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La procura antidoping chiede due anni di squalifica per Lalli e venticinque atleti azzurri. Il Molise si stringe attorno al suo campione, probabilmente colpevole solo di non aver comunicato i propri spostamenti

Andrea Lalli
Andrea Lalli

GIUSEPPE FORMATO

Il nome di Andrea Lalli, atleta molisano delle Fiamme Gialle, figura tra i ventisei atleti deferiti con richiesta di squalifica di due anni per eluso controllo antidoping da parte della Procura Antidoping della Nado-Italia, al termine dell’indagine ‘Olimpia’ svolta dalla Procura di Bolzano.

I provvedimenti, dunque, sono stati decisi in seguito agli sviluppi dell’indagine dei Nas-Ros dei carabinieri di Trento e gli accertamenti della stessa Procura Antidoping.

Nella lista dei ventisei figurano nomi illustri dell’atletica leggera, oltre a quello di Andrea Lalli: Fabrizio Donato, Simone Collio, Daniele Greco, Giuseppe Gibilisco, Andrew Howe, Anna Incerti, Daniele Meucci.

In pratica l’atletica leggera italiana verrebbe decapitata a pochi mesi dalle Olimpiadi di Rio de Janeiro.

La notizia, come avviene in questi casi, è stata data con l’enfasi tale da far credere al lettore che Andrea Lalli sia un dopato. Nulla di tutto ciò.

Il molisano Lalli, che si è affidato all’avvocato di Roccasicura, Fabio Milano, così come confermato dal suo entourage, si sarebbe sempre sottoposto ai controlli post-gara e anche ad alcuni, effettuati a sorpresa nella sua residenza di Campochiaro. E i risultati (questa è una certezza) sono sempre stati negativi.

Lo staff legale del ‘rosso di Campochiaro’, dunque, proverà adesso che non ha assolutamente eluso nessun controllo e, dunque, non avrebbe violato l’articolo 2.3 del Codice Sportivo Antidoping.

Lalli starebbe pagando semplicemente una disattenzione: l’aver dimenticato di comunicare i suoi spostamenti.

La normativa antidoping non è flessibile, vigendo per gli atleti professionisti l’obbligo del ‘where about’, o più semplicemente ‘mancata reperibilità’, secondo quanto disposto dall’articolo 2.4 del Codice Sportivo Antidoping.

Anche questa volta il Molise si stringe attorno al suo campione, undicesimo alla Maratona di New York, primo italiano ed europeo. La giustizia farà il suo corso, ma chi già oggi condanna Lalli non ha onestà intellettuale.

 

Redazione

CBlive

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