Politica

Provinciali, Bojano cambia gli equilibri. Pascale subentra a Spina. Centrodestra pronto al riscatto. Prove di matrimonio tra PD e Cinque Stelle?

Le dimissioni del sindaco di Bojano, Marco Di Biase, avranno ripercussioni anche sulla composizione del Consiglio provinciale dell’ente di via Roma che si appresta a eleggere il suo presidente.

Se il primo cittadino del centro matesino, così come sembra al momento, non cambierà idea e, dunque, non ritirerà le dimissioni, dalla carica di inquilina di Palazzo Magno decadrà anche la consigliera Maria Cristina Spina, eletta nella lista ‘Insieme in provincia’ ed espressione di quel centrodestra che fa riferimento all’eurodeputato Aldo Patriciello. Esponente di Forza Italia e ‘deus ex machina’ di Orgoglio Molise, la lista con la quale alle Regionali del 2018 fu eletto il consigliere regionale Gianluca Cefaratti, marito della Spina.

Incerti al momento i tempi per la decadenza che, di fatto, dipendono da quelli relativi allo scioglimento dell’Assise comunale di Bojano, il cui iter è disciplinato dall’articolo 53 del Testo Unico degli Enti Locali.

Tuttavia, anche se in un tempo al momento non definito con certezza, a sedere sugli scranni di Palazzo Magno dovrebbe essere il primo dei non eletti, Alessandro Pascale. In realtà, quest’ultimo sarebbe potuto già subentrare nel caso in cui Michele Marone fosse entrato a far parte dell’esecutivo del sindaco di Termoli. L’esponente leghista, avendo optato per il ruolo da Presidente del Consiglio dell’assise del Comune di Termoli, ha conservato la carica di consigliere comunale e, quindi, di consigliere provinciale.

Tuttavia, oltre a questa piccola modifica la partita grossa si gioca per l’ormai imminente elezione del numero uno della Provincia. Si tratta di una tornata elettorale a cui il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, non sembra interessato a concorrere.

Fuori dai giochi anche il primo cittadino di Montenero Di Bisaccia, Nicola Travaglini, il cui centro bassomolisano sarà chiamato al voto per il rinnovo dell’Assise civica il prossimo anno.

Potrebbe avere qualche intenzione a correre per la presidenza, invece, il neo eletto primo cittadino di Termoli, Francesco Roberti, così come il sindaco di Trivento, Pasquale Corallo, già tra i banchi dell’aula consiliare di via Roma ai tempi della guida dell’ente affidata a Rosario De Matteis.

Dopo la disfatta al Comune di Campobasso, infatti, il centrodestra sembra pronto ad acuminare la strategia in vista di una nuova tornata elettorale, decisamente meno appetibile, ma probabilmente propedeutica a uno sguardo più ampio sull’intera regione.

Rumors raccontano, infatti, che il sindaco di Ripabottoni, Orazio Civetta, ora in quota al centrodestra, ma un tempo vicino al presidente Frattura, abbia anche avanzato la proposta di far sottoscrivere un documento al presidente Toma per impegnare tutto il centrodestra alla scelta di un nome per la presidenza che arrivi dal basso. Ovvero una personalità che sia espressione di una scelta condivisa degli inquilini di Palazzo Magno. Proposta questa che, però, al momento sembra essere stata archiviata con un nulla di fatto.

Pretese al ruolo di presidente della Provincia anche per il primo cittadino di Petrella Tifernina, Alessandro Amoroso, rieletto lo scorso 26 maggio. Amoroso entrò, insieme alla consigliera di Montenero di Bisaccia e attuale presidente facente funzioni, Simona Contucci in quota ai Popolari per l’Italia di Vincenzo Niro.

Sembrerebbe che un pensierino ce lo stia facendo anche il sindaco di Vinchiaturo, Luigi Valente.

Partita apertissima anche nel centrosinistra che potrebbe essere supportato dal Movimento Cinque Stelle, i cui voti ponderati nei Comuni più grandi (Campobasso e Termoli) saranno fondamentali per il risultato.

Nella rosa degli aspiranti presidenti figurano il primo cittadino di Ferrazzano, Antonio Cerio insieme al sindaco di Riccia, Pietro Testa. Entrambi riconducibili al PD, così come avvenuto per il ballottaggio al Comune di Campobasso, per vincere dovrebbero giocarsi soprattutto la carta dei pentastellati di Palazzo San Giorgio che ne sono 21. Per la logica del voto ponderato, ogni singola preferenza, vale all’incirca 600 voti, i quali si potrebbero andare a sommare a quelli dei quattro rappresentanti al Comune di Termoli e qualche esponente di altri paesi del Basso Molise eletti in quota a liste civiche.

Tuttavia, l’appoggio al PD potrebbe anche non essere scontato, pure se, in vista di un’ottica nazionale apparirebbe quasi certo, anche alla luce degli ultimi dissidi con la Lega.

Insomma la partita, anche questa volta, è appena cominciata e, seppur in un clima politico confuso, ognuno sembra essere interessato a giocarsela: per ribaltare o confermare un voto amministrativo che, almeno nei partiti tradizionali, sembra aver fatto tantissimi scontenti.

fabyab

Articoli Correlati

Lascia un commento

Back to top button