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Il Presidente Salvatore Micone in merito alla soppressione delle fermate ATM e i disservizi per i lavoratori

Ho inteso portare, anche insieme al collega Di Lucente e ad altri Consiglieri, attraverso un atto di indirizzo alla   Giunta   regionale   e   all’Assessore   competente,   la   problematica   dei   lavoratori   molisani   che quotidianamente raggiungono la zona industriale di Atessa, in provincia di Chieti, perché impiegati in una delle aziende lì operanti. La riduzione   delle fermate che l’Atm assicurava in vari punti della zona industriale fino allo scorso 25 marzo scorso, ha causato grossi disservizi per i lavoratori. Alcuni di questi ultimi sono costretti a percorrere oltre 10 chilometri dalla fermata del servizio di trasporto molisano, al proprio posto di lavoro”.   Lo   ha   detto   il   Presidente   del   Consiglio   regionale   Salvatore   Micone   in   occasione   della presentazione, insieme ad altri Consiglieri di Maggioranza,      di un ordine del giorno per il ripristino delle fermate dell’ATM presso il Nucleo industriale di Atessa.

“Sono oltre cento, infatti – ha continuato il Presidente Micone- i dipendenti molisani delle aziende del chietino interessati da questi disservizi ed è opportuno che le strutture competenti regionali intervengano per ristabilire il servizio di trasporto offerto loro, garantendo gli standard assicurati fino allo scorso 25 marzo.       Non posso quindi che esprimere soddisfazione – ha aggiunto Micone – nel constatare che la nostra proposta politica sul punto sia stata fatta propria dall’intero Consiglio che ha approvato all’unanimità un atto di indirizzo che ha fatto sintesi anche di altre proposte sul tema presentate da parte anche delle minoranze”.

In particolare l’atto di indirizzo votato dal Consiglio impegna il Presidente della Regione e l’intera Giunta regionale a predisporre, nell’ottica di un servizio sempre più efficace, le modifiche necessarie per addivenire celermente alla risoluzione delle criticità e delle problematiche sollevate dai lavoratori molisani. Ciò anche previa indizione di un tavolo di confronto con le parti interessate.

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