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Il sindaco non può essere presidente COSIB

Lo ha stabilito l’autorità nazionale anticorruzione

Il ruolo di presidente COSIB è incompatibile con quello di sindaco e di chiunque rivesta un incarico politico “ in un comune, o di una forma associativa tra comuni, con popolazione superiore ai 15.000 abitanti…” Lo ha stabilito l’ANAC, autorità nazionale anticorruzione. Il COSIB è il consorzio per lo sviluppo industriale della valle del Biferno, e svolge importanti funzioni per le aziende del Basso Molise. COSIB si occupa ad esempio di favorire le condizioni necessarie per lo sviluppo delle attività produttive nei settori dell’industria, dell’artigianato, del commercio e dei servizi.

Indignati i consiglieri che sapevano

Indignati i consiglieri di minoranza di Petacciato che da tempo avevano notificato l’incompatibilità. I consiglieri  Pantalone, Staniscia, Ferrara e Fallica avevano consigliato al sindaco, che tutti davano come papabile presidente, di nominare un membro esterno al consiglio comunale, che potesse rappresentare il proprio comune nel COSIB. In alternativa si proponeva al sindaco di lasciare la carica di primo cittadino per ricoprire quella di presidente del consorzio. Il sindaco Di Pardo aveva ribattuto che, trattandosi di due enti pubblici, non vi era incompatibilità. Ben diverso il parere espresso dall’ANAC, dove si spiega che, per effetto del decreto legislativo n. 39/2013 art.7, esiste una incompatibilità giuridica tra il ruolo di sindaco di uno dei comuni che fanno parte del consorzio e quello di presidente del COSIB.

Annullate tutte le attività

Le funzioni del consorzio risultano quindi sospese e, per disposizione ANAC, verrà annullato anche ogni atto firmato dal presidente Di Pardo. La questione era ben nota proprio perché, in Molise, c’erano stati dei precedenti importanti per sospette illegalità e procedure anomale. ‘Troppa superbia, troppa ingordigia forse’ accusano alcuni consiglieri, i quali spiegano il grave danno che tale situazione arreca a Petacciato e alle aziende del territorio.  Un danno che, a loro dire, avrebbe potuto essere evitato se la legge fosse stata rispettata, o perlomeno consultata dal sindaco, in seguito alle loro segnalazioni.
Carola Pulvirenti

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