conformità dei contratti di servizio pubblico ivi indicati con le diposizioni del regolamento 1370/2007”, ha altresì precisato “ eventuali parti interessate che ritengono che tali contratti costituiscono una violazione del regolamento possono presentare denuncia alla Commissione”.

Non risultano tuttavia sèguiti rispetto a questa azione.

E’ altrettanto facile fare pubblici proclami, affermando di “cercare tutte le vie possibili, anche a livello nazionale, per mettere fine alla situazione vessatoria delle aziende del  tpl  verso i lavoratori” ( cfr. resoconto consiglio 14.03. 2019  pag. 153) ”, ma poi non fare azioni concrete e legittime per perseguirle!

Non dobbiamo dimenticare che l’art. 3 comma 2 dela l.r. n. 22/2019 proposta dal Movimento 5 stelle in materia di adeguamento dei contratti  ponte in essere,  è stata successivamente impugnato dal Governo, sul presupposto che mediante tale norma il legislatore regionale autorizzasse “in buona sostanza affidamenti diretti alle imprese già concessionarie dei servizi in luogo della prescritta gara, nonché alla luce dell’art. 1 della legge regionale n. 15/2019, conferma, di fatto prorogando la validità degli attuali affidamenti”.

Nemmeno il Governo del loro stesso colore politico ha condiviso la loro strategia di azione, ciononostante si continua ad apostrofare  come fallimento l’operato politico e gestionale  di chi si è scontrato con l’impossibilità di procedere alla modifica dei contratti ponte in assenza della indizione della gara.

Anche il mancato esperimento della gara per l’affidamento del trasporto pubblico locale  extraurbano  non è stato il mio fallimento…. non è da addossare alla mia attività o meglio inattività politica (come sostengono i 5 stelle), ma a  cause che sono da ricercare altrove e in altre logiche.

 I fatti e le circostanze che si sono succedute, lo dimostrano senza mezzi termini.

Il mio operato ha rispettato pienamente il  percorso di lavoro che era stato presentato e condiviso in occasione del Consiglio Regionale del 14. 03.2019 e rispetto al quale  l’Aula non aveva rilevato pareri ostativi; anzi aveva riconosciuto che, per quel che concerneva il piano regionale dei trasporti e l’emanazione del bando di gara, si ravvisavano dei segnali costruttivi e che quanto era stato richiesto  nel monotematico del 31 luglio 2018 era in corso di attuazione ( cit. consigliere Greco)

Il crono-programma dei lavori è stato organizzato in modo da addivenire alla gara per l’affidamento del servizio  secondo le procedure ad evidenza pubblica in  piena aderenza al vincolo comunitario.  

Al 5 dicembre 2019 erano stati espletati tutti gli adempimenti necessari e sussistevano i presupposti di legge per la pubblicazione del bando di gara, nonostante l’avvicendamento governativo di metà estate avesse comportato dei fisiologici ritardi rispetto al piano, stante il coinvolgimento del MIT nello stesso.  

Il mancato esperimento della gara per l’affidamento del trasporto pubblico  è da ricollegare in primis  all’anomalo ed ostruzionistico andamento dei lavori della III Commissione in cui la proposta di modifica legislativa dell’art. 13 della l.r.  n. 19/2000 per consentire l’organizzazione della gara in due lotti anziché in un unico lotto, presentata in data 16 ottobre 2019 dalla giunta regionale, ha subito rallentamenti tali da farla arrivare all’esame del Consiglio esattamente due mesi dopo, ovvero  il 19  e 22 dicembre 2019…. E non dimentichiamo le votazioni come sono andate!

               Inoltre, il mancato esperimento della gara entro i termini imposti dalla normativa comunitaria è da ascrivere alla inspiegabile bocciatura della proposta di legge che prevedeva il doppio lotto di gara in favore dell’attuale legge n. 22/2019, fondata sull’unico lotto di gara.  

Una scelta effettuata:

contro tutti gli studi  economici che dimostravano con il doppio lotto un risparmio di spesa di 7,7 milioni di euro;

contro tutti gli studi  trasportistici che provavano la maggiore contendibilità  del doppio lotto;

contro tutti i supporti  giuridici, ma sostenuta con argomentazioni apodittiche e prive di fondamento.

Ne è esempio calzante l’opinione di alcuni consiglieri secondo i quali il piano dei servizi minimi (Iorio-Primiani) non era attuale, risalendo al 2011.

Ribadito che il piano dei servizi minimi è quello di cui alla Conferenza di servizi dell’11 novembre 2017, successivamente approvato con la DGR. N. 26 dell’8 febbraio 2018 , vale la pena rimarcare, per chi non lo sapesse,  che in base al Decreto Legislativo 422/1997, la programmazione  dei  servizi  minimi  ha valenza triennale.  

