Sociale

Arte nelle carceri, presto il progetto Ucsi Molise nella casa circondariale di Campobasso

Per i detenuti del Lazio 'Liberi nell'Arte' prosegue: dalla ventesima regione borse lavoro e borse di studio per favorire il reinserimento

Si è concluso nel carcere di Paliano l’itinerario artistico per favorire la cultura del reinserimento. Il   volto sociale del Sinodo dei giovani, durante il Sinodo, un cammino nelle realtà intra murarie che ha dato la possibilità ai detenuti di quattro Istituti Penitenziari del Lazio, di essere a contatto con il Buono e il Bello e, attraverso l’arte, veicolare un messaggio di rinascita, speranza e libertà.

Una conclusione temporanea che consentirà agli organizzatori di proseguire il percorso d’arte ‘Liberi nell’Arte’, promosso dall’UCSI Molise col patrocinio del Sinodo, in collaborazione con Vatican News e Ministero della Giustizia Ispettorato Generale Cappellani delle Carceri.

Come fa sapere la presidente UCSI del Molise, Rita D’Addona, il prossimo ‘tour’ prenderà il via proprio dalla casa circondariale di Campobasso.  “Siamo particolarmente soddisfatti – ha detto D’Addona – del percorso compiuto in queste settimane insieme ai detenuti. Li abbiamo visti emozionarsi e riflettere di fronte a esperienze artistiche che hanno portato la luce i luoghi di sofferenza, che hanno restituito la libertà interiore a chi, della libertà ne è prigioniero. Una restituzione di amore e benessere”.

Liberi nell’arte ha voluto portare gocce di prossimità nei luoghi di reclusione e di disagio affinché “nessuna pena sia senza speranza”.

Prossimità, integrazione e speranza che diventano concetti tangibili nelle cosiddette ‘Opere Segno’, grazie alle quali, nelle quattro case di reclusione interessate dal progetto pilota, ‘Liberi nell’Arte’ proseguirà nel tempo. L’istituzione di tre borse lavoro e due borse di studio consentirà, infatti, di facilitare il reinserimento sociale dei detenuti. Opere queste, rese possibili grazie ai prestigiosi partner dell’iniziativa.

Nello specifico: il pastificio La Molisana che ha istituito una borsa lavoro per una detenuta del carcere di Rebibbia.  Il Consorzio di Libere Imprese che ha, invece, promosso la borsa lavoro in favore di un detenuto di Regina Coeli. Non essendo possibile prevedere la medesima iniziativa per la casa circondariale di Paliano, che vede la presenza di collaboratori di giustizia, sempre il Consorzio di Libere Imprese, per quest’ultimo istituto di pena, ha predisposto l’acquisto di un forno, così come concordato con la struttura.

Lo studio legale Di Pardo, unitamente alla rivista Monitor Ecclesiasticus, ha invece messo a disposizione due borse di studio per altrettanti ragazzi dell’istituto di pena per minori di Casal del Marmo.

D’intesa con il Ministero della Giustizia e le amministrazioni penitenziarie e l’Ispettorato dei Cappellani sarà un regolamento a individuare, sia per le borse lavoro che per le borse di studio, tutti i criteri e i requisiti di assegnazione che tengano conto sia delle finalità delle singole Opere Segno, sia delle naturali inclinazioni del soggetto beneficiario.

‘Liberi nell’Arte’ si conferma, dunque, un progetto pilota che ha saputo creare una forte sinergia di intenti, e ha riscontrato e continua a riscontrare l’interesse del mondo ecclesiastico che vorrebbe riproporre l’iniziativa nelle realtà delle carceri campane della Sicilia, al carcere di Padova, di Torino e di Milano nonché oltre i confini nazionali, così come confermato lo scorso 20 ottobre a Regina Coeli dal vescovo Johannes  de Jong, della Diocesi di  Roermond (Olanda). Attenzione e sensibilità nei confronti dell’iniziativa sono state manifestate anche da numerose realtà imprenditoriali che vogliono diventare protagoniste nella diffusione di un messaggio di speranza.

Ecco perché, facendo proprie le parole espresse dal ministro Bonafede, i promotori del progetto a cui l’esponente del Governo ha voluto dedicato una lettera, garantiscono il massimo impegno per promuovere insieme e valorizzare sempre più esperienze di questo tipo, nell’auspicio che possano trovare una diffusione via via maggiore così da coinvolgere un numero crescente di detenuti, con una particolare attenzione per quelli minori”.

Redazione

CBlive

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