Decreto Autoimpiego, Patriciello scrive al ministro Guidi: “Strumento di vitale importanza per il mezzogiorno”

L'eurodeputato Aldo Patriciello
L’eurodeputato Aldo Patriciello

Un invito al Governo ad adoperarsi per il “rifinanziamento di tutti gli importanti strumenti finanziari previsti, attraverso i quali è stato possibile sostenere ed incoraggiare l’operato di molte aziende che, diversamente, non avrebbero ottenuto la possibilità di accedere al credito necessario per supportare le proprie attività”. È quanto si legge nel testo della lettera inviata all’attenzione del Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, da Aldo Patriciello, eurodeputato azzurro e membro della Commissione Industria, Ricerca e Energia al Parlamento Europeo.

Un intervento, quello dell’europarlamentare molisano, per sollecitare il rifinanziamento da parte dell’esecutivo del Decreto Legislativo numero 185 del 2000, il cosiddetto Autoimpiego’ che regola l’erogazione degli incentivi finanziari per l’autoimprenditorialità nelle regioni del centro e sud Italia. “I dati diffusi dall’Istat nei giorni scorsi – spiega Patriciello – dipingono purtroppo una situazione drammatica: il 42,6% dei nostri giovani risulta disoccupato e la quota più consistente di questa percentuale è rappresentata da giovani che risiedono nel Mezzogiorno. È chiaro quindi che, in assenza di un serio piano strategico per lo sviluppo e la crescita delle regioni del Sud, ogni strumento a sostegno dell’occupazione e dell’impiego risulta di vitale importanza. Ulteriori ritardi nel rifinanziamento del decreto in questione – prosegue l’eurodeputato forzista – rischierebbero quindi di aggravare un quadro economico di un territorio già a rischio di desertificazione industriale e ai limiti della sostenibilità sociale. Ho scritto al ministro Guidi con la speranza che il Governo possa intervenire al più presto: il Mezzogiorno attende risposte rapide ed interventi coerenti con gli sforzi messi in campo dall’Unione Europea in tema di politica regionale. Il decreto in questione risponde certamente a questa esigenza. Non si può delegare alla sola Europa – conclude Patriciello – il finanziamento degli interventi a sostegno della ripresa economica delle regioni del centro e sud Italia. Senza un impegno comune e condiviso da parte di tutti si rischia di allargare ulteriormente un divario che già vede l’esistenza di un’Italia a due velocità”.

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