Ed infatti, allo stato, l’unica pronuncia giudiziale che si è interessata trasversalmente dell’attuale piano dei servizi, l’ha ritenuto validamente utilizzabile ( vedi sentenza TAR Molise, n.75/2020 del 03.03.2020)

Tutto depone per la non casualità del fallimento personale e politico, osannato  da qualche  parte politica  al punto da renderlo oggetto della famosa Conferenza Stampa, diffusa,  anche questa volta,  attraverso i social.

Ritengo necessario riportare la successione dei fatti seguita alla bocciatura del doppio lotto,  perché  il Consiglio deve conoscerli, in quanto le frasi sprezzanti rivolte nei miei confronti da parte dei consiglieri e i gravi fatti che mi sono stati dagli stessi imputati sono anche una loro diretta conseguenza.

Dapprima, il Prefetto ha ravvisato profili di incostituzionalità dell’art. 2 della legge n. 22/2019 che prevede l’organizzazione della gara secondo il modello dell’unico lotto ritenendolo lesivo della concorrenza.

L’ufficio legislativo del Dipartimento degli Affari regionali, con un  parere del 21.02.2020  ha ritenuto infondato tale rilievo, sul presupposto che “l’avere previsto con provvedimento legislativo la messa a gara in un unico lotto esonera di fatto la stazione appaltante (ossia l’ente regionale) dall’obbligo di motivazione prescritto dal Codice degli Appalti” .

               A parte l’anomalia procedurale del coinvolgimento dell’Ufficio legislativo del MIT rispetto ad un parere di competenza degli Affari regionali – anomalia che è confermata dal fatto che il medesimo ufficio non è stato coinvolto nella impugnazione  dell’art. 3 comma 2 della L.r. 22/2019 – questo ragionamento è inspiegabile alla luce  del sentenza n. 973  pronunciata dal  Consiglio di Stato in data 7/02/2020  che  ha ribadito il principio secondo il quale “in materia di appalti pubblici è principio di carattere generale la preferenza per la suddivisione in lotti, in quanto diretta a favorire la partecipazione alle gare delle piccole e medie imprese” e ha altresì rimarcato che “il principio generale della suddivisione in lotti può essere derogato solamente attraverso una decisione che va adeguatamente motivata in ordine alla decisione di frazionare o meno un appalto di grosse dimensioni in lotti”.      

               Oltre tutti questi punti oscuri che hanno caratterizzato la cristallizzazione del principio dell’unico lotto, si inserisce la segnalazione dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato del 29.04.2020, con la quale è stata  che ha bocciata la previsione dell’ art.2 della legge regionale n. 22 del 2019 in materia di lotto unico di gara.

Conseguentemente,  è stato auspicato che la Regione Molise modifichi la normativa regionale in esame, aderendo al modello del doppio lotto di gara.  

               La pronuncia dell’Autorithy è la dimostrazione che il mio progetto non era un fallimento e che la riforma del tpl molisano non era stata intrapresa da dilettanti:  anzi il progetto offerto all’Aula  aveva considerato attentamente il potere dell’Autorithy e io ne avevo dato conto al Consiglio Regionale nella seduta del 22.12.

In particolare, avevo ricordato  la pronuncia dell’AGCM rispetto alle criticità riscontrate nella procedura avviata dalla regione Liguria e quella che aveva paralizzato la procedura  della  Regione Toscana nella quale era stato censurato proprio  l’unico lotto di gara, nonostante la circostanza che alla data di indizione della relativa gara, (2014) le regole  del Decreto legisltaivo n. 50/2016, del Decreto Legge n. 50/2017 e della Deliberazione 48/2017 dell’ART,  non erano ancora vigenti.

Il caso ha voluto che proprio il giorno dopo l’ufficializzazione in Consiglio di questo parere dell’Autorithy da parte del Presidente della Giunta regionale, è cioè venerdì 15, sono  stato oggetto dell’ennesimo video, divenuto virale  che mi ha rappresentato membro di un assembramento Carbonaro tenutosi per futili motivi politici,  in violazione delle norme imposte dall’emergenza Covid-19.

E’ doveroso, a fronte  di quest’ultima grave offesa che mi è stata rivolta, far conoscere al Consiglio regionale  la reale consistenza dei fatti che, anche questa  volta è stata stravolta, con la stessa smania  cieca con la quale da circa un anno e mezzo, si continua ad inveire con argomentazioni irragionevoli e pretestuose nei confronti del mio operato politico e soprattutto della mia persona.

E’ palese che alla base di questa ennesima scenografia c’è  l’intento di  spostare l’attenzione mediatica  da due fatti imbarazzanti per alcuni consiglieri.  

Il primo è indubbiamente la pronuncia dell’Autorithy che dimostra in modo inequivocabile  la strumentalità del fallimento che da più parti mi è stato addossato e fa chiarezza sull’inutile ritardo che, con la legge sull’unico lotto, si è arrecato al processo di riforma del tpl molisano.

Evidentemente, nonostante la mozione di sfiducia e nonostante i proclami della conferenza stampa, gli  atavici  ritardi del tpl molisano che tanto erano stati sbandierati mediaticamente non costituivano, di fatto, una priorità tale da indurre un approfondimento sugli studi prodotti a sostegno del doppio lotto. 

