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Molise, due eventi per il 25 novembre: il valore civile della cultura e la testimonianza narrativa di Giovanni Mancinone

Domenico Rotondi
Il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, il Molise si prepara a ospitare due appuntamenti di forte intensità civile, culturale ed educativa. Due luoghi differenti – Sepino e il Liceo “Galanti” di Campobasso – ma un unico messaggio: la violenza di genere non costituisce soltanto una piaga da denunciare, bensì una struttura profonda da comprendere, contrastare e decostruire attraverso il racconto, la partecipazione comunitaria e l’educazione delle giovani generazioni.
Al centro di entrambe le iniziative si colloca in modo autorevole la figura di Giovanni Mancinone, giornalista e scrittore noto per l’accuratezza delle sue inchieste e per la capacità di tradurre, in forma narrativa e documentaria, le zone d’ombra che attraversano la società contemporanea. La sua opera Mostri. Quando non c’è più l’amore (Rubbettino), dedicata a dieci storie emblematiche di violenze, omicidi e tradimenti, si propone come uno strumento di riflessione incisivo, capace di illuminare l’origine della crudeltà e di interrogare le responsabilità che si annidano nelle relazioni umane quando l’amore si corrompe e cede il passo al dominio.
Sepino: Palazzo Tiberio accende un faro sulle relazioni malate
A Sepino, alle ore 18, nella cornice storica di Palazzo Tiberio, Mostri verrà presentato in un dialogo pubblico che coinvolgerà l’autore e tre figure di rilievo nell’ambito del sociale e della cultura: Nella Rescigno (justMO’), Antonio Tammaro (Officina Creativa) e Vittoria Calardo, psicologa e psicoterapeuta.
L’iniziativa, promossa da Officina Creativa, justMO’ e MAT – Museo del Matese, intende inserire la presentazione del volume all’interno della narrazione simbolica del 25 novembre, evidenziando la necessità di un approccio interdisciplinare alla violenza: culturale, psicologica, ambientale e comunitaria.
L’immagine dominante della locandina – una donna con la bocca sigillata da un nastro rosso – rimanda al dramma del silenzio forzato, delle paure taciute e dei meccanismi di sopraffazione che troppo spesso restano confinati tra le mura domestiche. Una raffigurazione che, accostata alle pagine di Mancinone, invita a spezzare l’omertà emotiva e a riconoscere i segnali di una relazione malata prima che il degrado diventi irreversibile.
Campobasso: il Liceo Galanti e la pedagogia della consapevolezza
Parallelamente, il Liceo “Galanti” di Campobasso si appresta a proporre un percorso formativo rivolto agli studenti. L’evento prevede l’ostensione del lenzuolo SOSspeso n. 166, realizzato dalle associazioni Alesia e La Mantigliana, divenuto simbolo della memoria collettiva dedicato alle donne vittime di violenza.
In questo contesto educativo, la partecipazione di Giovanni Mancinone assume un valore particolarmente significativo: il suo contributo narrativo si affiancherà a quello di William Mussini, autore de La voce di Camilla, e dell’avvocata Filomena Fusco, che interverrà con una riflessione dal titolo Sotto la superficie: l’iceberg della violenza, volta a decifrare le radici più profonde e invisibili del fenomeno.
L’incontro si svolgerà in collegamento online attraverso il progetto Unisona, offrendo agli studenti l’opportunità di confrontarsi con esperienze, testimonianze e strumenti interpretativi che arricchiranno il percorso formativo quotidiano.
Il ruolo della cultura nel contrasto alla violenza di genere
La coincidenza dei due appuntamenti non è casuale: la lotta alla violenza sulle donne richiede un impegno culturale ampio e condiviso, capace di trasformare il 25 novembre da semplice ricorrenza a momento di presa di coscienza collettiva.
Il contributo di Giovanni Mancinone – rigoroso sul piano giornalistico e incisivo su quello narrativo – si inserisce pienamente in questa prospettiva. Mostri non rappresenta soltanto una raccolta di storie, ma costituisce un invito a osservare la violenza dall’interno, a riconoscerla nei suoi segnali premonitori, a chiamarla per nome senza cedimenti mentali o morali.
Il Molise, attraverso queste due iniziative, conferma la volontà di affrontare il tema con maturità civile, promuovendo luoghi di dialogo che uniscono scuola, cultura, associazionismo e comunità locali.
Perché la violenza non si combatte soltanto con le leggi: si contrasta innanzitutto con la consapevolezza, con il linguaggio, con il coraggio di raccontare. E su questo terreno – ancora una volta – la cultura dimostra di essere un presidio indispensabile.
















