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Lupi, cronaca di una trasferta: nella prima gara lontana dalle mura amiche a vincere sono solo i tifosi rossoblù. A Scoppito clima casalingo per la formazione di Cappellacci

I tifosi del Campobasso a Scoppito
I tifosi del Campobasso a Scoppito

ANDREA VERTOLO

Quando si parla di bestie nere nel calcio tutti sappiamo cosa si intende. Sono quelle squadre che negli anni non riesci a battere neanche se la partita durasse un giorno intero, come se ci fosse un destino prestabilito a cui non interessa né il valore tecnico delle squadre, né tanto meno la storia e il blasone.

L’Amiternina si sta lentamente ritagliando questo spazio di bestia nera per i lupi, contro la quale nulla può il valore dei giocatori in campo e neanche il sostegno continuo e massiccio dei tifosi. Il terzo pareggio consecutivo, 0-0 in casa e 1-1 al ritorno nella stagione scorsa, rappresenta un mezzo passo falso per un Campobasso partito per vincere la gara.

Per la prima in trasferta dei lupi sono in tanti ad accendere i motori delle macchine e dei pulmini per raggiungere la terra abruzzese, affrontando la sfiancante e allo stesso tempo affascinante strada che giunge fino a Scoppito.

I chilometri da percorrere dal capoluogo sono 231, meno di tante altre trasferte che si dovranno ancora affrontare, ma le alte montagne e i lunghi rettilinei che si adagiano su panorami naturalistici senza tempo, fanno della trasferta in provincia dell’Aquila una delle più impervie della stagione.

A raggiungere il piccolo paese appenninico anche gruppi di supporter provenienti da Bologna e da Roma, per un totale di oltre 150 tifosi rossoblù ad occupare il piccolo settore in ferro leggero dell’impianto comunale.

Tutte le pezze dei gruppi sono presenti. Bandieroni e drappi al cielo salutano i giocatori in campo. Immersi tra le montagne si cominciano a sentire i boati del tifo rossoblù che per tuta la partita, incontrastati, si impadroniranno dei novanta minuti di gioco. Peccato che l’undici di mister Cappellacci non mostrerà la stessa verve nell’impadronirsi della partita. I padroni di casa, con un umile affondo sulla fascia sinistra e un elementare cross basso al centro dell’area piccola, passano in vantaggio, dopo soli venti minuti circa. La partita è lunga, si pensa dai gradoni, mentre come se nulla fosse successo si continuano ad alternare cori di incitamento alla squadra, che però sembra non essere quella pimpante e propositiva della settimana scorsa, facendo mancare, per tutto il primo tempo, anche l’occasione per un sussulto.

La ripresa si apre con un Campobasso più dinamico, probabilmente rianimato dalla voce del mister negli spogliatoi. Anche gli ultras iniziano ad alzare i decibel dei cori, consapevoli che è proprio in questi momenti che serve far arrivare sul rettangolo di gioco, la voce, il sostegno e anche la responsabilità per il risultato. Un coro su tutti si alza dal settore rossoblù: “Campobasso alè! Non mollare perché… siamo pazzi di te!”. Tutti i presenti cantano a squarciagola, sperando di entrare nella testa e nelle gambe dei giocatori. Si incita senza fermarsi mai, ogni recupero di palla è un boato, ogni rimessa laterale a favore o un calcio d’angolo, alimenta le voci. C’è chi ha affermato che in una partita i tifosi non fanno gol. Forse è vero, di certo la palla non si muove spostata dalla voce, ma le gambe dei giocatori si, cosi come la fretta di segnare può essere, eccome, determinata dalla carica che arriva sugli spalti.

Ed è proprio ciò che avviene in quei minuti centrali del secondo tempo, quando la curva diventa il dodicesimo uomo e spinge l’avanzata in area di Alessandro, che viene messo a terra da un difensore. Calcio di rigore e boato di liberazione dei tifosi rossoblù.

Dimas aggiusta la palla sul dischetto, la rincorsa è a piccoli passi, si trattiene il fiato e al tiro del brasiliano, sotto l’incrocio alla destra del portiere, si può finalmente esultare. Un gol che è avvertito da tutti i presenti come figlio dell’incitamento forsennato degli ultimi minuti. Il tifo che ne viene fuori ,per cercare di vincere la partita, è di gran lunga superiore a quello delle battute iniziali della gara, ma il tempo scorre e gli abruzzesi si ritirano dietro la linea della palla. La porta di casa è difesa da tutti i giocatori dell’Amiternina, che nel frattempo ha perso  anche un giocatore per espulsione. Ci prova Dimas su punizione, Alessandro a tu per tu con il portiere, ci prova anche Sciamanna, ma il tempo si esaurisce e il pallone si ferma sull’ 1-1.

Risultato identico a quello scaturito nella passata stagione, uguale anche la sequenza dei gol, e il rigore che salva i lupi dalla sconfitta. Tra i tifosi si avverte un po’ di amarezza, ma la squadra esce comunque sostenuta da tutti al grido di “Forza ragazzi”.

Settembre non è il tempo per i rimpianti e mercoledì c’è la Sambenedettese tra le mura di casa, ancora una volta infrasettimanale, per una delle partite più attese dell’anno, che nonostante la scomodità offerta dal calendario, vedrà una cornice di pubblico importante da una parte e dall’altra. Il campionato è appena iniziato e l’impressione tra il popolo rossoblù è ancora quella di poter assistere ad un ottimo campionato pronto a regalare ancora ansie ed emozioni.

Redazione

CBlive

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