Il secondo è la necessità di spostare l’attenzione dall’imbarazzante empasse creato dalle accuse rivolte unilateralmente da una  Istituzione contro altre due Istituzioni a causa dell’exploit del COVI-19 che si è verificata in una parte del territorio molisano, in piena fase II ma con un’intensità addirittura più aggressiva della fase I

La pretestuosità delle accuse mosse nel video  si evince innanzitutto dalla ricostruzione dei fatti in esso operata.

Se effettivamente c’era contezza della mia presenza ad Agnone, per quale ragione si sarebbe attivato un vero e proprio giro di telefonate fra i  vari consiglieri per individuare chi fosse protagonista dell’assembramento?

E’ stata fatta una lunga disquisizione sull’oggetto della riunione, ipotizzando  legami con l’oggetto della mia delega che hanno offeso pesantemente la mia integrità morale.

E’ stato buttato fango sulla mia figura politica, asserendo che erano state violate le regole sull’assembramento per futili motivi politici collegati alle  prossime elezioni comunali di Agnone.

  Sono stato additato come un contravventore della legge, senza che venisse indicato alcun elemento concreto per sostenere questa strampalata teoria.

 La realtà dei fatti è stata completamente distorta: i Carabinieri, infatti,  mi hanno fermato non all’interno del fantomatico capannone industriale, ma a bordo della mia auto.         

Si è rappresentato un blitz dei Carabinieri, quando nella realtà dei fatti i Carabinieri hanno effettuato una operazione routinaria, senza effettuare alcuna verbalizzazione e senza elevare alcuna contravvenzione sul momento.

La rappresentazione del presunto assembramento si scontra con lo stato dei luoghi interessati dalla vicenda che è, per contro, inidoneo a configurare la fattispecie dell’assembramento: trattandosi di una stanza di oltre 70 metri quadri, dove è stato possibile l’adozione di tutte le misure organizzative necessarie ad assicurare  il rispetto  del  distanziamento  interpersonale  di  9 persone (non 15 come si racconta nel video).

Parimenti bisogna disquisire sulla opportunità delle ragioni del presunto assembramento: c’è stata la presunzione di sostenere che  alla base ci fossero “inciuci” illegittimi, o ragioni politiche futili come le prossime elezioni comunali di Agnone. 

In realtà, si è dimenticato che l’emergenza COVID non ha solo prodotto una congenie  di divieti, ma purtroppo ha determinato un effetto distruttivo su alcuni rami dell’economia  del territorio e principalmente dei piccoli centri molisani.

Si è millantata la presenza di imprenditori agnonesi per coalizioni politiche, mentre la realtà li vedeva impegnati  a rappresentare il loro forte momento di difficoltà economica, acuito dalle pratiche in sospeso con la Regione Molise per le quali  volevano conoscere dall’assessore regionale la possibilità di integrarsi con finanziamenti erogati dalle banche, al fine di acquisire maggiori liquidità. 

Le difficoltà economiche degli imprenditori si riverberano sui lavoratori, sulle famiglie e in ultima istanza sul territorio regionale.

L’Assessore regionale – si badi bene non Vincenzo Niro, ma l’Assessore intesa come figura istituzionale – non poteva sottrarsi all’invito, considerando il rispetto delle norme di sicurezza: fa parte del suo ruolo ascoltare le istanze del territorio sempre e principalmente  nei momenti di difficoltà.

E’ l’unico modo  per dare indirizzi all’azione politica che siano tarati sugli effettivi bisogni e per evitare le critiche del giorno dopo tanto in voga attualmente..

A margine di tutti questi spiacevoli eventi personali, resta la  disillusione per un dialogo politico divenuto  insostenibile, caratterizzato da toni da santa inquisizione che tralignano all’offesa personale del livello bieco tipico dei  talk show della tv spazzatura.

Il Consiglio regionale sta degenerando nel modello linguistico e comportamentale  del salotto della D’urso in cui la rappresentatività che ciascun consigliere ha della nostra Regione è duramente compromessa da effetti scenici che non risparmiano neanche i valori fondanti della Nazione…. in cui  la sua dignità istituzionale e personale è messa alla berlina da un’ilarità malata  ispirata al clima di show… alla caccia de “ I soliti ignoti”.

E’ doveroso, a mio avviso, che ogni atto politico o amministrativo posto in essere dai cosiddetti Rappresentanti del Popolo, all’interno delle Istituzioni che rappresentano, sia oggetto di valutazione, di analisi e di critica costruttiva, ovviamente per chi ne considera comunque l’utilità, o anche, distruttiva per chi ne rileva, invece, l’inutilità o addirittura la dannosità. Ammetto l’ironia… perfino la canzonatura, per quanto la serietà degli argomenti e la gravità del momento richiederebbero ben diversi atteggiamenti, ma non possono essere tollerati il disprezzo e l’offesa personale”.         

Redazione

CBlive

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