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Cronache marziane / La festa del lavoro… che non c’è. In Molise tra le occupazioni più diffuse c’è la critica a tutti i costi

lavoro moliseCRISTINA SALVATORE

Neanche i Maya l’avevano previsto: il 1° maggio, la festa dei lavoratori, la festa del lavoro, la stessa che ha regalato ponti e gite a tantissime famiglie, che ha liberato i professori dagli alunni un giorno in più (e viceversa), che ha fatto spegnere la sveglia di un solo mattino ma proprio nel bel mezzo di una settimana da mare; che ogni anno ha regalato 24 ore da poter spendere anche solo per farsi una ceretta in tutto relax, in un normalmente detestabile lunedì qualunque…  è capitata di domenica. Oltre al danno pure la beffa. Nessuno se l’aspettava e pochi avevano fatto i conti col calendario alla mano nei mesi scorsi. Ora vi immagino tutti con l’agenda elettronica a calcolare quando ricapiterà mai questo evento increscioso, se l’anno bisestile ha contato qualcosa e se in futuro sarà possibile evitare coincidenze simili aggiungendo un giorno di più ad aprile. L’abbiamo pensato un po’ tutti.

Purtroppo, allo stato attuale delle cose, c’è poco da festeggiare e tanto ma tanto da reclamare. Questa, più che la festa dei lavoratori, è una festa ai lavoratori. Crisi, disoccupazione dilagante, nascite in calo, licenziamenti, pensionamenti concessi in punto di morte, assunzioni giovanili pari allo zero, incidenti sul posto di lavoro, aziende che aprono e chiudono alla stessa velocità con cui apriamo, e compulsivamente chiudiamo, la fotocamera dello smartphone  quando ci accorgiamo che lo schermo sta riprendendo dal lato sbagliato, mostrandoci il nostro vero volto, quello che riserviamo al prossimo quotidianamente ed inconsapevolmente. Un disastro.

Per fortuna, però, basta visitare i siti dedicati alla pubblicazione o ricerca di annunci di lavoro e si apre uno spiraglio di luce. Ad esempio, cercando qui e là nel meraviglioso mondo dei disoccupati in terra molisana, mi sono imbattuta in alcuni annunci geniali. C’è quello di chi cerca “Procacciatori d’affari” e, per chi sta cercando un’occupazione attraverso inserzioni in internet, una richiesta così cade proprio a fagiolo: un lavoro del genere che comincia già con l’aver fiutato il primo affare… non può che andare alla grande. Molto ricercata è anche la figura dell’“animatore di eventi” e di “animatrici/animatori per centri estivi-turistici- anche senza esperienza”, e qui mi sono commossa. Mi sono commossa perché, per la prima volta in vita mia, ho trovato un annuncio in cui si vuole assumere qualcuno pur sapendo che quella cosa non la sa proprio fare. Non ancora almeno, perché l’esperienza si acquisisce sul campo e solo facendo. Ora, immaginate il centralino intasato per via delle chiamate che questi giovani laureati, specializzati, disoccupati nonché disperati, stanno effettuando pur di animare (o rianimare) la popolazione di Pizzone o Carpinone dietro lauto compenso. Il boom di assunzioni immagino.

D’altra parte il lavoro va sempre rispettato, qualunque esso sia, se fatto con dignità ed onestà. Anche quello di Nina Moric.

È di una settimana fa la polemica, che ha preso una piega di interesse nazionale, sulla battuta mal riuscita della modella croata nei confronti di un Molise che non esiste. Sì perché voleva essere un post ironico quello pubblicato su facebook da qualcuno che gestisce la pagina della Moric. In pratica, la modella scherzava sul fatto che gli insulti ricevuti quotidianamente sono sempre il frutto del coraggio che solo lo schermo di un pc sa infondere in taluni. Per la Moric nessuno riesce ad affrontarla di persona, quindi, per sillogismo, chi la offende vive in Molise = tutti sanno che il Molise non esiste = chi la offende non esiste.

Apriti cielo. Si è scatenata l’ira di tantissimi corregionali che proprio non hanno digerito le “offese” di quella che hanno, in più commenti e in più occasioni, definito come siliconata, rifatta e… t***a. Olè.

Tralasciando il fatto che tali presunte offese siano state elargite non da un premio nobel ma da una persona che nella vita ha puntato tutto sulla sua avvenenza per lavorare, ma offendere con parole che puntualmente vanno a toccare l’aspetto fisico, le sue abitudini sessuali e null’altro, mi pare meno intelligente e felice pure delle pubblicità sull’onicomicosi ad ora di pranzo. Qualcuno le ha anche ricordato che in Molise lei c’è venuta eccome! Certo, c’è venuta per fare il suo lavoro, chiamata per presenziare in discoteca dove tanti molisani sono accorsi a consegnarle indirettamente soldi e applausi. Accorsi non di certo per assistere alla ipotetica presentazione di un libro da lei scritto su “la materia di cui sono fatte le stelle”, ma per ammirare le sue curve da modella già ai tempi ritoccate dal chirurgo estetico. Questo è.

A parer mio, lo dico da molisana, avremmo fatto più bella figura a non commentare con offese volgari e sessiste ma ad ignorare o a rispondere simpaticamente come sappiamo ben fare. Perché di situazioni al vetriolo noi gente del Molise ne affrontiamo tante ogni giorno e siamo sempre stati capacissimi di riderci su o di tacere.

Eppure per alcuni la critica è pane quotidiano.

Si è riversata anche su chi ha provato ad organizzare tutto, nei minimi dettagli, per mettere in piedi, sudando giorno e notte, un libro (non un evento in discoteca) da poter presentare al Teatro Savoia di Campobasso. Una persona giovane che, con tanto entusiasmo e voglia di lavorare, non si è persa in chiacchiere e ha provato a fare qualcosa di concreto in nome di uno scopo importante.

Ora, appurato che le critiche servono sempre per migliorare e migliorarsi, bisogna però che le stesse tocchino argomenti di cui si è a conoscenza e soprattutto che siano costruttive. In base a certe dichiarazioni, invece, quello che ho capito io è che, nel caso in cui una mattina mi venisse in mente di voler scrivere la biografia di Pino Daniele (ad esempio) l’unico luogo possibile in cui poterla presentare dovrebbe essere – a rigor di logica – Napoli, onde evitare la furia del popolo partenopeo.

Non importa se il libro voglio scriverlo io, se voglio farlo gratis, se voglio spendere il mio tempo in nome della passione sfegatata per Pino Daniele e se voglia presentarlo in un Teatro che è la storia della mia città. No. A Napoli.

Invece per me il lavoro va elogiato sempre, va augurato, onorato e tutelato. Le critiche, semmai, lasciamole al dopo, lasciamo che siano i fatti a parlare e i risultati ad insegnare. D’altra parte sappiamo bene che solo chi non fa non sbaglia. E noi giovani il rischio di sbagliare dobbiamo correrlo.

E ora si è fatto tardi, mi devo preparare perché mi aspetta un lungo viaggio verso l’Australia: ho scritto un piccolo saggio sulla riproduzione del Koala e… niente, mi tocca presentarlo lì.

Redazione

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